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Bonus benzina da 200 euro prorogato sino a marzo. Cos’è, a chi spetta?

Si tratta di un’agevolazione riservata ai lavoratori dipendenti

Il caro benzina tiene banco. Specie perché il governo, con una decisione che sta suscitando forti polemiche, ha deciso di non prorogare lo sconto sulle accise.

Sulla sofferta scelta si è espresso Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Ciriani ha detto che la misura “costa oltre un miliardo al mese. Il governo ha deciso di utilizzare quelle risorse per aumentare le pensioni minime, per tagliare il cuneo fiscale, quindi tutte misure sociali. È chiaro che se ci sarà la possibilità , e i conti lo consentiranno, appena possibile potremo ridurre anche il costo della benzina. Ma ricordo che abbiamo impegnato 30 miliardi per ridurre il costo delle bollette.”

Tuttavia, nella giornata di martedì 10 gennaio il governo ha approvato un decreto-legge che mira a contrastare il caro benzina.

Tra le altre cose, il decreto contiene una proroga del bonus benzina da 200 euro fino a marzo.

Vediamo com’è articolato il decreto-legge.

bonus 200 euro 1

Il decreto sulla trasparenza del prezzo dei carburanti

Si chiama così il decreto voluto dal governo, “che introduce disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del Garante prezzi.”

Anzitutto, è stato prorogato sino a marzo il bonus benzina da 200 euro. Scopriamo più da vicino questo e gli altri punti del decreto.

Bonus benzina prorogato. I destinatari

Anche per il trimestre gennaio-marzo 2023 varranno dunque i bonus benzina per i lavori dipendenti.

Ma chi sono, nello specifico, i destinatari?

Il bonus benzina, o più precisamente il bonus carburanti, può essere erogato dai datori di lavoro del settore privato ai propri dipendenti. Ne hanno diritto anche i dipendenti degli studi professionali. E, come leggiamo nella circolare dell’Agenzia delle Entrate dello scorso 14 luglio, “anche i soggetti che non svolgono un’attività commerciale e i lavoratori autonomi, sempre che dispongano di propri lavoratori dipendenti”.

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Sono invece “escluse dal settore privato e, di conseguenza, dall’agevolazione in esame, le amministrazioni pubbliche”.

Modalità di erogazione

I lavoratori dipendenti non devono fare alcuna domanda.

Il bonus benzina verrà erogato direttamente dal datore di lavoro, a sua discrezione, sotto forma di voucher, “nel rispetto dei presupposti e dei limiti normativamente previsti, anche ad personam e senza necessità di preventivi accordi contrattuali, sempreché gli stessi non siano erogati in sostituzione dei premi di risultato”. E avrà un valore massimo di 200 euro.

Anche per il trimestre del 2023, come recita la nota del governo, l’agevolazione “non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente.”

Ciò significa che, per non essere tassati, beni e servizi erogati nel periodo d’imposta dal datore di lavoro a favore di ciascun lavoratore dipendente possono raggiungere un valore di 200 euro per uno o più buoni benzina, e un valore di 258,23 euro per l’insieme degli altri beni e servizi (compresi eventuali ulteriori buoni benzina).

Bonus carburanti

La dicitura precisa dell’agevolazione sarebbe bonus carburanti. Perché, come leggiamo nella circolare di luglio, si tratta di “erogazioni corrisposte dai datori di lavoro privati ai ‪propri lavoratori dipendenti per i rifornimenti di carburante per l’autotrazione (come benzina, gasolio, GPL e metano).”

La circolare specifica inoltre come “l’erogazione di buoni o titoli analoghi per la ricarica di veicoli elettrici debba rientrare nel beneficio di cui trattasi, anche al fine di non creare ‪ingiustificate disparità di trattamento fra differenti tipologie di veicoli.”

Le altre misure

Il decreto del governo contro il caro carburante comprende altre tre misure. Intanto, diventa giornaliero l’obbligo per “gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile” (i benzinai, insomma) di comunicare il prezzo di vendita praticato.

Ciò significa che dovrà essere esposto “con specifica evidenza” il prezzo medio giornaliero nazionale, stabilito dal Ministero delle imprese, e quello praticato.

Inoltre, per gli esercenti che non si adattano alla nuova norma, saranno rafforzate le sanzioni amministrative. E, in caso di recidiva, si può arrivare alla sospensione dell’attività per un periodo da sette a novanta giorni.

Saranno poi rafforzati i collegamenti tra il Garante prezzi e l’Antitrust, e tra il Garante e la Guardia di Finanza, “per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative.”

Infine verrà istituita una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi.

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Autore

  • Claudio Bagnasco

    Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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