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La bufala della settimana: il PD e la pedofilia

In piena campagna elettorale, riemerge una vecchia fake news

Che non si dica, cari lettori della rubrica, che non rispettiamo le regole della campagna elettorale.

Se par condicio deve essere, che par condicio sia anche per noi. E così, se due settimane fa abbiamo commentato una fake news che aveva per involontaria protagonista la leader del maggior partito di centrodestra, oggi tocca al PD, ossia al primo partito (in termini numerici) del centrosinistra.

E l’argomento è suppergiù il medesimo. Allora, infatti, avevamo sbugiardato una bufala secondo cui Giorgia Meloni avrebbe riso di una legge contro l’omofobia.

Stavolta c’entra sempre la sessualità, ma le accuse (ben più odiose) sono rivolte al PD: addirittura è tirata in ballo la pedofilia, che il Partito Democratico vorrebbe in qualche modo avallare.

Vediamo di capire meglio di quale (pseudo)notizia si tratta, e poi ragioniamo sul perché i discorsi legati alla sessualità e all’identità di genere siano più che mai attuali, bufale comprese.

fake news

Il PD a favore della pedofilia?

Nelle scorse ore sui social è circolato un documento. Rilanciato anche da alcuni siti di più che dubbia scientificità.

Nel testo, ben evidenziati in rosso, si possono leggere due passaggi sconcertanti. Dove in qualche modo si parla di liberalizzare una serie di orientamenti sessuali, tra cui la pedofilia. Documento che sarebbe stato scritto dal PD e che, evidentemente, secondo i diffusori della fake news potrebbe presto tradursi in legge. Soprattutto se il 25 aprile la coalizione di centrosinistra avesse la meglio alle elezioni politiche.

La bufala

Che la notizia sia una bufala, vista la gravità delle affermazioni che contiene, nemmeno vale la pena di dirlo.

Vanno nuovamente fatte notare, come già più volte è accaduto in questa rubrica, almeno due cose, per un minimo amore di logica. La prima: come avrebbero potuto, i vertici del Partito Democratico, anche solo per scherzo, avanzare una simile proposta?

La seconda: poniamo pure, per assurdo, che in un momento di follia collettiva il PD avesse davvero licenziato quel testo. Non pare comunque ovvio che pochi minuti dopo tutti i giornali e i telegiornali nazionali (e non) avrebbero dato il massimo risalto alla questione? Perché la notizia si trova solo nei meandri della rete, in siti poco frequentati, o nei profili social di personaggi ignoti al grande pubblico?

Dalla verità alla fake news

Il fatto è che quel documento esiste davvero, e non è la prima volta che viene tirato in ballo a sproposito. Come sovente accade, insomma, la menzogna parte da un dato di verità manipolato ad arte.

Si tratta infatti di un emendamento volutamente provocatorio, presentato dall’ex ministro Carlo Giovanardi. Il quale pretendeva, con intento burlesco, di ritoccare la legge contro l’omofobia presentata nel 2013 dall’onorevole Ivan Scalfarotto, del Partito Democratico. La provocazione di Giovanardi consisteva nell’includere negli orientamenti sessuali anche la pedofilia, equiparandola all’omosessualità. Era puro ostruzionismo, con buona pace della qualità.

Per la cronaca, una trovata così fuori misura ha avuto in risposta la minaccia, da parte dell’allora senatrice M5S Nunzia Catalfo, la minaccia di una segnalazione al Consiglio d’Europa.

La ciclicità della bufala

Come ogni vera bufala che si rispetti, anche quella secondo cui il PD vorrebbe sdoganare la pedofilia è ciclica.

È ricomparsa infatti nel 2020, nei giorni precedenti alla presentazione del DDL Zan alla Camera. E si era diffusa al punto che Alessandro Zan e Monica Cirinnà avevano rilasciato una nota congiunta con la quale spiegavano che “Si tratta di una grave menzogna, una vera e propria fake news fatta circolare ad arte per seminare il panico.”

A cui seguiva un messaggio sempre attuale: “Vogliamo però rassicurare i genitori, della cui buona fede non dubitiamo: non prestate orecchio a queste falsità, verificate la veridicità di notizie così palesemente false prima di condividerle e farle girare, anche quando vengono rilanciate da gruppi e soggetti apparentemente affidabili. Il contrasto alle discriminazioni e all’odio misogino e omotransfobico protegge anche i vostri figli e le vostre figlie da episodi di violenza e bullismo.”

Le devianze

È chiaro come le due fake news, quella ai danni di Giorgia Meloni e quella contro il PD, estremizzino (fino a mettere alla berlina, almeno nelle intenzioni dei diffusori delle bufale) due posizioni assai diverse su libertà sessuale, idea di famiglia e questioni di genere. Argomenti nei quali, va da sé, il centrosinistra è da sempre più moderno e progressista.

A incendiare il dibattito, poi, nei giorni scorsi ha provveduto la ben nota querelle tra Meloni e Letta sulla parola “devianze”. Adoperata sì in modo troppo disinvolto dalla presidente di Fratelli d’Italia, ma poi strumentalizzata altrettanto ingenuamente dal segretario del Partito Democratico.

Insomma: la campagna elettorale per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre è decisamente entrata nel vivo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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