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Ue: ecco l’ok definitivo al Chips Act. 43 miliardi di investimenti

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Una delle questioni tecnologiche dirimenti riguarda la dipendenza di Usa ed Europa dai Paesi dell’Est per quanto riguarda la produzione di semiconduttori.

Lo scorso agosto, per gli Stati Uniti c’è stata una svolta in questo senso, con la firma apposta dal presidente Joe Biden al Chips and Science Act. Il piano statunitense prevede lo stanziamento di oltre 280 milioni di dollari per la produzione interna di microchip.

Un piano analogo era stato presentato nel mese di febbraio dalla Commissione europea. Il Chips Act comunitario ha superato tutte le fasi dell’iter, e il 18 aprile ha avuto il via libera di Commissione e Parlamento europei, come vi abbiamo raccontato in un articolo.

Ed ora ecco l’ok definitivo da parte del Consiglio europeo, cui partecipano i rappresentanti dei Paesi membri. Era l’ultimo passaggio necessario del processo decisionale. Adesso il Chip Act sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue, e dopo tre giorni diventerà operativo.

Cos’è il Chips Act

Cosa è il Chips Act, e quali sono i suoi obiettivi, è spiegato in una pagina del sito della Commissione Europea.

Dove leggiamo che “la normativa europea sui semiconduttori rafforzerà la competitività e la resilienza dell’Europa nelle tecnologie e nelle applicazioni dei semiconduttori e contribuirà a realizzare sia la transizione digitale che quella verde.”

Gli obiettivi del Chips Act

Il principale obiettivo del Chips Act in termini numerici è quello di arrivare al raddoppio della produzione di chip comunitari entro il 2030. Passando dall’attuale 10% della produzione globale al 20%.

Più in generale, l’obiettivo è naturalmente quello di rendere il nostro continente autonomo nella produzione di semiconduttori, e di “rafforzare la leadership europea nel campo della ricerca e della tecnologia verso semiconduttori più piccoli e più veloci”.

La normativa dovrebbe frenare il monopolio asiatico nel settore: alla fine del 2021 ben l’80% dei ricavi globali delle vendite di semiconduttori finiva nelle casse delle tre principali aziende produttrici: TSMC, Samsung e UMC.

Il Chips Act punta inoltre a sviluppare una progettazione all’avanguardia, e a sostenere una “nuova forza lavoro qualificata”.

Saranno poi modificate le regole sugli aiuti di Stato, per consentire l’apertura di nuovi centri di produzione nel territorio comunitario.

Con il Chips Act, infine, si guarda a “partenariati internazionali per i semiconduttori con paesi che condividono gli stessi principi.”

Gli investimenti

La dotazione complessiva per il Chips Act europeo è di 43 miliardi di euro, di cui 3,3 miliardi dal bilancio comunitario. Saranno “orientati alle politiche sosterranno la normativa sui semiconduttori fino al 2030, e saranno ampiamente accompagnati da investimenti privati a lungo termine.”

La nascita dell’impresa comune Chip

Oltre al Chips Act, il Consiglio europeo approvato una anche modifica del regolamento che istituisce le imprese comuni nell’ambito di Horizon Europe, così da consentire l’istituzione dell’impresa comune Chip.

L’impresa comune Chip unirà risorse dell’UE, tra cui Horizon Europe e Digital Europe, degli Stati partecipanti e del settore privato. Oltre a gestire i bandi, sarà anche responsabile della selezione dei centri di eccellenza.

La modifica è stata approvata dal Consiglio dopo una consultazione del Parlamento. I due testi saranno pubblicati nella Gazzetta ufficiale contemporaneamente.

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Le dichiarazioni

Ecco il commento di Héctor Gomez Hernandez, ministro spagnolo dell’Industria, del commercio e del turismo: “Con il regolamento sui chip, l’Europa sarà in testa nella corsa mondiale ai semiconduttori. Già ora si vedono i risultati: nuovi impianti di produzione, nuovi investimenti, nuovi progetti di ricerca. E a lungo termine si contribuirà anche alla rinascita della nostra industria e alla riduzione delle nostre dipendenze estere”.

E il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha detto: “L’approvazione del regolamento sui chips da parte del Consiglio dei Ministri Ue rappresenta un importante passo nella giusta direzione: questo atto contribuirà a recuperare i ritardi accumulati finora rispetto agli altri grandi players mondiali e fungerà da traino per l’economia europea e italiana.

Come Governo italiano, sin dal nostro insediamento, abbiamo sostenuto la necessità di una maggior autonomia strategica a livello europeo supportando gli investimenti sulle nuove frontiere tecnologiche, come i semiconduttori, le batterie elettriche, la cybersicurezza e l’intelligenza artificiale.”

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