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La legge Ue sui chip al via

L’8 febbraio al via l’Eu Chips Act. Pronti 45 miliardi di investimenti

La crisi dei chip continua, e l’Europa corre ai ripari.

Il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha fatto un annuncio importante in questo senso, in chiusura del Consiglio Competitività che si è tenuto a Lens.

La proposta di legge dell’Unione europea che punta addirittura a quadruplicare la produzione di microchip nel territorio europeo entro il 2030 è al via. Ed è stata presentata martedì 8 febbraio.

È un modo per avviarsi verso l’autonomia e svincolarsi dalla dipendenza nei confronti dell’Asia, come ha avuto modo di ricordare lo stesso Breton.

Scopriamo meglio in cosa consiste la legge dell’Ue sui chip, che dovrebbe garantire all’Europa di uscire dal profondo stallo nel settore, che si è fatto sentire a livello globale.

La legge Ue sui chip al via

Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, aveva fissato una data: martedì 8 febbraio. Giorno in cui l’Eu chips Act, la proposta di legge Ue sui chip, è stata presentata.

Ne ha spiegato il senso lo stesso Breton. Che ha detto: “Non siamo protezionisti”. La proposta di legge compenserà la dipendenza dell’Europa dall’Asia. E questo avverrà attraverso “molti investimenti per rafforzare la ricerca, accogliere mega-fabbriche e avere gli strumenti che garantiscano la sicurezza degli approvvigionamenti”.

chip

Pronti 45 miliardi di euro

È nuovamente Thierry Breton, intervistato dal quotidiano tedesco Handeslblatt, a far sapere che l’industria europea dei chip sarà sostenuta con 45 miliardi di euro di investimenti. Di cui 10 provenienti da investimenti diretti, 5 da investitori privati e ben 30 da programmi come il Next generation Eu e Horizon.

Così ha parlato Breton: “Si tratta di un’iniziativa importante per le nostre aziende, le nostre economie e i nostri interessi geostrategici”. Ha aggiunto che sono previste proposte sulla “sicurezza dell’approvvigionamento in situazioni di crisi”.

L’obiettivo è quello di quadruplicare l’attuale produzione di chip in Europa entro il 2030, per arrivare a conquistare il 20% del mercato globale.

L’Eu Chips Act

La proposta di legge Ue sui chip è stata presentata dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen al World Economic Forum di Davos, che per il secondo anno consecutivo si è tenuto in modalità virtuale (dal 17 al 21 gennaio scorso).

Il presidente della Commissione Ue ha spiegato che l’Eu Chips Act è stato pensato “per rafforzare la capacità di produzione dei microchip, e includerà cambiamenti alle regole di aiuto di stato per creare fabbriche per la produzione in Unione Europea“.

Ursula von der Leyen ha poi indicato i cinque ambiti di intervento. Ci sarà più produzione localizzata in Europa, una leadership europea nel design, un impegno a fronteggiare la mancanza globale di semiconduttori. Oltre al sostegno alle aziende innovative del settore e a una “modifica delle regole sugli aiuti di Stato” che permette l’apertura di centri di produzione nel territorio europeo.

Von der Leyen ha aggiunto: “La domanda per i semiconduttori nel mondo sta esplodendo, i microchip sono ovunque oggigiorno, non c’è economia digitale senza i microchip e il fabbisogno dell’UE raddoppierà in dieci anni. Ecco perché dobbiamo alzare la posta in gioco quando si parla di produzione”.

Il monopolio dell’Asia

La crisi del chip è diffusa a livello planetario, e ha creato problemi a tutti i giganti del tech.

La legge europea sui chip vuole essere un coraggioso tentativo di smarcarsi dallo strapotere asiatico in questo ambito. Basti pensare che le tre principali aziende sviluppatrici, TSMC , Samsung e UMC (che non hanno stabilimenti in Europa) hanno rappresentato il 77% dei ricavi delle vendite globali di semiconduttori nel terzo trimestre del 2021.

GlobalFoundries, il quarto produttore mondiale, genera il 6% del fatturato globale, e ha industrie anche in Europa, a Dresda.

Siltronic resta tedesca: lo stop di Berlino

Una notizia recentissima proveniente dalla Germania sembra confermare questo mutamento di prospettiva.

Il governo di Berlino ha infatti imposto l’altolà alla proposta di acquisizione di Siltronic da parte dell’azienda Globalwafer, di Taiwan.

E guarda il caso, Siltronic è una società di Monaco che produce chip, e a sua volta Globalwafer è leader mondiale nel settore.

Siltronic è considerata azienda strategica nazionale, dunque non si tocca. Nonostante l’offerta di 4,35 miliardi da parte di Taiwan. Così si è espresso il governo tedesco: “la legge sulle aziende strategiche impone un’analisi degli acquisti molto accurata in determinati ambiti tecnologici. Un criterio di valutazione è sempre quello dei possibili rischi per la sicurezza della Germania o quella di altri partner europei”.

L’opinione di Intel

Sull’European Chips Act si è espresso Christin Eisenschmid, VP and Director of Worldwide Government Relations di Intel.

Eisenschmid ha detto: “Intel accoglie con favore la proposta dell’UE per un Chips Act e l’ambizione di sviluppare una catena di fornitura di semiconduttori più diversificata geograficamente, sostenibile e resiliente. Questa proposta farà da catalizzatore per futuri investimenti strategici in R&S e per la produzione in UE da parte di Intel e altri nel settore dei semiconduttori.

Intel produce chip nell’UE da oltre 30 anni, dal 1989 abbiamo investito 18 miliardi di euro nella produzione europea e impieghiamo oltre 10.000 dipendenti in 20 Paesi. Stiamo attualmente valutando un aumento significativo della nostra presenza in Europa e prevediamo che l’EU Chips Act faciliterà questi piani.

È imperativo che Stati Uniti e UE uniscano le forze per investire nell’ecosistema dei semiconduttori, per il bene della nostra stabilità economica collettiva e della sicurezza della catena di approvvigionamento. Il Consiglio per il commercio e la tecnologia UE-USA fornisce il punto d’incontro ideale per garantire l’allineamento normativo sui semiconduttori e ridurre al minimo il rischio di nuove barriere commerciali per il nostro settore.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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