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Amazon e il sindacato, la società pensa a un appello

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Qualche giorno fa abbiamo riportato la notizia dell’apertura del primo sindacato di Amazon negli Stati Uniti, ma sembra che la società stia già valutando di ricorrere in appello. Per il momento, la società starebbe pensando a un’ingiunzione per posticipare la nascita formale dell’associazione, in modo da poter trovare prove per bloccare il procedimento. Sembra che secondo l’azienda il sindacato abbia “minacciato i dipendenti per obbligarli a votare ‘sì'”.

Amazon pensa di ricorrere in appello contro la formazione del sindacato

Lo stabilimento di Staten Island, noto come JFK8, all’inizio di questa settimana aveva votato per formare il primo sindacato all’interno dell’azienda che gestisce l’e-commerce più grande al mondo e non solo. Con 2654 voti favorevoli contro 2131 voti contrari, l‘Amazon Labor Union (ALU), sindacato formato all’inizio di quest’anno, diventava l’ente di riferimento per i lavoratori nello stabilimenti. Un successo, dopo che l’anno scorso allo stabilimento di Bessemer in Alabama la formazione di un sindacato era stata bocciata ai voti.

Sembra però che Amazon voglia mettere in dubbio la legittimità di questa votazione. Già alla chiusura della votazione l’azienda aveva rilasciato un comunicato stampa in cui spiegava che avrebbe valutato le proprie opzioni. Compresa la possibilità di appellarsi al NLRB, l‘organo federale americano che reputa le dispute sindacali. E sembra che questo sia il prossimo passo per la società, stando a quanto riporta The Verge.

Le critiche della società

Secondo quanto emerge dalla bozza di documento ottenuta da The Verge, Amazon vorrebbe più tempo per raccogliere prove. Prove sul fatto che il sindacato avrebbe “minacciato i dipendenti per forzarli a votare sì” e che avrebbe “fatto campagna elettorale e interferito con i dipendenti in coda per votare”. E addirittura che avrebbe “minacciato gli immigrati di perdere i loro benefit se non avessero votato”.

Stando a fonti internet del NLRB, Amazon non ha ancora consegnato ufficialmente il documento. Ma se così facesse avrebbe tempo fino al 22 aprile per portare le prove di quanto affermato.

In risposta alle presunte accuse di Amazon, un portavoce dell’Amazon Labor Union ha risposto a Reuters. “Dire che l’Amazon Labor Union abbia minacciato i dipendenti è davvero assurdo”.

Il riferimento sta al fatto che quando lo stabilimento di Staten Island aveva iniziato le campagne sindacali l’anno scorso, la stessa NLRB aveva lanciato un’investigazione sulle presunte minacce di alcuni dirigenti Amazon ai lavoratori per votare no. Stando a quanto riportava Vice, alcuni manager avrebbero chiamato a colloquio i lavoratori per parlare della questione. Con toni che la NLRB definiva minacciosi.

Entrambe le parti starebbero quindi riportando possibili illeciti degli avversari, lasciando la situazione ancora molto in sospeso. Amazon dovrebbe presentare entro la fine della settimana un’eventuale ingiunzione, che potrebbe posticipare (o persino annullare) l’inizio delle trattative sindacali. Vi terremo aggiornati.

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