Abbott Elementary 2, il ritorno spumeggiante della serie premiata ai Golden Globe 2023

Ne parlavamo giusto in occasione degli scorsi Golden Globe, e avevamo tutte le ragioni per essere ben stupiti e soddisfatti della visione di questa nuova sitcom americana. Disney+ ha sfornato un nuovo, interessante prodotto seriale con Abbott Elementary, ora giunto alla sua seconda stagione, uscita proprio lunedì 1 marzo. La scelta però, questa volta, è stata differente, proprio come avviene con i prodotti di cui si sta percependo un crescente successo. Solo i primi 10 episodi sono stati rilasciati, e questo (ebbene sì) significa non solo che rimarremo appesi in un cliffhanger non troppo scioccante (è pur sempre una comedy), ma che la logica è quella di distribuire in due momenti differenti le due parti della stagione. E che ci saranno probabilmente ben più di 13 episodi della prima stagione. Vediamo insieme le nostre opinioni su questi prime 10 puntate appena uscite.

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Abbott Elementary 2, nuova scuola, vecchio sistema

Abbott Elementary 2 non perde tempo e riprende subito i temi principali trattati nella prima stagione. La critica costante alle fallacie del sistema scolastico americano non manca sin dal primo episodio, sottolineando quanto questa situazione sia legata alla lenta burocrazia, e quanto la meritocrazia manchi sul lavoro. Inevitabilmente torna anche tutta la restante parte del contesto, a partire dalla difficile situazione socio-economica dei quartieri da cui proviene gran parte degli alunni, e anche degli insegnanti.

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Questa volta però abbiamo anche qualche variazione sul tema: come affrontare la disabilità fisica degli alunni da un punto di vista organizzativo e strutturale. La scuola infatti è pronta per accogliere un alunno su sedia a rotelle, tra rampe automatiche da ottenere e banchi appositi da ritrovare, così come bambini affetti da sordità? Lo stile rimane lo stesso, ossia fare della buona ironia, financo satira, e imbastire una struttura robusta e simpatica nei dialoghi per affrontare con la giusta dose di allegria e solarità dei temi sociali e reali delicati e difficili da digerire talvolta.

Ritroviamo anche la nostra allegra brigata di insegnanti, senza particolari variazioni. Janine, come abbiamo visto alla fine della prima stagione, si è separata dal suo compagno, e di lui rimangono bollette e qualche fastidioso conto (bancario) in sospeso. Ma non mancherà di dimostrarsi esagerata come suo solito, con tanta energia e voglia di fare.

Non mancano nemmeno gli altri, da Melissa, l’insegnante italo-americana abbastanza eccentrica ealle prese con l’unione di più classi, la preside Ava più social e fiduciosa in se stessa che mai, senza dimenticare Mr. Johnson, il bidello complottista con modalità sempre nuove per mettere in imbarazzo il personale scolastico e gli studenti.

Il ritorno dell’ironico e sagace mockumentary

Quella di Abbott Elementary 2 è, ancora una volta, la volontà di esporre la propria denuncia sociale nei confronti di un sistema che non funziona. E questo messaggio arriva dritto a noi spettatori, sempre attraverso la tecnica del mockumentary, il finto documentario, che si denota nel montaggio delle scene, nelle inquadrature con camera a mano e nelle “interviste” singole ai vari personaggi. Senza esclusione di colpi, e di volti. Anche gli alunni, sporadicamente, fanno capolino sullo schermo per dire la loro.

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Così, tra una risata e l’altra, arriviamo a poche ore complessive di visione dei primi dieci episodi. Ricordiamo infatti che anche il format rimane lo stesso, tra i 20 e i 25 minuti per puntata, rendendo il tutto agile e snello nella visione. Solo il corpo insegnante rimane a compiere la sua missione imposisbile per far sentire i ragazzi degni di un’educazione e di un luogo scolastico accogliente, con tutte le limitazioni del caso.

La creatrice, e interprete, Quinta Brunson non dorme però sugli allori delle proprie vittorie e anzi alza il tiro con i temi trattati, sempre incentrati sul mondo dell’educazione, tra pubblico e privato. Per quanto il tone-of-voice della serie permanga pressoché immutato rispetto a quanto visto in precedenza, anche il racconto potrebbe per certi aspetti annoiare, una volta capita la sequenza di eventi in ciascun episodio. La struttura non presenta variazioni, un aspetto che ancora una volta si dimostra croce e delizia, tra coerenza narrativa e rischio di perdita di interesse.

La recensione (dei primi 10 episodi) di Abbott Elementary 2

In definitva, questa prima parte della seconda stagione di Abbott Elementary ci regala ottimi spunti divertenti e di riflessione al contempo. Si prosegue sulla stessa linea produttiva e narrativa vista in precedenza, e non ci aspettiamo particolari punti di tensione o colpi di scena nei rimanenti episodi. È chiaro che la comedy è il principale genere dello show, ma le dinamiche della scuola pubblica americana conferiscono a questa storia un aspetto e un retrogusto dolceamaro, e veritiero, che non stona. Ogni giorno è una sfida e arrivare al suono dell’ultima campanella rimanendo vivi e incolumi è per gli insegnanti una sfida sempre più difficile, ma altrettanto entusiasmante.

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