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Zuckerberg finisce nella blacklist del Cremlino

Fa parte delle 963 persone non gradite da Mosca

La Russia ha pubblicato una blacklist di 963 personalità non gradite al Cremlino, fra cui c’è anche il CEO di Facebook Mark Zuckerberg. Sebbene Mosca dichiari di “non avere nulla contro il popolo americano”, il Ministero degli Esteri pensa che queste siano “autorità statunitensi che incitano alla russofobia e coloro che le servono“.

Zuckerberg nella blacklist del Cremlino

Nella lista nera della Russia ci sono personalità influenti della vita sociale ed economica del Paese. Si va dal presidente americano Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris, fino all’attore Morgan Freeman. L’attore avrebbe infatti diffuso “messaggi anti-russi” durante la campagna elettorale del 2016.

Ma nella blacklist finiscono anche personalità come il senatore e candidato alla presidenza John McCain, che però è morto dal 2018.

Fra le personalità legate al mondo della tecnologia c’è poi il fondatore di Facebook e CEO di Meta Mark Zuckerberg. L’accusa da parte del Cremlino arriva dopo che Meta si è schierata contro la diffusione delle fake news e della propaganda del Cremlino dopo l’invasione dell’Ucraina. Inoltre, Meta come la maggior parte delle aziende americane sta boicottando attivamente il mercato russo.

metaverso mark zuckerberg

Mosca ha persino bannato Facebook e Instagram sul territorio russo per dimostrare il proprio risentimento per quello che definiscono “odio anti-russo”. Meta però non ha fatto retromarcia, così come tutti i giganti tecnologici americani. Tanto anche anche il presidente di Microsoft Brad Smith risulta nella blacklist.

Anche se negli Stati Unit sta facendo ancora più scalpore il fatto che nella lista manchino l’ex Presidente Trump fra i politici e i presentatori di Fox News fra i giornalisti.

In generale, per entrare nella lista nera del Cremlino basta avere un ruolo prominente e aver definito guerra quella che Putin sta chiamando “operazione speciale”. Chi però ha avuto posizioni vocali o dirige aziende che stanno boicottando il Cremlino ha una probabilità più alta di venire tacciato di “russiofobia“.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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