In questo periodo storico è difficile immaginare la nostra quotidianità senza poter fruire di un prodotto audiovisivo, un film o una serie, comodamente da casa nostra. Eppure questo privilegio per diventare tale ha subito un processo, una crescita, cambiamenti e diversificazioni, soprattutto negli ultimi anni in cui la diffusione massmediale è aumentata in maniera vertiginosa.
Tuttavia, questo lusso non è diventato una realtà fino alla metà degli anni ’70, in cui il cinema in casa esisteva solo per chi poteva permettersi i proiettori cinematografici, destinati per le sale di intrattenimento domestico: nel 1965, fu Eastman Kodak a immettere sul mercato il formato pellicola Super 8mm, il cui prezzo elevato ebbe un piccolo mercato di nicchia limitato agli appassionati di cinema.
La stragrande maggioranza delle persone, oltre alle visioni in sala dei film, avrebbe potuto fruire dei film attraverso gli archivi di una biblioteca, o attendere una riedizione cinematografica, oppure in televisione, che significava dover guardare una versione modificata, con interruzioni pubblicitarie e in una finestra temporale molto specifica.
Com’è cambiato: il mercato audiovisivo
Prima di sviscerare tutti i formati audiovisivi che sono stati rilasciati sul mercato bisogna fare una dovuta premessa: il mondo dell’audiovisivo, assieme a tutti i formati che si sono susseguiti dagli ’70 a oggi, è identificabile anche con l’espressione home video, espressione per l’appunto che individua tutta quella gamma di prodotti destinati alla tecnologia di riproduzione e che permettono la fruizione privata o domestica di opere audiovisive. Per anni l’espressione home video è spesso stata erroneamente associata alla videocassetta e a prodotti similari.
Nell’era dei 3D, dei Blu-ray e dei servizi streaming, che offrono vasti cataloghi di film nuovi e classici con un clic, spesso ci si dimentica del lungo cammino che il mercato audiovisivo ha percorso e che ha portato al progresso tecnologico a cui siamo tutti abituati. La storia dell’home video si basa sull’eredità di un processo tecnologico ben preciso, che comincia proprio negli anni ’70. La prima videocassetta si inserisce in un contesto e in un’epoca in cui se ti perdevi un episodio del tuo programma televisivo preferito non c’era modo per poterlo recuperare.
Quando è arrivato il VHS, questo dispositivo non era altro che un appendice della televisione, senza la quale non avrebbe avuto nessuna funzionalità. Un primo formato era il cosiddetto VTR, inventato negli anni ’50, un’enorme apparecchiatura in grado di registrare video su una bobina di pellicola. Tuttavia, invece di un piccolo elettrodomestico, il VTR era una macchina gigante che costava moltissimo, infatti veniva utilizzato principalmente da emittenti televisive e studi professionali. Ma la sua tecnologia ha spianato la strada e ha portato a VHS più accessibili e utilizzabili in futuro.
Il mercato audiovisivo e il VHS
Nonostante esistessero già in commercio dei registratori a nastro, prodotti soprattutto da Ampex e destinati per la televisione, il primo formato in assoluto fu l’U-matic risalente al 1971 e prodotto dalla Sony. L’anno dopo sarebbe stato introdotto dalla Philips l’N1500, un videoregistratore ante litteram, uno dei primi sistemi di registrazione domestica il cui difetto più grande era la scarsa durata della cassetta, ovvero 30 minuti. Questo particolare proveniva dall’uso che se ne faceva soprattutto dagli operatori del settore televisivo, ovvero un dispositivo formato da nastri brevi capace di riavvolgersi in modo veloce e trasmissibile in poco tempo.
L’altro cambiamento che il VHS ha prodotto è stata la registrazione di film e programmi TV direttamente dalla televisione. Prima di ciò, la proprietà domestica dei film semplicemente non esisteva. Poiché l’uso domestico continuava a crescere, alcuni studi cinematografici inizialmente si trattennero dal rendere disponibili tutti i loro vecchi classici del catalogo per il mercato del noleggio, temendo che il video avrebbe annichilito le presenze al cinema. Per molti anni la videocassetta ha avuto un ruolo primario tra i supporti audiovisivi, dagli anni ’70 sino al ’95, anno della nascita del DVD.
Il primo sistema di videoregistrazione disponibile sul mercato, e che ha cambiato il mondo dell’intrattenimento, è stato il Betamax, che ha preceduto solo di qualche anno il VHS. Ci è voluto solo un anno per Victor Company of Japan (JVC), per produrre la propria videocassetta. Tra i due sistemi, VHS e Betamax, scattò una vera e propria guerra, vinta poi da VHS che divenne il sistema dominante per la registrazione domestica. Sul mercato si presentava in tre modelli: le cassette da 180 minuti, da 240 minuti e quelle da 5 ore.
Betamax e VHS
Il tempo di registrazione è stato un fattore importante nel dominio di VHS su Betamax. La Betamax di Sony era un discendente degli studi televisivi; inizialmente aveva solo un tempo di registrazione di un’ora, rispetto alle 2 ore di VHS, ma Betamax vantava una qualità delle immagini leggermente migliore. VHS è riuscito a impadronirsi del mercato della produzione video, mettendo in vendita una macchina più economica: il prezzo più basso significava anche una più ampia disponibilità tra cui le persone potevano scegliere. Sony alla fine cedette nel 1988, producendo un proprio lettore VHS, che segnò la fine di Betamax.
Negli anni ’80 un terzo dispositivo entrò nella competizione, ma durò molto poco: il Video2000, sviluppato da Philips e Grundig, una cassetta capace di registrare su entrambi i lati, come avveniva per le musicassette. Ciò nonostante ebbe vita breve, poiché fu ritirato dal mercato nel 1989, solo nove anni dopo la sua uscita.
Le videocassette furono utilizzate fino ai primi anni 2000. In quegli stessi anni, oltre ai formati Betamax e Video2000, ci fu un altro formato che esplose alla fine degli anni ’90 e che venne sconfitto dalla VHS, ovvero il Laserdisc, una delle prime tecnologie di memorizzazione su disco ottico. Il Laserdisc è un disco con immagini e suoni registrati: il materiale registrato sul disco video viene stampato nello stesso modo in cui vengono prodotti i CD.
Laserdisc e Video2000
La tecnologia del Laserdisc è stata inventata da David Paul Gregg e James Russell nel 1958, quasi 40 anni prima che i primi DVD fossero rilasciati sul mercato. Nel 1980 Pioneer Corporation acquistò il brevetto e le licenze, diventando proprietaria del marchio, e l’anno successo commercializzò, per il mercato giapponese, il primo modello Pioneer LD-1000. I laserdisc non sono mai stati ampiamente accettati in quanto i dischi non potevano essere utilizzati per la registrazione e gli spettatori erano soddisfatti della videocassetta grazie alle sue capacità di registrazione.
I laserdisc sono stati in seguito sostituiti dal formato DVD che era basato su un CD a due strati. Il formato DVD era più facile da gestire e più economico da produrre rispetto a un laserdisc o persino ai nastri VHS. Quando il DVD è stato rilasciato nel 1997, il formato Laserdisc era praticamente sparito in molte parti del mondo.
Ma la vera rivoluzione dell’audiovisivo, è avvenuta grazie al commercio del primo DVD, nel 1995, un dispositivo che consentiva una qualità dell’immagine molto migliore rispetto ai supporti precedenti, portando l’intrattenimento e la qualità della fruizione domestica a un livello superiore. Il DVD è il prodotto della cooperazione di alcune fra le maggiori aziende nel campo dell’elettronica di consumo: Philips, Sony, Matsushita, Hitachi, Warner, Toshiba, JVC, Thomson e Pioneer.
Com’è cambiato: il DVD
Questi dischi erano in grado di mostrare film con immagini e suoni di qualità straordinaria, con una durata significativamente più lunga del nastro. Il desiderio delle aziende era di creare un formato che tutti i produttori avrebbero accolto, evitando così la concorrenza fra formati come era accaduto durante l’introduzione delle videocassette.
L’evoluzione più grande nel mercato audiovisivo è avvenuta grazie alla diffusione del Blu-ray, un supporto ottico comparso nel 2002, e che è ancora oggi un supporto d’eccellenza della tv ad alta definizione. Il Blu-ray contiene più dati rispetto a un DVD, 12 volte di più. Prima del Blu-ray, il formato ottico digitale che ha cercato di diventare lo standard per i DVD era l’HD DVD. Tuttavia, Sony ha cercato di andare contro questa tecnologia, conducendo una campagna di marketing che si rivelò un successo. Nel 2007 il Blu-ray ha iniziato a vendere più di HD DVD, finché, l’anno seguente, non è scomparso dal mercato dopo che Toshiba ha annunciato ufficialmente la dismissione del progetto HD DVD.
Il mercato audiovisivo e il Blu-ray
Sicuramente quel che negli ultimi anni ha prodotto un vero ribaltamento nel mercato audiovisivo è lo streaming, un modo del tutto nuovo di fruire l’esperienza dell’home entertainment. Una delle prime società che si sono distinte nella distribuzione via internet di film, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento a pagamento, è Netflix. Fondata da Reed Hastings e Marc Randolph il 29 agosto 1997 a Scotts Valley, in California, Netflix nasce come attività di noleggio di DVD, in cui gli utenti potevano prenotare i dischi su internet, ricevendoli a casa tramite il servizio postale. Dal 2008 l’azienda ha attivato un servizio di streaming online on demand, che ha cambiato il modo in cui milioni di persone trascorrono il loro tempo libero.
Lo streaming ha rivoluzionato il modo in cui guardiamo i film, le serie tv, agendo in uno spazio in continua evoluzione, che permette agli spettatori di avere il controllo totale sulla visione, scegliendo il formato e il dispositivo su cui guardare il prodotto audiovisivo, e di essere liberati dall’interdipendenza con un oggetto tangibile. Negli anni a venire, la maggior parte di queste forme di intrattenimento continuerà ad evolversi e a cambiare, delineando un mondo nuovo in cui i contenuti digitali assumeranno un ruolo sempre più rilevante nella nostra quotidianità.