fbpx
NewsTech

Chrome potrebbe eliminare le estensioni che bloccano gli annunci pubblicitari

Come rivelato dal documento pubblico "Manifest Version 3" gli ad-block sembrano destinati a sparire

Dopo la diffusione delle estensioni Chrome che copiano i dati utente, inseriscono pubblicità casuali all’interno delle pagine o estraggono la criptovaluta in background, Google lo scorso ottobre ha deciso di rendere le estensioni più sicure. Con questo verranno modificate anche le API (Application Programming Interface). L’obiettivo di queste nuove estensioni è quello di permettere all’utente di bloccare soltanto i contenuti inappropriati impedendo invece il blocco di normali contenuti.

Le estensioni di Chrome utilizzano una precisa versione manifest, la quale determina quali API possono essere utilizzate. L’attuale versione manifest V2 è utilizzata dal 2012, mentre la nuova versione V3 è già in fase di sviluppo. Questa nuova versione sembra apportare diverse modifiche alle API, come quella che interessa appunto i blocchi di contenuto.

Manifest V3: quali benefici porterà?

Raymond Hill, lo sviluppatore di uBlock Origin e uMatrix, ha dichiarato che una delle modifiche presenti in Manifest V3 potrebbe essere l’interruzione del filtraggio dei contenuti complessi. L’idea sarebbe quella di sostituire l’API webRequest con una nuova API dichiarativeNetRequest. La quale presenta numerose limitazioni in più rispetto alla precedente. Questo cambiamento porterebbe senz’altro dei vantaggi a livello prestazionale. Chrome non dovrebbe più attendere le estensioni per consentire o bloccare le richieste di rete. D’altra parte però, questo porterebbe a dover rinunciare anche alle estensioni che si basano invece sulle modifiche delle richieste di rete. Per il momento, la nuova versione di Manifest V3 è ancora in fase di sviluppo. Per cui non sono ancora certe le modifiche che verranno apportate all’API.

Raymond Hill sostiene che lo scopo dell’API è semplicemente quello di imporre Adblock Plus. L’algoritmo di corrispondenza descritto è esattamente quello di un motore di filtraggio simile ad ABP.
Se questa API finisce per essere l’unico modo in cui i content blockers possono compiere il loro dovere, questo significa essenzialmente che uBlock Origin (“uBO”) e uMatrix, non possono più esistere.
L’API dichiarativeNetRequest non è altro che l’implementazione di uno specifico filtro motore piuttosto limitato (il limite di 30.000 non è sufficiente per far rispettare la famosa EasyList da sola).

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Source
AndroidPolice

Katiuscia Caccia

Amante della lettura, della scrittura e della tecnologia. Dopo lo studio all'università, mi divido tra videogiochi e serie tv. Sogno di lavorare con i bambini, sperando di non dover trascurare mai le mie altre grandi passioni.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button