Facciamo il punto sulle auto a guida autonoma, che negli ultimi anni stanno facendo parlare sempre più di sé. Scopriamo cosa sono, come vengono classificate, grazie a quali tecnologie funzionano e qual è il loro grado di sicurezza.
Cos’è un’auto a guida autonoma
Non occorre un eccessivo sforzo di fantasia per immaginare cosa sia un’auto a guida autonoma, o autovettura autonoma. Si tratta di un veicolo in grado di sollevare il conducente da quasi tutti i compiti di guida.
Anche se quel quasi, aggiungiamo, nei progetti di alcuni imprenditori potrebbe essere presto depennato. Lo ha detto Elon Musk, promettendo che presto le vetture Tesla saranno in grado di raggiungere il livello 5, ovvero il grado di autonomia completa.
Come funzionano le auto a guida autonoma
In estrema sintesi, attraverso un complesso sistema di telecamere, sensori, radar, connessione iperveloce, centraline e computer di bordo, le autovetture autonome sono in grado di riconoscere l’ambiente esterno e organizzare la navigazione senza bisogno dell’intervento umano.
L’ambiente viene analizzato con diverse tecniche tra cui il radar, il lidar (che permette di determinare la distanza di un oggetto tramite un impulso laser), il sistema satellitare globale di navigazione e la computer vision.
Tutte le informazioni ricevute vengono elaborate da un sistema di controllo avanzato, che individua segnaletica, ostacoli e il percorso più appropriato.
Le auto a guida autonoma sono inoltre capaci di aggiornare le proprie mappe in base a input sensoriali.
La classificazione delle auto a guida autonoma
Parlando dei modelli Tesla, Elon Musk ha fatto riferimento al livello 5, l’ultimo dei sei livelli in cui sono classificate le autovetture autonome.
Partiamo dal livello 0, dove non c’è alcuna autonomia, per arrivare al livello 1, in cui il pilota – che deve sempre occuparsi di tutti gli aspetti della guida – è aiutato da allarmi visivi o acustici su condizioni di pericolo o sfavorevoli. La responsabilità è ancora interamente del conducente.
Con il livello 2 siamo già a una parziale automazione del veicolo: l’auto può intervenire con sistemi di sicurezza come la frenata assistita e quella di emergenza, oltre a essere in grado di mantenere la corsia.
Il livello 3 è quello dell’automazione condizionata: l’auto gestisce completamente la guida in situazioni ordinarie. Al guidatore è chiesto solo l’intervento in condizioni avverse.
L’alta automazione si raggiunge con il livello 4. Siamo a un passo dalla guida autonoma assoluta. È il caso dei robotaxi, ossia i taxi senza conducente che Waymo sta sperimentando negli Stati Uniti. Unico limite: il sistema non può essere attivato in determinate condizioni, come per esempio in caso di forte maltempo.
La completa automazione si raggiunge – per ora solo in teoria – con il livello 5. La vettura, che non necessita di volante e pedali, è sempre e costantemente autonoma.
Auto a guida autonoma: il problema della responsabilità
Anche se i costruttori, per motivi promozionali, parlano in modo troppo disinvolto di guida autonoma, a oggi i veicoli acquistabili dai privati hanno raggiunto al massimo il livello 3 del grado di automazione.
La differenza non riguarda solo la nomenclatura o la tecnologia. Se siamo ancora nell’ambito della guida assistita, infatti, la responsabilità è ancora tutta a carico del guidatore.
Auto a guida autonoma: il problema della sicurezza
Le autovetture autonome si stanno mettendo a punto per ridurre di oltre il 90% il rischio di incidenti stradali. La prospettiva è quella di salvare milioni di vite umane. Secondariamente, si garantirebbe maggiore mobilità a persone disabili o con mobilità ridotta, e il traffico migliorerebbe, con conseguenti minori emissioni di Co2.
Tuttavia, i test sulla guida autonoma hanno causato diverse vittime. E altre sono state provocate da un’eccessiva fiducia nei sistemi di automazione già in uso in alcune vetture (come ad esempio nelle auto elettriche Tesla dotate di Advanced Autopilot).
Ma di chi è la responsabilità civile e penale negli incidenti causati dai sistemi di guida autonoma?
L’argomento è oggetto di intensi dibattiti e analisi, e dal punto di vista legale non si è ancora giunti a una soluzione. Resta infatti da decidere come suddividere le responsabilità fra il proprietario e (parziale) conducente dell’auto, l’azienda che produce la vettura e quella che produce il software di guida.
La legislazione in Italia
Mentre l’UE sta lavorando a una regolamentazione comune su tutti i tipi di trasporto a conduzione autonoma su gomma e rotaia, in Italia nel 2018 il Ministero dei Trasporti ha emanato il Decreto Smart Road, che contiene nuove regole per la sperimentazione di veicoli a guida autonoma su strade pubbliche. Il testo identifica le vetture autonome come dotate “di tecnologie capaci di adottare e attuare comportamenti di guida senza l’intervento attivo del guidatore, in determinati ambiti stradali e condizioni esterne”. E ha istituito un osservatorio tecnico per coordinare le varie iniziative e sperimentazioni, e per supportare studi e ricerche sul tema della sicurezza.
Insomma: sembra che per adesso le auto a guida autonoma stiano andando… più veloce della legge.
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