Anche per questo mese, in autunno inoltrato e con i primi freddi che sopraggiungono, il cuore viene riscaldato da recenti progetti indipendenti, tra cui alcuni titoli italiani, che sanno davvero esprimere emozioni e suscitare pensieri così forti da riuscire a lasciare il segno. Pronti a scoprire i videogiochi indie di ottobre che stiamo per proporvi?
1. 4H Studio Lab – Something for someone else
Cominciamo con questo titolo, un’esperienza davvero assurda e paradossale. Il team italiano 4H Studio Lab ha lanciato su Steam Something for Someone Else di recete, riuscendo a ripercorrere metaforicamente gli stadi di una relazione, o meglio il percorso che spesso ci si ritrova ad affrontare, tra ostacoli, salti nel vuoto, offese reciproche.
Ogni storia è una strada che ci troviamo a percorrere, sempre più difficile, con la frustrazione di non sapere come superare gli ostacoli del cuore che ci riempiono di dubbi. Se nella vita può sembrare difficile o quasi impossibile, almeno nel gioco avremo diversi checkpoint grazie ai quali potremo ripartire, nel caso incappassimo in uno dei “pericoli” dettati dai cubi con le scritte in rosso. Infatti il game design è davvero basilare e senza fronzoli: in una sorta di platform a scorrimento orizzontale in 2D, un omino stilizzato dovrà essere guidato in un percorso unidirezionale, caratterizzato da basi sospese nel vuoto tutte a quadretti colorati dal tratto di una biro blu.
Tutto o quasi tradotto in inglese, solo verso la fine ci saranno alcuni messaggi in italiano, prontamente tradotti e spiegati in inglese, ma non ci sarà nulla da temere: sia le frasi che il monologo del game designer che ci racconta la sua esperienza saranno di facile accesso e comprensione per chiunque, rendendo universale l’approccio a un gioco che racconta una storia altrettanto universale e diffusa. Something for Someone Else sa parlare dritto al cuore di chiunque abbia sofferto, di chiunque porti cicatrici e abbia conosciuto la fatica del peso delle responsabilità dell’amore per un’altra persona. E’ un gioco che viviamo in maniera davvero forte e per quanto duri a malapena un’ora, è un’esperienza che consigliamo vivamente, dove il tratto di una Bic blu su fogli di carta e cartone ha saputo tramutarsi in poesia spaccacuore.
2. Gamera Interactive – Timothy and the Misterious Forest
Un team italiano che sa distinguersi per quello che sa produrre, anche stavolta non ha sbagliato un colpo. Gamera Interactive si è buttata in una sorta di operazione nostalgia potentissima per chi ha conosciuto le console davvero “retro” nel suo Timothy and the Misterious Forest, dove la grafica riproduce chiaramente colori e schermate di un vecchissimo Game Boy (e nemmeno Color).
Disponibile su Steam dal 25 settembre, il platform che fa riaffiorare alla memoria i più datati giochi Pokémon e altri platform “nintendari” ci narra la storia di un ragazzino che dà il nome anche al titolo, Timothy, il quale si mette alla ricerca di un fungo magico per curare il nonno malato. Una sorta di Cappuccetto Rosso pronto a sfidarsi con parecchi segreti nella Foresta Misteriosa che dovremo esplorare, affrontando il gioco con un certo livello di difficoltà non indifferente e quasi inaspettato per questo gioco, all’apparenza forse “semplice e innocuo”, come potrebbero dimostrare le poche opzioni e
Il game over infatti si incontra spesso e (non troppo) volentieri, in qualsiasi punto del percorso o quasi: basta davvero un passo falso, un ostacolo non troppo in vista e spariremo polverizzati, come annuncerà la schermata di una lapide a noi intitolata. Non a caso, avremo a disposizione parecchi slot di salvataggio per poter salvare il gioco a seconda delle necessità, man mano che procediamo in questo mondo pieno di pericoli e dal permadeath abbastanza frustrante, tra una schermata e l’altra a tutto pixel e colonne sonore a 8 bit. Timothy and the Misterious Forest riesce a colpire in particolare il giocatore che è alla ricerca di un ritorno al passato e di un sano momento amarcord, meno indicato invece per chi è alla ricerca di una grafica più patinata e una narrazione più longeva.
3. Greg Lobanov – Chicory: A Colorful Tale
In tempo di pitture e artisti come in Concrete Genie, potremmo fare dell’ironia se vi dicessimo che “anche un cane sa dipingere”. Non è tanto ironia, quanto la storia di Chicory: A Colorful Tale, un’avventura che ha come protagonista un cane e un pennello magico inventata dal designer Greg Lobanov. Ma a cosa ci servirà?
Risolvere puzzle, esplorare, aiutare i tuoi amici animali e ridare colore al mondo sono solo alcune delle attività di questo gioco, mentre ci addentriamo nella provincia di Picnic e disegniamo ovunque. Il Pennello si rivela essere un artefatto prezioso che verrà impugnato solo da un artista conscio e responsabile delle sue capacità, in questo caso Chicory, un cane che dovrà vedersela con la sparizione di tutti i colori del mondo, dalle forme morbide e che lo rendono simili a un cartone animato.
Tra abilità da sbloccare e abiti, pianti, mobili da collezionare, questo gioco si rivela davvero simpatico e dalle potenzialità piuttosto buone, in attesa di vedere dei risultati più concreti a seguito della campagna Kickstarter decisamente ben riuscita. Non tutto sarà rose e fiori: ci attendono anche i segreti di una foresta oscura e pericolosa, tra percorsi punteggiati da side quest e tanti, tantissimi disegni da colorare.
4. Daedalic Entertainment – Intruders Hide and Seek
Abbiamo conosciuto già parecchi lavori del team Daedalic Entertainment, tra cui i famosi Deponia, The Pillars of the Earth, Edna&Harvey e il recente The Great Perhaps. Qui, con Tessera Studios, ha deciso di partecipare a Intruders Hide and Seek, un nuovo progetto stealth in prima persona uscito lo scorso 26 settembre che allunga i suoi rami nella direzione di un thriller davvero intenso.
Le emozioni sono davvero forti fin dal primo minuto di gioco, dove un’atmosfera cupa e tesa ci accoglie sullo schermo durante il sogno che stiamo facendo, una sorta di incubo dal quale ci risvegliamo in macchina con la nostra famiglia. Vestiamo i panni di Ben Richter, un bambino di dieci anni, in compagnia della sua famiglia mentre tornano alla casa di campagna, che diventerà presto palcoscenico di orrori e paure. I primi minuti di Intruders: Hide and Seek ci introducono i pochi personaggi principali del racconto, permettendoci anche di familiarizzare con i comandi e prendendo le misure con qualche pecca di questo gioco.
Sin da subito notiamo la consueta difficoltà con cui i giochi di Daedalic rappresentano le figure umane, sempre piuttosto “particolari” nelle espressioni fisiche e nell’imprecisione della resa dei dettagli, come la totale assenza del nostro corpo nel gioco. Oltre a parecchia lentezza nel caricamento della partita, per quanto il software scaricato da Steam non sia affatto di grosse dimensioni, ci sono parecchie difficoltà nella fase punta-e-clicca di gioco, soprattutto nella comprensione dell’uso di comandi e pulsanti della tastiera del nostro PC. Non solo di grafica vive un gioco, ma anche di struttura narrativa, qui abbastanza scarna e piuttosto semplice: se sul piano emotivo si tende a giocare spesso sugli aspetti più oscuri alla ricerca di richiamare in noi paure ancestrali, la realtà è che consigliamo Intruders Hide and Seek a coloro che non sono alla ricerca di un gioco troppo pretestuoso, sa esaurirsi in poche ore e si contraddistingue per una scarsa ricerca di originalità.
5. Afterburner Studios – Dreamscaper
Il team californiano Afterburner Studios sta lavorando a un titolo davvero curioso, dai colori e dalle atmosfere talvolta paragonabili alla commovente nostalgia di Last Day of June. Dreamscaper è un ARPG Roguelite in grado di unire elememti da brawlers e dungeon crawlers, ma vediamo meglio di cosa si tratta.
Avremo a che fare con tanti dungeon diversi e creati randomicamente, nei quali dovremo sbloccare il potere dei nostri sogni mentre guidiamo Cassidy, una giovane donna intrappolata in un profondo stato di depressione. Come possiamo immaginare da quest’ultimo aspetto, il viaggio nel subconscio non sarà di poco conto: vivremo davvero la vita di questa ragazza, tra amicizie da creare e nuove speranze da rincorrere, in un percorso soprattutto emotivo e psicologico di un certo spessore e creatività.
Progettato inizialmente per Steam, solo successivamente per un potenziale atterraggio su console, in Dreamscaper dovremo letteralmente dare la caccia ai nostri sogni per scoprire segreti, far scomparire gli incubi e riuscire a giocare più e più volte questo titolo, grazie alla sua essenza di mondo in constante cambiamento ed evoluzione. La psicologia videoludica si fa sempre più presente nei vari titoli in uscita, a dimostrazione di come questo mezzo riesca a parlare in tanti modi diversi anche facendo breccia nelle cortine di ferro più trasparenti, ma fortemente presenti, della vita di ognuno di noi.
Se siete rimasti ben impressionati anche questa volta dai titoli del mese, non vi resta che attendere la prossima uscita di questa rubrica e inviarci le vostre segnalazioni sui giochi che desiderereste vedere pubblicati!