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Xiaomi censura oppure blocca solo le pubblicità?

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Ieri si era diffusa la notizia ripresa dal Centro per la sicurezza informatica della Lituania, che aveva trovato un programma per la censura negli smartphone Xiaomi. L’azienda aveva subito smentito. Ma oggi anche gli sviluppatori di XDA Developers hanno analizzato la situazione. E sembra che quello che sembra uno strumento per silenziare il dissenso possa servire solo per limitare le pubblicità.

Xiaomi censura il dissenso o solo le pubblicità?

Il rapporto stilato dal NCSC lituano tracciava una prospettiva davvero preoccupante. All’interno degli smartphone Xiaomi era stato trovato un file chiamato MiAdBlacklistConfig, che conteneva i “nomi e altre informazioni di vari gruppi religiosi e politici”. In particolare, si faceva riferimento alla censura di termini riguardanti l’indipendenza di Taiwan e la liberazione del Tibet. Insomma, sembra che Xiaomi avesse posto dei blocchi per soddisfare le richieste del governo cinese.

Oggi Adam Conway di XDA Developers, il portale più utilizzato dagli sviluppatori Android, mette in prospettiva quelle accuse. Infatti ha analizzato il file trovando ben 2210 voci (rispetto alle 449 riportate dalla Lituania). Molte delle quali non hanno a che fare con la politica. Infatti la maggior parte riguarda termini utilizzati nel mondo del porno. Ci sono inoltre tutti i nomi dei principali produttori di smartphone, compresi “Mi” e “Xiaomi mi5”.

Sembra quindi che non nasca per la censura (perché vorrebbero censurare un proprio prodotto), quanto per fare quello che dice il nome del file: bloccare la pubblicità. Qualcosa per cui Xiaomi sta lavorando da molto: tempo fa la situazione era stata giudicata insostenibile, con troppi riferimenti volgari e sessuali.

Il team di XDA ha inoltre trovato questo file solo nella app Mi Video di Xiaomi Mi 11 Ultra, dove funziona solo per bloccare pubblicità sgradite. I ricercatori concludono quindi che Xiaomi non sta utilizzando questo software per censurare nessuno, in Cina o fuori. E anche se non possono assicurare che in futuro non possa essere usato per la censura, al momento non c’è ragione di sospettarlo.

Qualcosa di cui la compagnia ci aveva già rassicurato ieri con una dichiarazione:  “I dispositivi Xiaomi non censurano le comunicazioni da o verso i propri utenti. Xiaomi non ha mai limitato e mai limiterà o bloccherà alcun tipo di comportamento personale da parte dei propri utenti. Funzioni come quelle di ricerca, chiamata, navigazione sul web o l’uso di software di comunicazione di terze parti non sono e non saranno mai limitate. Xiaomi rispetta e protegge pienamente i diritti legali di tutti i suoi utenti, ed è conforme al Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea (GDPR).”

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