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Camillo Milli è morto: fu il Presidente Borlotti ne L’allenatore nel pallone

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All’età di 92 anni, è morto Camillo Milli, volto indimenticabile per tutti gli appassionati di cinema italiano. A dare la notizia è Sky TG24, che riporta anche che l’attore si è spento a pochi giorni di distanza dalla moglie, in una clinica di Genova in cui era ricoverato a causa dei postumi del Covid. In una carriera lunga oltre 60 anni, che ha attraversato cinema, teatro e televisione, Camillo Milli ha preso parte a cult inossidabili della commedia italiana, come Vogliamo i colonnelli, Il marchese del Grillo, Fantozzi contro tutti e Fantozzi subisce ancora. Il suo ruolo più celebre è però indubbiamente quello del Presidente della Longobarda Borlotti ne L’allenatore nel pallone, protagonista di spassosi duetti con l’Oronzo Canà di Lino Banfi nella commedia calcistica per eccellenza.

La carriera di Camillo Milli

Nato l’1 agosto del 1929 a Milano, Camillo Milli si avvicina già da giovane al mondo dello spettacolo, formandosi a teatro con Giorgio Strehler presso il Piccolo Teatro di Milano. Mentre porta avanti la carriera teatrale, lavorando anche con Luigi Squarzina e Dario Fo, debutta anche al cinema, dove si impone come abile e poliedrico caratterista. Lo scelgono come interprete dei suoi film alcuni dei più grandi cineasti italiani, come Luigi Zampa (Ragazze d’oggi), Antonio Pietrangeli (Souvenir d’Italie), Mauro Bolognini (Le bambole) e Mario Monicelli (i già citati Vogliamo i colonnelli e Il marchese del Grillo).

Si staglia definitivamente nell’immaginario collettivo fra anni ’70 e anni ’80, dove prende parte ad alcuni dei maggiori successi popolari di Neri Parenti, Sergio Martino e Sergio Corbucci (fra gli altri suoi film, ricordiamo Rimini Rimini e Ho vinto la lotteria di capodanno). Continua poi la sua carriera in televisione, dove diventa una presenza fissa in CentoVetrine, pur senza farsi mancare prestigiose collaborazioni, come quella per Nanni Moretti per il suo Habemus Papam. Nel 2015 la sua ultima piccola apparizione sul grande schermo, in Si accettano miracoli di Alessandro Siani.

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