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Una campagna bellissima e tanto citazionismo – La recensione di Call of Duty: Black Ops 6

La migliore campagna della storia di Call of Duty?

Call of Duty: Black Ops 6 si ripropone come un ritorno in grande stile per il celebre franchise, puntando su una campagna emozionante e una modalità multiplayer migliorata. Il nuovo capitolo, sviluppato da Treyarch, rinnova le basi della serie attraverso missioni dall’impatto visivo notevole e dinamiche di gioco che lasciano ai giocatori maggiore libertà d’azione. Ma ci avrà soddisfatto del tutto? Scopritelo in questa nostra recensione di Call of Duty: Black Ops 6.

La recensione di Call of Duty: Black Ops 6 – La Campagna

Black Ops 6 stupisce soprattutto nella campagna single-player. Abbandonando il tradizionale formato lineare, il gioco alterna missioni esplorative, tra mappe outdoor più ampie (sfiorando l’open world) e ambienti al chiuso, migliorando il coinvolgimento del giocatore e offrendo molteplici approcci alle missioni, come azioni furtive o tattiche esplosive. Astuzia o mitragliate a tutto spiano? Lo deciderete voi.

Questo rinnovamento nella struttura delle missioni garantisce un’esperienza dinamica, che permette anche di prendere decisioni tattiche (come l’abbattimento di torrette o la disattivazione tramite hacking) arricchendo la libertà di scelta. E se è vero che il sistema “a missioni a compartimenti stagni” potrebbe risultare anacronistico per il mondo videoludico contemporaneo, aspettate di andare nel deserto dell’Iraq per cambiare subito idea: una quest che ci pone in un discreto open-world, con un sistema di conquista degli accampamenti che ricorda molto il più classico dei Far Cry.

L’impressione, in realtà, è proprio questa: è come se Treyarch avesse voluto rubare il meglio dalla storia videoludica, catapultandoci in scenari che, inevitabilmente, ci hanno ricordato tanti giochi che abbiamo amato. E questo è un pregio, sia chiaro. Passiamo così dalle vibes di Resident Evil (con i tesserini da recuperare in un centro di ricerca invaso da mostri) alle paranoie cerebrali di Control nella missione finale. Una serie di irresistibili citazioni che mai snaturano il gameplay dell’acclamato franchise di COD (ma al gameplay dedicheremo un paragrafo a parte).

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La trama

Il citazionismo appena esplicato non manca di coinvolgere anche il cinema. La trama, infatti, ricorda alcuni film di Mission: Impossible, con missioni che spaziano dall’infiltrazione in una festa politica a un colpo in un casinò. Proprio la missione al casinò ci trasporta in un vero e proprio heist-movie, con il gioco che ci farà passare da un membro all’altro del team, ciascuno col proprio ruolo, per garantire la buona riuscita del piano.

Più in generale, per buona parte di Black Ops 6 assumeremo il controllo di ruolo di William “Case” Calderon, che insieme al suo team è chiamato a svelare i piani segreti di Pantheon, un potentissimo gruppo paramilitare che si è impossessato di un’arma biologica chiamata La Culla (e qui ripensiamo inevitabilmente a Resident Evil). L

Lo scenario è invece quello della Guerra del Golfo del 1991, tra missioni sul campo in Iraq e Kuwait e quest da risolvere negli Stati Uniti e a Parigi, nel fuoco incrociato di una cospirazione che mira a far cadere la CIA. La campagna multiplayer, fatte eccezioni per alcune forzature di trama, è entusiasmante e appassionante. Breve, certo – noi l’abbiamo fatta fuori in meno di 8 ore – ma comunque divertente da giocare (e scusate se è poco per un videogioco).

Non vi sveliamo altro in merito alla trama per non rovinarvi l’esperienza di gioco, ma sappiate che i colpi di scena sono dietro l’angolo (proprio come i cecchini).

Il gameplay di Black Ops 6

Come anticipato, nella gran parte delle missioni Black Ops 6 fa di tutto per garantire al giocatore piena libertà (mentre in altre lo svolgimento sarà più lineare).

Un approccio che si riflette con coerenza anche sul nuovo sistema di movimento chiamato omnimovement (o movimento assoluto). Quest’ultimo introduce la possibilità di eseguire manovre complesse, rendendo le sequenze di battaglia particolarmente entusiasmanti e realistiche. 

L’aspetto di gameplay che abbiamo apprezzato di più resta però quello stealth. Armi silenziate e strumenti di uccisione silente renderanno molte missioni una vera gioia per chi ama gli approcci strategici. In quest’ottica la già citata missione al Casinò è una vera e propria masterclass.

E per chi preferisce sparare senza pietà? Beh, sappiate che anche l’AI nemica è più aggressiva e reattiva rispetto al passato, rendendo gli scontri più impegnativi e soddisfacenti. Tuttavia, chi si aspetta una rivoluzione totale resterà leggermente deluso, poiché la formula degli scontri a fuoco viene riproposta con poche novità sostanziali.

Proseguendo nella campagna si potrà raccogliere denaro, il quale può essere speso al rifugio per potenziare le abilità di Case. Anche in questo caso nessuna rivoluzione totale, ma una meccanica che rende ancor più interessante le battaglie in gioco. A proposito di rifugio: il gioco vi doterà di una luce ultravioletta, usatela indagare le stanze e svelare il mistero che si cela dietro la Torre (e per racimolare un bel po’ di denaro spendibile). Perchè si, Call of Duty è diventato, seppur gradualmente, anche un puzzle game.

La recensione di Call of Duty: Black Ops 6 – Multiplayer e Zombi Mode

Fatta fuori la breve ma intensa campagna, il cuore pulsante di Black Ops 6 rimane il multiplayer. Nel multigiocatore, Black Ops 6 riprende il meglio dei capitoli precedenti, con un ritmo di gioco frenetico e 16 mappe che favoriscono uno stile di gioco strategico o aggressivo, a breve e corto raggio di azione. L’aggiunta di opzioni di personalizzazione per le armi e un sistema di ricompense continuative migliorano l’esperienza complessiva. Detto ciò, davvero poco da segnalare in merito.

Siamo reduci da Halloween, quindi non possiamo che apprezzare anche la modalità Zombi, ormai un must per la serie, che torna più ricca e variegata che mai. Le nuove mappe offrono un’esperienza horror coinvolgente, con nemici sempre più originali e meccaniche di gioco sempre più complesse. Tuttavia, senza troppe sorprese, la Zombi Mode resta sempre un po’ troppo lineare e prevedibile, ma non ci aspettavamo niente di diverso.

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Autore

  • Marco Brunasso

    Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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