Prendiamone atto: i droni non sono più solo strumenti di fotografia aerea o video spettacolari. Anzi, possono diventare un importante alleato per la ricerca scientifica (e non solo). Lo dimostra quanto ci apprestiamo a raccontarvi oggi. Infatti, grazie a un progetto innovativo, ora i droni possono rivoluzionare il monitoraggio della biodiversità nelle aree più remote del pianeta. La popolare azienda che produce droni DJI, in collaborazione con l’ETH di Zurigo e la ONG Wilderness International, ha infatti sviluppato una tecnologia che utilizza droni per raccogliere campioni di eDNA (DNA ambientale), aprendo nuove possibilità per la conservazione della natura.
DJI, droni eDNA e un nuovo metodo di monitoraggio
Il nuovo metodo di campionamento dell’eDNA rappresenta un’alternativa ai tradizionali metodi di monitoraggio della biodiversità, che spesso richiedono molto tempo e risorse. Utilizzando i droni Matrice di DJI, equipaggiati con un braccio robotico sviluppato dall’ETH di Zurigo, i ricercatori possono ora raccogliere campioni dalle cime degli alberi, aree notoriamente ricche di biodiversità ma di difficile accesso. Questo approccio non solo è più rapido e minimamente invasivo, ma offre anche una soluzione più economica per lo studio di aree difficili da raggiungere.
La collaborazione tra DJI, ETH di Zurigo e Wilderness International segna quindi un significativo progresso nell‘uso dei droni per la ricerca scientifica. I droni Matrice, appositamente modificati per questo progetto, permettono di raccogliere eDNA dagli strati superiori della foresta pluviale, zone dove si stima che risieda una percentuale altissima delle specie esistenti. Fino ad oggi, tali aree erano state difficilmente accessibili ai ricercatori, limitando la conoscenza sulla biodiversità globale.
Dal lancio del progetto a marzo 2024, sono stati raccolti 36 campioni da 3 diverse località nella foresta pluviale peruviana, tutte protette da Wilderness International. Questi campioni forniscono dati cruciali per la comprensione degli ecosistemi locali e supportano gli sforzi di conservazione dell’ONG.
Oltre agli attori già citati, il progetto è sostenuto da una fitta rete di partner. Questa include l’Audi Environmental Foundation (che finanzia i costi del progetto) e Fauna Forever (un’organizzazione di ricerca che offre dati comparativi utilizzando metodi tradizionali di monitoraggio della biodiversità). Una vera e propria fusione multidisciplinare che garantisce una valutazione completa dell’efficacia della nuova tecnica basata sui droni.
Se applicato su scala globale, questo metodo potrebbe colmare significative lacune nella ricerca sulla biodiversità, fornendo un quadro più accurato e completo degli ecosistemi mondiali.
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