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Lifestyle

Come Alexa diventerà un membro della famiglia

L'evoluzione inaspettata dell'altoparlante intelligente

Quando la sera tornate a casa e vi sdraiate sul divano a rilassarvi, quale altro è il vostro primo pensiero se non quello di interagire con Amazon Alexa? Il nostro, lo ammettiamo, è esattamente questo. Il dispositivo smart home è il nostro primo interlocutore in casa. L’unico in grado di rispondere repentinamente alle nostre richieste, accendere la luce e persino riprodurre la nostra playlist chill preferita. Insomma, è parte integrante non solo della nostra vita casalinga, ma è quasi un membro della nostra famiglia. E a buona ragione, dato che l’obiettivo di Amazon sembrerebbe essere proprio questo: creare un legame indissolubile tra l’utente e il suo altoparlante intelligente.

Amazon Alexa: da altoparlante smart a membro della famiglia

Per quanto non sembri che il tempo sia passato tanto velocemente, il lancio di Amazon Alexa è avvenuto ben otto anni fa. A quel tempo, il solo concetto di demandare alcune attività ad un dispositivo hi-tech risultava rivoluzionario. Oggi, invece, è quasi ovvio. In meno di un decennio, infatti, Alexa ha acquisito oltre 130000 abilità, inclusa quella di offrire consigli utili sulle ricette per la cena, aggiungere il latte alla lista della spesa o aggiornarvi sulle ultime notizie di attualità. “Potete dire ad Alexa che siete vegetariani e ora Alexa personalizza [i suoi contenuti e consigli] sulla base delle informazioni che avete condiviso“, così ha dichiarato Rohit Prasad di Amazon. “Alexa utilizzerà quella preferenza vegetariana quando vi mostrerà le ricette o le scelte del ristorante su dove mangiare. Ecco come l’AI dovrebbe operare – con trasparenza su quali dati sono stati raccolti e come vengono utilizzati“.

amazon alexa privacy

In fondo, Prasad conosce bene Amazon Alexa, avendo lavorato sul dispositivo da prima del suo lancio effettivo. Da quel giorno ad oggi, il dispositivo si è fatto sempre più intelligente. Merito della grande potenza di calcolo e di alcune tecnologie avanzate come il deep learning, una tecnica di apprendimento automatico che insegna ai computer ad apprendere da un esempio. Tutto questo ha permesso agli sviluppatori di rendere il dispositivo particolarmente abile nelle richieste transazionali, per cui quando un utente emette una richiesta la macchina è in grado di rispondere. Ma il team di Prasad vuole ottenere ancora qualcosa di più da Alexa. L’obiettivo è di portare l’altoparlante intelligente verso compiti cognitivamente difficili, come la pianificazione delle vacanze o la comunicazione estesa su di un argomento particolare.

Il vero sogno di Prasad, però, è che Alexa interagisca con gli utenti in un modo più umano, tanto da riuscire a sostenere conversazioni della durata di una ventina di minuti circa. Allo stato attuale, però, sta lavorando per rendere il dispositivo più consapevole di sé, permettendogli di sfruttare l’intelligenza multimodale. Questo significa che in futuro l’altoparlante potrebbe svolgere più di un compito alla volta, proprio come fanno gli esseri umani. E non solo. Amazon Alexa dovrebbe prevedere le richieste in base alle preferenze e all’ambiente dell’utente, nonché imparare dai propri errori. In questo senso, l’altoparlante intelligente diventerebbe un vero e proprio membro della famiglia, in grado di ascoltare le esigenze di chi la abita ogni giorno. E soddisfarle a pieno. Un progetto futuro, a cui Prasad sta lavorando con entusiasmo ed impegno.

Dobbiamo lavorare su queste tecnologie AI per rendere Alexa più intelligente su più attività e sviluppare cose come il ragionamento basato sul buon senso. Non esiste nella sua forma completa, ma è così che si sta evolvendo. Questa è la mia visione a lungo termine per Alexa“. Così chiosa Prasad, lasciandoci pensare che il dispositivo a breve sarà il nostro compagno di conversazione in casa, piuttosto che un semplice altoparlante da tavolo.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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