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Per Zuckerberg le accuse di Frances Haugen “non hanno senso”

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Mark Zuckerberg ha risposto con un lungo post alle accuse di Frances Haugen, l’ex product manager di Facebook che ha accusato l’azienda davanti al Congresso e pubblicato delle ricerche interne sul Wall Street Journal. Secondo il CEO di Facebook, gli effetti negativi dei social sulla società “non hanno senso”.

Zuckerberg difende Facebook, le accuse di Frances Haugen “non hanno senso”

Frances Haugen ha testimoniato davanti al Congresso riguardo ai documenti interni di Facebook che lei ha pubblicato sul Wall Street Journal. Il focus della testimonianza riguardava la ricerca che dimostrerebbe gli effetti negativi di Instagram sulla psiche degli adolescenti e dei bambini. Ma l’ex dipendente ha anche parlato di come l’azienda userebbe post che fomentano rabbia e odio pur di creare engagement e vendere pubblicità.

Mark Zuckerber ha quindi risposto in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook (qui potete leggerlo nella sua interezza). “L’argomentazione che noi promuoviamo deliberatamente contenuti che fanno arrabbiare le persone per profitto è profondamente illogica. Noi facciamo soldi dalla pubblicità e gli inserzionisti ci dicono costantemente che non vogliono la loro pubblicità vicino a contenuti dannosi o rabbiosi. E non conosco nessuna compagnia tech che si ponga l’obiettivo di costruire prodotti che rendono le persone arrabbiate o depresse. La morale, oltre agli incentivi economici e produttivi, puntano nella direzione opposta”.

Nella sua risposta da 1.300 parole, Zuckerberg non ha mai usato il nome di Frances Haugen ne comunicato se apparirà in Senato per testimoniare.

Ha però toccato il tema l’accusa che Facebook “metta prima i profitti della sicurezza”, fatta da Haugen a 60 Minutes. Zuckerberg ha dice “Semplicemente non è vero. Per esempio, una delle questioni chiamate in causa è quando abbiamo introdotto le Meaningful Social Interaction nel News Feed. Questo cambiamento ha mostrato meno contenuti virali e più post di amici e famiglia. Cosa che abbiamo fatto pur sapendo che avrebbe significato che le persone avrebbero speso meno tempo su Facebook“. E si chiede: “é quello che farebbe una compagnia focalizzata sui profitti più che sulle persone?”

Infine, il post affronta in maniera estesa il tema della salute mentale dei bambini, rispondendo alle accuse. Ma arriva anche a dire che l’attenzione della compagnia resta alta e che si stanno impegnando anche politicamente affinché ci siano dei regolamenti chiari riguardo l’uso di internet da parte dei minori.

La discussione su queste tematiche resta incredibilmente sensibile e importante. E siamo certi che questa risposta sarà solo l’inizio di un dialogo che andrà avanti ancora a lungo. Vi terremo informati.

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