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Anonymous, hacker uniti per l’Ucraina: i risultati della cyber war

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Continua la cyber war contro il Cremlino, con gli hacker del collettivo Anonymous che annunciano di aver colpito oltre 2.500 siti e servizi russi. Ma non sono gli unici hacker a sostenere l’Ucraina: oltre ad Anonymous ci sono oltre 280 mila membri nel gruppo Telegram della IT Army of Ukraine. Ecco i risultati di questa guerriglia contro l’apparato informatico russo.

Anonymous e gli altri hacker per l’Ucraina: colpiti oltre 2.500 siti russi

La minaccia informatica russa non può essere sottovalutata. Se l’avanzata delle truppe nel territorio ucraino spaventa e sta avendo un tragico costo umano, gli hacker del Cremlino sono un supporto fondamentale per i militari. Oltre che per fomentare la propaganda e nascondere le vere informazioni riguardo il conflitto alla popolazione russa.

Per questo motivo le operazioni di cyber war dall’altra parte del fronte sono fondamentali. Tanto che lo stesso vice primo ministro ucraino e ministro per la Transizione digitale, Mykhailo Fedorov, ha da subito fatto un appello chiaro alla comunità hacker.

Un appello che Anonymous ha raccolto subito, ma non è il solo gruppo di hacker a lottare per l’Ucraina. Sono infatti oltre 280 mila gli iscritti al canale Telegram che prova a coordinare gli attacchi contro Mosca. Con la stessa precisazione che Anonymous pubblica su Twitter: “No. Anonymous non è in guerra con la Russia. Siamo in guerra contro Putin. Il popolo russo non sostiene la guerra di aggressione di Putin contro il popolo ucraino”.

La grande quantità di hacker di ogni livello (fra cui probabilmente si ‘nascondono’ anche esperti di sicurezza americani o di altre nazioni alleate all’Ucraina, però senza esporsi), rende difficile attribuire i risultati conseguiti. I risultati di Anonymous per difendere l’Ucraina e attaccare la Russia potrebbero contare anche operazioni di gruppi non affiliati. Ciononostante, i risultati sembrano esserci, nonostante il silenzio da parte del Cremlino sui colpi strategici che riceve.

Oltre 2.500 siti russi colpiti

Risultati che iniziano a essere sostanziosi. Se alla fine del weekend scorso riportavamo l’annuncio di 300 siti russi e bielorussi colpiti, il numero sembra salire velocemente. Infatti Anonymous ha riportato di aver attaccato 2.500 siti internet. Fra questi annovera sia media di stato, banche, aziende, gruppi hacker pro-russi e aeroporti. Nell’annuncio c’è anche il termine ‘ospedali‘, anche se non abbiamo avuto notizie ufficiali a riguardo e non sappiamo cosa intenda il gruppo.

Fra questi siti, nelle ultime ore sembra ci sia anche quello del governo instaurato da Mosca in Crimea, dopo l’annessione forzata e condannata universalmente del 2014.

Inoltre, gli hacker hanno anche fatto breccia nel sito dell’Istituto di Ricerca Spaziale Russo (IKI). Gli hacker avrebbero lasciato un messaggi che (dopo un epiteto omofobo che non riporteremo) recita: “Ci dispiace, cosmonauti??? non so che dire, andate a farvi un bel sito invece che minacciare le persone con la Stazione Spaziale Internazionale, capito?. E poi lasciate in pace l’Ucraina o Anonymous vi f***rà ancora di più :))”. Il riferimento è alla menzione del fatto che la Russia ha il controllo dei motori della ISS, fatto precedente dall’Agenzia. La notizia arriva dopo che gli hacker avevano già avuto accesso al sito di Roscosmos, l’agenzia spaziale russa.

AGGIORNAMENTO delle 20.30 del 04/03: Secondo quanto riportano fonti giornalistiche (qui Open) hanno confermato la notizia della pubblicazione da parte di Anonymous dei dati personali di 120 mila soldati della Federazione Russa. Un primo elenco era già stato pubblicado dal giornale Pravda Ucraina.

I precedenti attacchi di Anonymous e degli hacker uniti per l’Ucraina

Ricordiamo che nei giorni scorsi abbiamo visto diversi attacchi hacker a istituzioni e media russi. Questo il riassunto dei giorni scorsi (qui potete leggere le news nella loro interezza).

Il fronte della guerra cibernetica contro Mosca e in continuo movimento, vi terremo aggiornati in caso di nuovi colpi eclatanti. Invitandovi comunque a prendere le notizie con le pinze: fra la censura russa e l’anonimato degli hacker, diventa difficile anche per noi verificare indipendentemente le informazioni. Cerchiamo di farlo al meglio, ma alcuni report potrebbero essere poco accurati o mal attribuiti: nel qual caso rettificheremo. Vi teniamo aggiornati.

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