La Cina sulla Luna e nello Spazio commerciale. Pechino pensa in grande: dopo aver aperto il settore spaziale alle imprese private, dà pieno sostegno al comparto con il progetto di un nuovo spazioporto per i lanci commerciali. E nel frattempo, grazie a una partnership con la Russia, pensa a una stazione lunare.
È ormai assodato che con il nuovo piano quinquennale la Cina ha deciso di attribuire allo Spazio il ruolo di settore strategico.
La Cina e lo Spazio commerciale
La Cina sulla Luna e dintorni. Questo potrebbe essere il titolo, fantasioso ma non troppo, del quattordicesimo piano quinquennale, che copre il lustro 2021-2025. Pechino ha infatti deciso di costruire uno spazioporto commerciale per supportare le attività spaziali private.
Nel piano quinquennale il Governo cinese ha mostrato un profondo l’interesse verso la costruzione di un solido sistema infrastrutturale spaziale, attraverso l’integrazione dei sistemi di comunicazione, navigazione e rilevamento satellitari.
La Cina ha completato la sua costellazione Beidou per la navigazione satellitare ed è attualmente impegnata nella realizzazione dell’High-resolution Earth observation system (Cheos). L’Unione internazionale delle telecomunicazioni ha stimato l’esistenza di circa tredicimila satelliti cinesi in orbita intorno alla Terra.
La liaison tra la corsa cinese allo spazio e lo sviluppo negli ultimi anni del settore privato dell’esplorazione spaziale porteranno presto alla ribalta l’Elon Musk d’Oriente?
Gli spazioporti cinesi
Attualmente la Cina possiede quattro siti di lancio, utilizzati principalmente dalla Casc (China aerospace science and technology corp), la più importante azienda di Stato nel settore dei vettori spaziali. Il nuovo spazioporto alleggerirà il carico dei quattro attualmente attivi a Jiuquan, Taiyuan, Xichang e Wenchang, che hanno un fittissimo programma di lanci.
Basti pensare che il sito di Xichang è stato recentemente rinnovato di gran carriera, per aumentarne la capacità annuale da diciassette a trenta lanci.
La crescita del settore spaziale cinese
Il nuovo progetto rientra nella prospettiva di Pechino di potenziare il proprio settore spaziale commerciale, che dal 2014 ha aperto al capitale privato.
Il nuovo spazioporto è stato supportato da Dou Xiaoyu, membro del Congresso e vicepresidente del Casic (China aerospace science and industry corp), impresa statale che impiega i vettori Kuaizhou per scopi commerciali.
È peraltro recentissima la notizia del lancio dell’ultimo razzo vettore cinese: lo scorso 12 marzo il vettore Long March-7A Y2 è decollato dallo spazioporto di Wenchang.
Il satellite sarà utilizzato principalmente per monitorare l’ambiente spaziale. Più evoluto dei precedenti razzi cinesi, il Long March-7A ha un peso al lancio di 573 tonnellate e utilizza anche propellenti ecologici a base di ossigeno liquido e cherosene. Si tratta della trecentosessantaduesima missione di volo della serie di razzi Long March.
La Cina sulla Luna: l’alleanza Pechino-Mosca
L’annuncio è stato dato dall’agenzia spaziale russa Roscosmos: Cina e Russia costruiranno assieme una stazione lunare di ricerca internazionale.
Il memorandum porta le due firme del capo di Roscosmos, Dmitri Rogozin, e del direttore dell’Amministrazione spaziale nazionale cinese, Zhang Keijan. La stazione sarà progettata come un complesso di strutture di ricerca sperimentale create sulla superficie e sull’orbita lunare.
Secondo l’agenzia Agence France-Presse, la stazione potrà essere utilizzata anche da altri Paesi.
Una seconda corsa allo Spazio (e una seconda guerra fredda)?
Queste ultime mosse della Repubblica Popolare Cinese, e soprattutto il memorandum d’intesa con la Russia, sembrano far tornare in auge la corsa allo Spazio di qualche decennio fa, in piena guerra fredda.
Ultimamente l’agone è stato Marte, che ha visto prima orbitare attorno al pianeta rosso la sonda Hope, degli Emirati Arabi, e poi atterrare il rover Perseverance, targato USA. In attesa del satellite orbitale cinese Tianwen-1, che tenterà l’atterraggio nelle prossime settimane.
E l’intesa Cina-Russia sembra davvero non limitarsi alla Luna: negli ultimi dieci anni gli scambi tra Pechino e Mosca sono aumentati del 40%, gli investimenti cinesi in Russia hanno raggiunto i 40 miliardi di dollari e il volume d’affari tra i due paesi supera i 100 miliardi di dollari all’anno.
È del 2019 la polemica che sembra davvero in odore di guerra fredda: Trump aveva creato la Space Force, prima e unica forza spaziale indipendente al mondo. E Russia e Cina lo avevano accusato di militarizzare il settore delle esplorazioni spaziali.
Se riandiamo alle ultimissime dichiarazioni di Biden nei confronti di Putin, ci riesce difficile pensare a un miglioramento della situazione diplomatica nel futuro prossimo.
Auguriamoci che lo Spazio, come è accaduto tra il 1955 e il 1975, non diventi nuovamente lo specchio delle tensioni tra le due – ma in questo caso sarebbero tre – superpotenze.
Leggi anche: La sonda degli Emirati Arabi nell’orbita di Marte
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