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Il tuo smartphone ti ascolta per proporre pubblicità mirata

Vi è mai capitato di discutere con i vostri amici di qualcosa (un posto dove andare in vacanza, un prodotto da comprare) e poi trovare sul vostro smartphone un annuncio pubblicitario dedicato proprio a quella cosa? Non è un caso: se vi state chiedendo se il vostro smartphone vi ascolta, sembrerebbe di sì. Parlando con potenziali clienti, un’azienda partner di Facebook (ma con legami anche con Google e Amazon) avrebbe sostenuto di utilizzare l’intelligenza artificiale per analizzare le conversazioni degli utenti attraverso il microfono degli smartphone e proporre pubblicità mirata. L’accusa riaccende i sospetti sulla privacy — anche perché sembra la pratica sarebbe diffusa.

L’azienda che ascolta il microfono del nostro smartphone per fare pubblicità mirata

Cox Media Group (CMG), importante gruppo mediatico statunitense, avrebbe affermato di offrire un servizio chiamato “Active Listening“. Questo strumento sfrutterebbe l’AI per catturare dati sulle intenzioni in tempo reale ascoltando le nostre conversazioni. Secondo documenti trapelati, CMG annovera tra i suoi clienti colossi come Facebook, Google e Amazon.

Dopo le rivelazioni riportate da 404 Media (tramite Futurism), Google ha rimosso CMG dal suo programma partner. Meta, proprietaria di Facebook, ha dichiarato di star valutando se CMG violi i termini di servizio. Amazon nega collaborazioni su questo programma ma afferma che interverrà in caso di violazioni.

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CMG sostiene che l’ascolto attivo sia legale, in quanto incluso nei termini d’uso delle app. L’azienda offre il servizio a pagamento per creare liste di utenti “pronti all’acquisto” in base ai loro interessi. Secondo quanto emerge dalla presentazione trapelata online, chiederebbe 100 dollari al giorno per trovare acquirenti in un raggio di dieci miglia.

Le rivelazioni rafforzano i timori di lungo corso sull’utilizzo degli smartphone per ascoltare gli utenti a fini pubblicitari. CMG aveva già accennato pubblicamente a questa tecnologia in passato — tanto che si può trovarne traccia in una pagina ora archiviata del suo sito.

La vicenda sembra destinata a far discutere. Ma secondo l’azienda, è perfettamente legale. Anzi, sul suo sito scrive proprio: “è perfettamente legale per smartphone e dispositivi ascoltarti. Quando scaricano una nuova app o l’aggiornano, i consumatori hanno di fronte una licenza e, da qualche parte scritta in piccolo, spesso è incluso Active Listening”.

Il punto, quindi, più che la legalità sembra essere la moralità della scelta. Cosa che richiederà l’impegno attivo delle piattaforme — e verosimilmente anche l’intervento delle autorità garante della privacy. Vi terremo aggiornati.

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Source
Futurism404 Media

Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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