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La Cina sfida Starlink, lancia 13 mila satelliti

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La Cina prevede di mettere in orbita quasi 13 mila satelliti per contrastare il progetto Starlink di Elon Musk, fornendo una connessione satellitare di stato invece di quella privata di Musk. Il lancio quindi non è solo un’operazione economica, ma ha anche un risvolto geopolitico.

La Cina lancia in orbita 13 mila satelliti, sfida a Elon Musk

Questo annuncio avviene mentre lo stesso imprenditore americano sta tentando di riaprire i canali di comunicazione con le autorità cinesi. Musk infatti ha richiesto un colloquio con il nuovo primo ministro Li Qiang, ex segretario del partito a Shanghai, dove si è realizzata l’impresa cinese di Tesla.

Secondo gli esperti spaziali dell’esercito cinese, la Cina vuole accelerare il lancio della sua rete satellitare per evitare che SpaceX si appropri delle “risorse in orbita bassa”. Infatti, pensano che il suo piano di posizionare 40mila satelliti sia una quantità eccessiva per le capacità di monitoraggio e difesa cinesi.

Pechino vuole quindi offrire un’alternativa e occupare fisicamente dello spazio satellitare – prima che Musk (e per estensione, gli Stati Uniti con cui Musk collabora) se lo prenda tutto.

Il progetto GW

Il progetto, chiamato “GW“, offrirebbe servizi Internet in mancanza di connessione terrestre. Ma potrebbe essere impiegato anche per intercettare reti nemiche e condurre operazioni che il Sole24Ore definisce “antiStarlink“.

GW sarebbe coordinato da un gruppo dell’Università di ingegneria spaziale della Cina. La rete GW comprenderebbe 12.992 satelliti di proprietà della China Satellite Network Group Co, come riportato da una rivista scientifica cinese specializzata pubblicata a metà febbraio e ripresa sabato 8 aprile da alcuni media cinesi.

Un dispiegamento di forze davvero importante: la Cina nell’operazione dei satelliti per internet non vuole badare a spese.

Sfida ai privati occidentali

Starlink, sfruttando anche gli ottimi rapporti con la NASA e il governo USA per altri progetti di SpaceX (come i “passaggi” verso la Stazione Spaziale Internazionale), ha saputo portare per prima i satelliti internet in bassa orbita. Almeno su questa vasta scala.

Satellites sending datas exchanges and futuristic connections system over the globe 3D rendering elements of this image furnished by NASA

Starlink utilizza satelliti di piccole dimensioni e basso costo, che vengono lanciati nello spazio dal razzo Falcon 9 di SpaceX. Questi satelliti consentono di avere una connessione a Internet piuttosto rapida in qualsiasi parte del mondo, anche in mezzo all’Oceano – o almeno lo permetteranno quando la costellazione sarà terminata. Al momento, in orbita ci sono quattromila satelliti di Starlink, che però vuole decuplicare il numero di satelliti.

Negli ultimi anni però si sono moltiplicate le alternative. Come Oneweb, una società con sede a Londra e stabilimenti in Florida, che lavora in collaborazione con la divisione Difesa e Spazio di Airbus. Si occupa della costruzione di circa 580 satelliti. Un’altra alternativa è il progetto Kuiper avviato da Jeff Bezos per una costellazione di satelliti che possa garantire internet ad alta velocità in tutto il globo ai clienti di Amazon. Esso prevede la realizzazione di una rete di 3.236 satelliti nell’orbita bassa terrestre per i quali la società ha stanziato investimenti per oltre 10 miliardi di dollari.

Ma anche l’Unione Europea sembra interessata a sfidare Starlink, per non perdere l’ingresso in questo mercato dal potenziale spaziale.

La Cina vuole quindi inserirsi in questo gruppo di investitori privati, che sono tutti occidentali – soprattutto americani. Per Pechino, questo potrebbe diventare un problema non solo economico ma anche strategico. Quindi investire in questo ambito può avere un valore anche geopolitico.

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