Il mondo del videogioco è in una fase molto particolare della sua storia. L’evoluzione degli ecosistemi, della tecnologia e della community ha aperto enormemente le porte alla creatività e siamo ricchi di storie di fenomeni planetari partiti da una singola idea brillante. Ma perché questi progetti possano nascere, crescere e svilupparsi, serve un terreno fertile. Ed è questo l’obiettivo di Bologna Game Farm, un’iniziativa arrivata alla sua terza edizione: in queste ore sono stati svelati i prototipi dei team vincitori e noi siamo andati a scoprirli di persona. E sono qualcosa di davvero straordinario.
Che cos’è di preciso Bologna Game Farm?
Questa iniziativa, che come dicevamo è già alla sua terza edizione, nasce proprio con l’obiettivo di creare un terreno fertile per il settore videoludico italiano, in particolare in Emilia Romagna. E non è un caso quindi che il centro di questo progetto stia proprio nelle Serre Dei Giardini Margherita, proprio a Bologna.
Come ci ha spiegato la Project Manager Sara De Martini, del Settore Cultura e Creatività del Comune di Bologna, tutto parte con una selezione di quattro team dal territorio, che riceveranno un supporto concreto e diversificato per realizzare la propria idea. Nello specifico, soldi, spazi e servizi.
Per settimane i team avranno la possibilità di ricevere il tutoraggio di esperti del settore come Luca Marchetti e Gerardo Verna, approfondendo i diversi aspetti dello sviluppo videoludico. Un percorso di formazione che essendo focalizzato su così pochi partecipanti riesce a essere davvero incisivo.
Per i primi si parla di 30.000 euro, con cui è possibile finanziare il progetto in ogni sua parte, compresi eventuali contributi esterni, dal doppiaggio alle consulenze. Gli spazi sono invece quelli di coworking, messi a disposizione proprio nelle sopracitate Serre. Ma il punto forte di Bologna Game Farm sono i servizi: un anno di “accelerazione” sotto il coordinamento di Ivan Venturi.
L’obiettivo, anche con il supporto di grandi nomi dell’industria, è fornire una formazione davvero completa, anche oltre gli aspetti creativi o tecnici. Non solo quindi “come si programma un videogioco” ma anche “come si organizza il lavoro”, “come si crea un business” e “come si trova un publisher“. A questo proposito, c’è una grande attenzione anche al percorso di auto-pubblicazione. Una strada che negli ultimi anni ha dimostrato di offrire grandi vantaggi e che per questo è importante conoscere.
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Ma quali sono quindi i titoli di quest’anno?
Insomma, Bologna Game Farm è un’iniziativa che aiuta davvero i team che vogliono dare vita a un videogioco a realizzare il proprio progetto. E lo abbiamo visto con i partecipanti di quest’anno, che presentano una composizione assolutamente eterogenea.
Ci sono squadre che si sono presentate all’inizio del percorso con una struttura già rodata da progetti precedenti e gruppi che erano alle primissime esperienze. Figure con un percorso professionale nella programmazione capaci di complessissime evoluzione tecniche e chi invece aveva un’idea assolutamente creativa. E soprattutto, progetti diversissimi per genere, anima e mood.
Noi abbiamo potuto toccare con mano le vertical slice di tutti questi titoli, giocando ed esplorandoli. Se vi abbiamo incuriosito abbastanza, è tempo di gettarci nella mischia e scoprire effettivamente quali sono i videogiochi protagonisti di questa nuova edizione di Bologna Game Farm.
KAI, di Dandelion
Questo è un progetto assolutamente particolare, il più difficile da inquadrare tra tutti quelli presenti in questa edizione. Noi prendiamo il controllo di Akira, precipitata da un’astronave in un ambiente sottomarino, che dovremo esplorare per risolverne i misteri. Il tutto è avvolto da un’atmosfera leggera, creata da una combo eccezionale di design e musiche.
Nella nostra demo ci siamo trovati a piazzare delle esche per spingere i pesci a seguire un percorso preciso e aprire nuove vie. Passare dalla prima persona alla terza significa passare da un ambiente spaziale a uno subacqueo (e questo probabilmente avrà delle ragioni narrative nel prodotto finale). E questo ci intriga tantissimo.
Come detto, si tratta di un titolo originale, che promette di essere un’esperienza videoludica diversa. Ma è evidente la spinta creativa, che potrebbe rendere KAI un assoluto cult, da esplorare a fondo per comprenderne tutta la mitologia. La riprova della creatività a cui può aprire le porte un’iniziativa come Bologna Game Farm. Qui potete trovare la sua pagina Steam, per metterlo fin da subito in wishlist.
Block number 5, di Mad Squares
In questo gioco ci troveremo a esplorare le pieghe della street art, bomboletta alla mano. Interpreteremo infatti un writer, che cerca di esprimersi tramite la propria arte nella giungla urbana di Pyramid, una città su multipli livelli, che sembra uscita da una distopia cyberpunk. Si tratta di un progetto dall’anima crossmediale a cui, almeno nei piani, potranno collaborare tantissimi artisti da tutto il mondo.
Il nostro compito è quello di muoverci per la città compiendo diverse missioni e ovviamente lasciando il segno del nostro passaggio sui muri. C’è un sistema che ci permette di disegnare su tutte le superfici che vediamo, selezionando tanti artwork differenti, sbloccandone sempre di più. E naturalmente dobbiamo stare attenti a non farci “pizzicare” da altri cittadini o dalla polizia.
Si tratta di un titolo che parte da una base relativamente semplice, con un free roaming e missioni da svolgere, ma che ha grandi ambizioni. Sia perché può essere un ottimo strumento per conoscere sempre meglio la cultura hip-hop e quella del writing, sia perché l’obiettivo è quello di implementare feature affascinanti come un editor per graffiti personali. Da tenere d’occhio assolutamente.
Sliding Hero, di Silent Chicken
Questo gioco ha due grandi riferimenti dichiarati dal suo autore nella presentazione: Legend of Zelda e le grotte di ghiaccio dei Pokémon. E una volta preso in mano il pad o la tastiera ci rendiamo conto immediatamente che è così, ma mescolato con tanta cultura classica italiana.
Si tratta di un puzzle game, dove il protagonista si muove solamente in una direzione finché non incontra un ostacolo. Ci troveremo quindi a indossare i panni di Luca Sicomoro, militare della Repubblica di Venezia, bloccato in un labirinto misterioso. Dovremo aiutarlo a uscirne passando di quadro in quadro, risolvendo enigmi sempre più complicati.
Questo è un puzzle game che appare davvero sfidante e che ci ha da subito incuriosito. Graficamente presenta una pixel art affascinante (peraltro realizzata da precedenti partecipanti a Bologna Game Farm, a riprova del ruolo di costruzione di un ecosistema di questa iniziativa) e apparentemente anche a livello narrativo ci sarà molto da esplorare. Noi l’abbiamo già messo in wishlist su Steam.
Terrorbane Viral, di BitNine
I ragazzi di BitNine sono già rodati, avendo dato vita in passato a Terrorbane, premiato come Best Italian Game nel 2023 agli IVGA. Ora tornano in azione con un titolo che parte da quell’immaginario, ma per proporre qualcosa di concretamente diverso.
In Terrorbane Viral ci troveremo all’interno di un computer, assaliti da orde e orde di virus che cercano di abbatterci. Scappando in ogni direzione potremo provare a sconfiggerli, raccogliendo lungo la strada potenziamenti che ci serviranno a sopravvivere il più a lungo possibile. Ma c’è qualcosa di strano in questo attacco, che piano piano sveleremo…
Si tratta di un titolo che già in questa versione iniziale è assolutamente divertente. Scappare dalle orde di virus che ci inseguono, cercando al contempo di migliorarci sempre più è coinvolgente e pur se in fase embrionale si nota già quel pizzico di comicità assurda che sa fare il grande gioco. Il potenziale per un titolo memorabile c’è tutto, teniamolo d’occhio.
Bologna Game Farm si conferma un’ottima realtà in cui credere
Insomma, abbiamo visto quattro progetti davvero interessanti, con idee originali e diversissime fra loro. Team che in poche settimane sono riusciti a creare delle vertical slice già profonde e tutte con qualcosa di particolare, che le renda uniche.
Una testimonianza di quanto Bologna Game Farm sia un’iniziativa da sostenere. Il supporto che è capace di fornire, sia di mezzi, ma soprattutto di formazione è fondamentale, nel senso letterale della parola: sono progetti come questi che possono mettere delle fondamenta solide su cui costruire l’industria italiana che come sappiamo ha grandissimo potenziale. E non manca assolutamente di idee.
Se volete scoprire di più su Bologna Game Farm e magari partecipare ai suoi futuri passi, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale.
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