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SOC Investment Group si oppone all’accordo tra Activision Blizzard e Microsoft

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L’accordo tra Activision Blizzard e Microsoft non piace a SOC Investment Group. Sembra infatti che il gruppo si stia opponendo all’acquisto effettuato a gennaio 2022 – le cui trattative sono ancora in corso. Scopriamo insieme i dettagli.

L’accordo tra Activision Blizzard e Microsoft non piace a SOC Investment Group

Prima di entrare nel dettaglio, facciamo un breve riassunto; nel gennaio 2022, Microsoft ha acquistato lo sviluppatore Activision Blizzard per poco meno di 69 miliardi di dollari, dando vita a quella che, probabilmente, risulta essere una delle più grandi acquisizioni degli ultimi anni (se non la più grande).

Tuttavia, l’acquisizione dello sviluppatore di giochi è ancora in corso, allo stato attuale.

Ed è proprio qui che entra in gioco il SOC Investment Group. Il gruppo ha recentemente inviato una lettera agli azionisti di Activision Blizzard, essenzialmente esortandoli a votare contro l’acquisto di Microsoft. La riunione degli azionisti per discutere dell’argomento è prevista tra due settimane, il 28 aprile 2022.

Nella lettera, il SOC afferma:

Questa transazione non riesce a valutare correttamente Activision e il suo futuro potenziale di guadagno, in parte significativa perché ignora il ruolo che la crisi delle molestie sessuali – e la gestione incompetente del consiglio di Activision – ha giocato nel ritardare il rilascio dei prodotti e nel deprimere il prezzo delle azioni.

Il SOC menziona anche che l’affare non dovrebbe andare in porto a causa delle accuse sul posto di lavoro che la società di gioco ha affrontato e di cui abbiamo a lungo parlato durante la seconda metà del 2021.

Il SOC conclude in questo modo:

Non crediamo che gli azionisti di Activision debbano guardare ad una transazione per ricostruire il valore perso dal fallimento del management di Activision nel garantire la sicurezza e l’equità sul posto di lavoro.

Non è la prima volta che il SOC commenta lo stato dello sviluppatore, attualmente in difficoltà. L’anno scorso il gruppo ha anche affermato che i dirigenti dell’editore devono essere ritenuti responsabili per la crisi di cattiva condotta dell’anno scorso.

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