Spike, la pietra proveniente dalla barriera israeliana con la scritta di Banksy, è stata venduta all’asta come NFT per 152.119,50 USD pari a 65 ETH (Ethereum). Il 50% del ricavato sarà devoluto ad associazioni benefiche.
Spike di Banksy venduta come NFT
Si è conclusa il 30 luglio l’asta lanciata lo scorso 22 luglio. Questa aveva come oggetto l’NFT di Spike, opera del noto street artist Banksy. L’asta è stata gestita da Valueart, realtà che sviluppa Non Fungible Token derivati da opere d’arte originali. Spike, infatti, è una pietra che arriva direttamente dalla barriera israeliana, comprendente la scritta dell’anonimo artista.
L’opera è stata acquistata al prezzo di 152.119,50 USD pari a 65 Ethereum. L’aggiudicatario ottiene così sia l’NFT, sia i diritti per la riproduzione dell’opera d’arte digitale. Il 50% dei proventi, pari a 76.059,75 USD, sarà devoluto in beneficenza. Nello specifico andranno a sostegno delle organizzazioni che operano per aiutare le vittime dei conflitti a livello globale.
Le immagini dell’opera e i progetti futuri di Valueart
La prossima opera che sarà battuta all’asta da Valuart nel mese di ottobre. Questa volta l’NFT il manto che Papa Giovanni Paolo II ha indossato la sera del 24 dicembre 1999, durante la cerimonia di apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro. Un evento che ha segnato anche l’inizio del Giubileo del 2000. Si tratta di un capolavoro realizzato dal celebre artista Stefano Zanella.
“Siamo molto soddisfatti della riuscita di questa nostra prima asta che ha offerto non solo la riproduzione digitale di Spike, ma un’opera d’arte totalmente nuova”, afferma Etan Genini, co-founder di Valuart. “Il viaggio della pietra Spike dalle profondità dell’universo al Mar Morto è stato accompagnato dall’interpretazione unica di E lucevan le stelle dalla Tosca di Giacomo Puccini a opera di Vittorio Grigòlo: si tratta di un’efficace dimostrazione delle potenzialità artistiche offerte dalla cryptoarte. Proseguiamo ora il nostro lavoro per la creazione e l’asta del prossimo NFT che intende valorizzare un capolavoro dell’arte tessile italiana: il manto giubilare di Giovanni Paolo II”.