Probabilmente vedremo il volto di Christian “Bobo” Vieri ancora per qualche mese. Ci riferiamo alla sua partecipazione allo spot voluto dalla Presidenza del Consiglio e dall’Agcom, in cui si prendono di mira gli spettatori che si godono gli eventi in streaming (soprattutto il calcio) attraverso collegamenti illegali.
In un recentissimo articolo vi avevamo detto che Piracy Shield, la piattaforma anti pezzotto, sarebbe stata attiva da giovedì 7 dicembre. E quindi, in concreto, si sarebbe applicata da venerdì 8, giorno del prestigioso anticipo di Serie A Juventus-Napoli.
Ma attiva non significa operativa. E quindi tutto verrà rimandato a gennaio: ora entreremo in una fase di test.
Piattaforma anti pezzotto in azione da gennaio
Piracy Shield, piattaforma anti pezzotto donata lo scorso agosto dalla Lega Calcio all’Agcom, è attiva ma sarà operativa da gennaio.
È la stessa Agcom a renderlo noto tramite una nota apparsa sul suo sito ufficiale nella giornata di venerdì 8 dicembre. Il cui titolo dice già tutto: “Al via la piattaforma per il blocco dei siti che diffondono illecitamente eventi sportivi live. Entro il 31 gennaio la piena operatività.”
I provider dovranno… allenarsi
Il funzionamento della piattaforma anti pezzotto è spiegato nel comunicato Agcom. E “si basa su un sistema machine to machine: i titolari accreditati, che hanno già ottenuto un provvedimento cautelare per la tutela del diritto protetto, a fronte di ulteriori violazioni del medesimo diritto, possono caricare le segnalazioni di violazione, assistite da un adeguato corredo probatorio, sulla piattaforma che le indirizza automaticamente agli ISP accreditati i quali provvedono al blocco dell’indirizzo IP e/o dell’FQDN entro i successivi 30 minuti.”
Saranno i provider stessi a usare la piattaforma anti pezzotto, e avranno tempo per testarla da qui sino alla fine di gennaio 2024. Iniziando proprio dall’anticipo di serie A Juventus-Napoli.
La piattaforma attiva dal 7 dicembre
Ricordiamo perché la piattaforma prende ufficialmente il via dal 7 dicembre.
La legge di riferimento contro la pirateria online è la numero 93 del 14 luglio 2023. I cui emendamenti, in modo poco prevedibile, sono stati inseriti nel cosiddetto decreto Caivano, quello contenente “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”.
Nel suo testo iniziale la realizzazione della piattaforma anti pezzotto era attesa “entro il termine massimo di sei mesi dalla convocazione del tavolo tecnico.” Ma un emendamento ha dimezzato i tempi, riducendoli a tre. E siccome il tavolo tecnico è stato convocato lo scorso 7 settembre, i conti sono presto fatti.
Le dichiarazioni
Sulla piattaforma anti pezzotto si è espresso Luigi De Siervo, ad della Lega Serie A. De Siervo ha detto: “L’infinita battaglia tra guardie e ladri è arrivata a uno snodo cruciale, perché finalmente si riuscirà a interrompere concretamente il flusso di segnali.
È importante evidenziare che il blocco, da eseguirsi entro 30 minuti dalla segnalazione, sarà applicato a tutti i soggetti che forniscono accesso alla rete, dunque non solo a tutti gli Isp tradizionali.”
Calcio e pirateria: da gennaio pronta la piattaforma anti pezzotto
Repubblica ha poi chiesto un parere a Giacomo Lasorella, presidente di Agcom, sull’impegno assunto dalle realtà coinvolte nel progetto. Lasorella ha dichiarato: “Le società di Internet hanno proposto anche altre soluzioni, insieme siamo approdati a questa. E’ chiaro che le società di Internet si faranno carico di un aggravio organizzativo: lo capisco. Però la legge prescrive un certo percorso e tutti dovranno cooperare.”
E ha aggiunto: “Le emittenti televisive inizieranno a usarla già da domani. Ci hanno chiesto di avviare una fase, diciamo così, di test operativi e di rodaggio. Entro il 31 gennaio 2024 la piattaforma dovrà essere operativa. Noi confidiamo, però, che parta prima possibile nel pieno delle sue funzionalità.”
Le multe
Una volta oscurato il sito illegale, Agcom girerà i dati di traffico alla Guardia di Finanza, alle forze di Polizia, quindi alla Procura della Repubblica, per l’accertamento dei vari reati.
Gli utenti dei siti di streaming illegale rischiano multe sino a 5.000 euro (per chi guarda “quantità notevoli di opere o materiali protetti”). Mentre chi trasmette illegalmente contenuti può essere punito con sanzioni sino a 15.000 euro e rischia una condanna penale da 6 mesi a 3 anni di detenzione.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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