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Clubhouse nel mirino del Garante Italiano della Privacy

Ci sono due temi molto scottanti in questi ultimi giorni: l’ascesa di Clubhouse e la preoccupazione per la gestione dei dati personali da parte delle App. Non c’è da stupirsi, allora, che anche il social più chiacchierato del momento sia finito nel mirino del Garante Italiano per la Privacy. Proprio in queste ore, l’autorità ha inviato una richiesta formale alla piattaforma per assicurarsi che questa rispetti i diritti dei cittadini europei.

La questione della privacy di Clubhouse, infatti, è piuttosto oscura. Ecco perchè il Garante ha richiesto che siano chiarite le procedure con cui vengono trattati i dati degli utenti. E non solo. L’App è chiamata a fornire informazioni sulle modalità di accesso ai contatti della rubrica e persino sulle eventuali analisi biometriche della voce dei partecipanti alle conversazioni.

Clubhouse privacy: l’App nel mirino del Garante Italiano

Del successo di Clubhouse sappiamo oramai quasi tutto. L’App è diventata celebre in Europa agli inizi del 2021, grazie anche all’incursione di nomi noti come Elon Musk, che ha fatto letteralmente esplodere la ricerca di inviti tra gli utenti iOS. Quanto alla privacy, però, la piattaforma non sembrerebbe avere lo stesso successo. Anzi, l’applicazione fa riferimento esclusivamente alle leggi della California, senza citare affatto il Gdpr europeo.

E questo non è il solo dettaglio mancante. Non c’è alcuna menzione, tra le informazioni dell’App, riguardo al Responsabile per la protezione dei dati, la figura che gestisce in toto la questione della privacy. Non c’è quindi da stupirsi che il Garante Italiano voglia passare al vaglio Clubhouse. Soprattutto per quanto riguarda l’accesso ai contatti della rubrica che gli utenti sono chiamati ad accettare. Come sapete, l’App funziona soltanto su invito, per cui diventa necessario accettare questa condizione. Peccato che questo violi le norme del “Regolamento generale comunitario per la protezione dei dati personali” – più semplicemente conosciuto come Gdpr.

Ma questa è solo una delle tante questioni della privacy di Clubhouse su cui il Garante vuole fare luce. Anche la questione dell’età degli utenti non sembra essere troppo chiara. È vero che l’applicazione ammette soltanto i maggiori di 18 anni, ma l’autorità italiana ha chiesto delucidazioni sulle procedure utilizzate per accertarsi dell’effettiva età degli iscritti. Insomma, sembrerebbero esserci troppe cose non chiare riguardo alla gestione delle informazioni degli utenti. Eppure, nonostante questo, l’App continua a riscuotere successo.

Entro i prossimi quindici giorni, però, Clubhouse è chiamata a rispondere al Garante Italiano per la Privacy. E solo allora sapremo cosa accade davvero a tutti i nostri dati.

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