Se il panorama dell’intrattenimento dovesse essere alimentato solo da storie originali e dinamiche narrative inedite, probabilmente le sale cinematografiche sarebbero chiuse da decenni e i cataloghi delle piattaforme sarebbero ben più scarni di quelli che siamo abituati a scandagliare. Per la sua stessa natura, la narrazione, in particolare quella audiovisiva, è soggetta a proseguimenti, rielaborazioni, operazioni di collage e copie più o meno spudorate. Per questi motivi, non facciamo parte dei detrattori a priori di qualsiasi operazione commerciale legata a film e serie di successo, neanche quando riguardano una pietra miliare delle sit-com moderne come How I Met Your Mother, che pure scontava un debito di riconoscenza con Friends (a sua volta figlia di Seinfeld). A 8 anni dalla conclusione di questo gioiello della serialità, è finalmente disponibile su Disney+ How I Met Your Father, spin-off delle avventure di Ted Mosby e soci.
Un progetto travagliato, che sconta non solo l’inevitabile pregiudizio dello zoccolo duro dei fan e le polemiche per un finale di serie decisamente controverso, ma anche una gestazione passata attraverso il progetto abortito How I Met Your Dad (con Greta Gerwig come protagonista) e vari stop, incluso quello per il Covid-19. Il canovaccio della prima stagione dello show (composta da 10 episodi) è praticamente identico a quello della serie madre: nel 2050, la donna di mezza età Sophie Tomkins (Kim Cattrall) racconta a suo figlio, collegato in videoconferenza, come ha conosciuto suo padre. Ha così inizio un lungo flashback in cui la giovane Sophie (Hilary Duff) intraprende la strada verso la sua anima gemella, in compagnia di un gruppo eterogeneo e inclusivo, in cui convivono istanze LGBTQIA+ e minoranze etniche.
How I Met Your Father non è il fallimento che temevamo
Cambiano i tempi (dai primi anni 2000 alla nostra contemporaneità), variano i mezzi (le dating app che soppiantano gli approcci nei bar che hanno reso leggendario Barney Stinson) e si rovescia il punto di vista, con Sophie che eredità la visione sognante e romantica delle relazioni sentimentali che contraddistingueva Ted Mosby. Restano però inalterate tante delle dinamiche che hanno reso How I Met Your Mother un fenomeno di massa, come l’approccio scanzonato e a tratti grottesco alle questioni di cuore, un gruppo di persone alle prese con il difficile passaggio dalla giovinezza all’età adulta e soprattutto il tema del tempismo, che come ci ricorda il finale di stagione Timing Is Everything (con la gradita apparizione di una vecchia conoscenza) è capace di sostenere o arrestare le più disparate storie d’amore.
Come un nano sulle spalle dei giganti, How I Met Your Father cerca un proprio equilibrio, in bilico fra la fedeltà (e gli svariati omaggi) a How I Met Your Mother e la necessità di trovare una propria strada, adattarsi alla modernità e tracciare nuove traiettorie per i protagonisti del racconto. Al netto di qualche scelta discutibile (l’idea di riprendere la sigla di How I Met Your Mother non suggerisce certamente indipendenza dalla serie madre) e di alcune soluzioni di sceneggiatura abbastanza pigre (il personaggio britannico sbertucciato analogamente alla canadese Robin Scherbatsky, il video virale della proposta di matrimonio declinata che sembra una fusione fra la dichiarazione d’amore precoce di Ted e l’indimenticabile videoclip di Let’s Go To The Mall), How I Met Your Father riesce a porre delle buoni basi per fare evolvere i propri personaggi e per raccontare i trentenni di oggi.
Aspettando la seconda stagione
Il lavoro dei creatori (Isaac Aptaker ed Elizabeth Berger, già produttori esecutivi di This Is Us) non a caso è stato premiato con la scelta da parte di Hulu (produttrice e distributrice negli Stati Uniti) di rinnovare lo show per una seconda stagione di 20 episodi, che permetteranno di delineare più a fondo i tratti caratteriali dei nuovi personaggi. Anche se la comicità fresca e vivace di How I Met Your Mother affiora solo a tratti e si sente la mancanza dei tormentoni che accompagnavano la storia di Ted, Robin, Barney, Marshall e Lily, How I Met Your Father riesce a riprendere lo spirito della sua gloriosa ispirazione e a dare vita a un mix di commedia, sentimentalismo e malinconia che lascia ben sperare per il futuro.
Uno show capace di andare ben oltre le aspettative (per molti bassissime), proprio come la sua protagonista. Mentre Ted Mosby era il collante dei bizzarri e irresistibili personaggi che lo circondavano in How I Met Your Mother, la Sophie di Hilary Duff (alle prese con un personaggio che a tratti appare come la versione adulta della sua Lizzie McGuire) è la vera e propria trascinatrice del nuovo gruppo, perfettamente a suo agio sia nei momenti più comici che nelle sfumature drammatiche. Un ruolo così preponderante da oscurare a più riprese i personaggi di Chris Lowell, Francia Raisa, Suraj Sharma, Tom Ainsley e Tien Tran.
La sfida per il team incaricato della sceneggiatura della seconda stagione sarà quella di rendere ancora più tridimensionali questi personaggi e di farci innamorare di nuovo di un gruppo di giovani adulti alle prese con gli alti e bassi dell’amore e del destino.
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