L’auto elettrica conviene davvero? C’è chi dice che le auto a batteria siano molto più costose delle auto tradizionali, tra costo d’acquisto e costi veri di gestione. Altre fonti invece parlando di come i costi di un’auto elettrica siano decisamente inferiori rispetto a quelli di un’auto termica. Ma dove sta la verità? Oggi vediamo tutti i costi, fissi e variabili, di un’automobile elettrica, dall’acquisto alla manutenzione passando per la ricarica, vero punto di domanda e luogo dove leggende e misteriose dicerie confondono il cliente finale. Vedremo infine quanto costa percorrere 100 km con un’auto elettrica e con un’equivalente benzina e diesel. Pronti a prendere appunti?
I costi fissi di un’auto elettrica: acquisto, bollo, assicurazione e parcheggi
Partiamo subito dai costi fissi, che accomunano tutte le auto elettriche a prescindere dalla ricarica e dal chilometraggio. Parliamo quindi di bollo, assicurazione, costo d’acquisto, eventuali incentivi e così via, tutto quello che dovrete pagare comunque, che voi usiate la vostra auto oppure no. Iniziamo con le brutte notizie: si, gli incentivi sono finiti. Di nuovo. Nonostante la proroga delle agevolazioni all’acquisto di una nuova automobile elettrica a metà ottobre, dopo pochi giorni anche questa nuova tranche di incentivi è esaurita. In questo modo, oggi le auto elettriche sono lasciate sole a “camminare” con le loro gambe.
E quindi, mediamente quanto costa un’auto elettrica rapportata ad una termica equivalente? In media, l’esborso è di circa 10.000 euro maggiore sulle auto di maggiore diffusione disponibili sia come elettriche che termiche. Un esempio? La Peugeot 208, disponibile sia a benzina che elettrica con potenza simile, intorno ai 130 CV. Se la 1.2 turbobenzina da 130 CV con cambio automatico costa infatti tra i 24 e i 27 mila euro, la versione elettrica disponibile con gli stessi allestimenti oscilla tra i 35 e 38 mila euro. Un esborso di circa 10/11 mila euro maggiore, che ritroviamo anche su altre auto disponibili con entrambe le alimentazioni, o in automobili diverse ma paragonabili all’interno della stessa marca. Basti guardare Volkswagen Golf e ID.3: versioni simili per potenza e allestimento sono separate da circa 8 mila euro.
Se però a livello di listino l’auto elettrica costa ancora decisamente di più, le BEV si riprendono una gran bella rivincita sugli altri costi. Il bollo, ad esempio, non si paga per i primi 5 anni di vita dell’automobile, e poi è ridotto del 75% dopo questi 5 anni. Se poi vivete in Lombardia o Piemonte, l’automobile elettrica è esente dal pagamento del bollo per sempre. Se fate un veloce conto, su automobili che in media hanno tra i 140 e i 250 CV tra le piccole e oltre 300 CV sulle più grandi, un’esenzione parziale o totale può portare ad un risparmio annuo tra i 450 e gli oltre 1000 euro a seconda della potenza. Le elettriche infatti sono esenti anche dal superbollo, nel caso superino i 250 CV.
Oltre al bollo, anche l’assicurazione costa meno. A parità di potenza, dimensioni, città di residenza e caratteristiche dell’assicurato, infatti, un’auto elettrica paga in media tra il 30 e il 50% in meno di una termica. Avevamo spiegato qualche mese fa il perché. Vista la ridotta autonomia e la natura prettamente cittadina di queste auto, secondo le assicurazioni le EV circolano meno di equivalenti auto termiche. E per questo, la polizza è più economica. Un altro plus delle auto elettriche è una manutenzione ordinaria molto più economica.
Per farvi capire, infatti, le EV non hanno bisogno di cambio dell’olio, del liquido refrigerante, dei filtri o di altre componenti di consumo. In più, le parti mobili all’interno del motore elettrico sono pochissime, infinitamente meno di un motore termico, riducendo il rischio di inaffidabilità. Infine, i grazie alla frenata rigenerativa i freni “veri” non si consumano alla stessa velocità, riducendo nuovamente i costi di manutenzione. Un tagliando per un’auto elettrica, infatti, sta in media sotto i 150 euro. Certo, ci sono delle eccezioni, come le auto Tesla che hanno dei costi per la manutenzione ordinaria che si aggirano intorno ai 500 euro, mentre è ancora ignota la parcella per eventuali danni alle batterie. Infine, in diverse città italiane non si paga il parcheggio sulle strisce blu. Per sapere se nella vostra le elettriche sono esenti, visitate il sito ufficiale del vostro comune.
Provider di energia: i costi per caricare un’auto elettrica
Questi quindi sono i costi fissi, quelli che non possiamo non considerare quando pensiamo ad un’auto elettrica contro una termica. Riprendiamo la Peugeot 208 di prima. Se consideriamo il trittico bollo-assicurazione-tagliando annuale, con una 208 1.2 Puretech Turbo da 130 CV si spendono 1.135 euro all’anno in media, mentre con la e-208 da 136 CV se ne spendono 420, che salgono a 504 con il bollo al 75% dopo 5 anni. Per i più curiosi, l’assicurazione l’ho calcolata per un giovane 40enne impiegato che vive a Milano, sposato con figli, box auto e con una percorrenza annua di 15.000 km. A seconda della vostra età, del vostro impiego, della città e del rimessaggio notturno, le cifre potrebbero variare.
Quindi siamo a circa 1/3 delle spese di un’auto termica. Ma i costi maggiori per un’auto elettrica, come per una normale auto tradizionale, sono per farla effettivamente muovere: il rifornimento. Se però per le auto termiche tradizionali è facile fare un conto approssimativo dei costi per km, per le elettriche è più complesso. Infatti i prezzi della benzina sono noti a tutti: l’ultimo aggiornamento del Ministero dello Sviluppo Economico di fine ottobre parla della benzina attestatasi ad un prezzo medio di 1,75€/litro, che scende a 1,61€/litro per il gasolio.
Per le elettriche, però, non è assolutamente così facile. Accantonando un attimo i tempi di ricarica (che meriterebbero una questione a parte, e di cui vi abbiamo parlato spesso), quali sono i veri costi di una ricarica? Quanto costa un kWh di energia immesso nella batteria? E quando i costi di un’auto elettrica superano quelli di un’auto termica? Come si paga? E come si attivano? Cerchiamo di scoprirlo adesso: analizzeremo i costi per kWh di tutte le principali aziende che operano sul territorio italiano. Tenete la calcolatrice vicino: vi potrebbe servire.
La ricarica domestica: la più economica, ma la più lenta (e attenzione alla rete…)
Partiamo subito col botto con la più sensata tipologia di ricarica, economicamente parlando: quella casalinga. Nonostante i rincari di questi mesi, infatti, la ricarica casalinga è ancora la più economica. L’energia infatti sul mercato libero costa oggi 0,19 € al kWh, con picchi di 20 centesimi durante il giorno e 0,185€ di notte e nei weekend. Prendendo come esempio la nostra ormai solita Peugeot e-208, per caricare completamente i suoi 50 kWh serviranno circa 10 euro ricaricando da casa.
Sfruttando poi particolari offerte per la luce è possibile ottenere particolari sconti nelle ore notturne, di solito quelle in cui l’auto elettrica viene ricaricata per essere poi pronta per la giornata successiva. Ci sono offerte, per esempio quelle di NeN o di Enel Luce e Gas, che offrono elettricità gratis nelle ore notturne. Fate quindi attenzione alle offerte, perché potreste riuscire a risparmiare davvero tanto.
Infine, per sfruttare al meglio la rete domestica fate attenzione allo stato dell’impianto elettrico. Un impianto vetusto e in cattive condizioni rallenterà moltissimo la ricarica, e potrebbe dare luogo a cortocircuiti molto pericolosi. In più, il vero lato negativo della ricarica casalinga è il tempo necessario. Con una potenza massima degli impianti casalinghi italiani di 3,7 kWh, per ricaricare i 50 kWh della nostra e-208 con la classica presa Schuko ci vogliono ben 27 ore. La soluzione perfetta è quella di installare una Wallbox, spesso offerta dalle stesse aziende di energia o dalle Case automobilistiche a prezzi ragionevoli o addirittura gratuitamente. Queste, grazie ad una potenza massima di 7,4 kWh, sono in grado di più che dimezzare i tempi di ricarica, permettendo una ricarica completa durante la notte. Il tutto, senza però alzare eccessivamente il costo della ricarica.
Enel X
Iniziamo allora con i provider di energia tramite colonnine pubbliche. Queste offrono uno stallo in giro per la città, in una stazione di servizio o in un centro commerciale, con potenze che possono arrivare in corrente alternata fino a 22 kW, mentre fino a 350 kW in corrente continua. Iniziamo da uno dei provider più diffusi, ovvero Enel X. La società dell’ex operatore unico dell’energia in Italia è uno dei più diffusi a livello nazionale.
Enel X infatti ha oltre 12 mila colonnine sparse per l’Italia, con 3 differenti tipi di stazioni di ricarica. I costi per la ricarica di un auto elettrica tramite Enel X e le sue colonnine JuicePole dipendono dalla potenza erogata dalla colonnine. Quelle con corrente alternata e potenza di 22 kWh prevedono un prezzo di 0,40 euro al kWh. Per la colonnina Fast a corrente continua e potenza di 50 kWh il prezzo sale a 50 centesimi al kWh, mentre arriva a 0,79 € al kWh se si scelgono le stazioni Ultrafast con potenza sopra i 50 kW.
Si attivano con l’app Enel X o con la carta RFID (ovvero le carte dotate di chip di riconoscimento, come le carte di credito o alcune carte fedeltà delle catene di grande distribuzione), e si paga tramite l’inserimento di una carta di credito, di debito o del conto corrente, come tutti i provider presenti oggi. Alcuni, come Neogy e Ionity, permettono anche il pagamento tramite PayPal. Ma non esistono solo le tariffe a consumo. Enel X offre anche delle tariffe Flat. Cosa sono? Pagando una cifra fissa mensile, è possibile “acquistare” un certo numero di kWh da utilizzare durante il mese corrente. Per Enel X, ci sono due tariffe Flat: il Piano Flat Small, che consente di caricare 70 kWh per 25 € al mese, oppure il Piano Flat Large, che per 45 € al mese offre 145 kWh mensili.
Duferco
La seconda azienda di cui parliamo oggi è Duferco, un provider ligure che può contare su 10.000 colonnine sparse per l’Italia, grazie anche ad un particolare contratto con altri provider che permette di utilizzare anche colonnine di altri brand. Duferco ha una tariffa a consumo di 0,40€/kWh + IVA su colonnine Quick e Fast fino a 50 kW di potenza, che salgono a 0,65€/kWh + IVA su colonnine Ultra Fast oltre 50 kW di potenza.
Duferco però offre anche due possibilità in più: delle tariffe Flat e una particolare tariffa “Ricaricabile“. La Flat, che dà accesso all’interconnessione con altri sistemi di ricarica, offre 300 kWh mensili a 50 euro, mentre sono molto interessanti le Ricaricabili. Queste infatti sono come delle Carte prepagate, ma dotate di una “carica” di kWh. Utilizzando quest’offerta, potrete ricaricare nel corso di 12 mesi i kWh che avete acquistato senza paura di non finirli entro i 30 giorni. Si possono acquistare 100 kWh a 40 euro+IVA, 200 kWh a 200€+IVA o 400 kWh a 140 euro più l’IVA. Un ottima soluzione per chi usa le colonnine solo saltuariamente.
Be Charge
BeCharge è un’azienda giovane, ma in rapida espansione. Ormai presente su tutto il territorio italiano, anche se è al momento presente maggiormente nel Nord Italia, BeCharge offre tre diverse tariffe, una a consumo e due Flat.
A consumo richiede 0,45 euro/kWh per la ricarica in corrente alternata e 0,50 euro/kWh per la carica in corrente continua, ad una potenza massima di 75 kW. L’abbonamento Flat invece permette di avere 50 kWh al mese per un costo di 21 euro al mese con la Be Super50, oppure 100 kWh al mese con la Be Super100 da 38 euro.
A2A
Quasi sconosciuta per chi non abita in Lombardia, A2A è un colosso dell’energia nella regione settentrionale, con 680 colonnine tra le province di Milano, Brescia, Bergamo, Cremona e la Valtellina. Oltre alla sua capillarità in Lombardia, A2A si fa notare per una tariffa molto particolare. Per utilizzare le colonnine A2A è infatti indispensabile una e-Moving card, acquistabile sul sito web dedicato. La sua attivazione costa 30 euro, sia che si scelga la tariffa flat o a consumo. La tariffa a consumo permette di pagare 0,37€/kWh per le colonnine quick, e 0,47 euro per ogni kWh erogato dalle colonnine Fast a corrente continua.
La tariffa Flat, invece, offre ricariche illimitate per fino a 4 utenze per un ogni veicolo, ad un prezzo di 30 euro al mese. Un prezzo decisamente più alto dei 15 euro a trimestre dell’inizio dell’anno, ma rimane ancora parecchio vantaggioso. Attenzione però perché A2A richiede anche un pagamento a tempo, indipendente dall’energia prelevata, e differente a seconda della tipologia di colonnina. Per le colonnine Isole Digitali, fino a tre ore non si paga, mentre dall’inizio della quarta ora bisogna dare ad A2A 0,166 euro al minuto. Per le colonnine Quick, invece, si pagano 0,033€ al minuto per le prime due ore, che diventano 0,050€/minuto a partire dalla terza ora. Le colonnine Fast, invece, si fanno pagare l’occupazione del posto 0,166€ al minuto per la prima ora, che diventano 25 centesimi al minuto dopo la seconda ora.
Neogy
Neogy è una giovane azienda trentina, nata nel 2019 dall’unione dei due maggiori provider di energia del Trentino-Alto Adige, Alperia e Dolomiti Energia. Tra colonnine di ricarica proprie e altre in interoperabilità può contare su una rete diffusa in tutta Europa. Neogy offre delle tariffe per i privati, ottenibili pagando un costo di attivazione univoco di 35 euro. Dopo aver attivato il proprio account, Neogy offre una tariffa a consumo e una molto particolare, a tempo.
Quella a consumo prevede un costo di 0,47 euro/kWh su colonnine da 22 kW, a 0,55 euro/kWh su colonnine da 50 kW e a 0,75 € al kWh su colonnine da 100 kWh. Se invece si sceglie di ricaricare tramite Neogy presso colonnine di altri operatori in partnership (EnelX, Duferco e non solo), il prezzo è fissato a 50 centesimi al kWh. La tariffa a tempo invece si chiama “Direct Payment“, e permette di pagare 0,06 euro al minuto su colonnine da 22 kW, e 0,55€/minuto presso colonnine Fast da 50 kW in su.
Evway
Arriviamo a parlare di Evway, un servizio differente dagli altri trattati finora. Evway infatti non possiede una rete di ricarica propria, ma permette invece di utilizzare diverse stazioni di ricarica pubblica in interoperabilità. Si utilizza tutto con l’app Evway, senza avere bisogno di carte RFID, e le diverse colonnine si possono sbloccare con tariffe che dipendono dal tipo di ricarica offerta.
Per le colonnine a corrente alternata, per cominciare, il costo a consumo è di 0,40€/kWh, a cui viene poi aggiunta una tariffa a tempo di 4€ all’ora dopo le 4 ore di ricarica continuative. Se ricaricate di notte (tra le 00:00 e le 8:00), la tariffa oraria non è prevista. Se invece decidete di ricaricare ad una stazione Fast in corrente continua, la tariffa a consumo sale a 45 centesimi di euro al kWh. Anche qui è prevista una tariffa oraria, di 10€ all’ora, dopo due ore di ricarica consecutiva, anche di notte. Non esistono abbonamenti o tariffe flat, mentre tramite l’app è possibile vedere le colonnine disponibili, quelle occupate e quelle in manutenzione dei vari provider.
HERA
Dopo il servizio A2A incentrato sulla regione Lombardia, Hera è un servizio ligure. Dopo essere stato disponibile per diverso tempo solo nella natìa Liguria, però, ora Hera si sta espandendo anche fuori dalla regione costiera. Il servizio ha una grande particolarità: solo chi è già utente per la fornitura domestica di luce e gas può accedere ai servizi di ricarica del provider. Un sistema che elimina chi non ha Hera come fornitore a casa, ma che per chi utilizza questo servizio ha diversi vantaggi. Il primo e più tangibile è che il costo delle ricariche non viene addebitato subito su carta di credito, ma inserito all’interno della bolletta domestica.
In più, Hera è compatibile con le colonnine gestite da Enel X, e offre la stessa tariffa per la ricarica tramite corrente alternata o corrente continua. Ma quali sono i costi? L’offerta a consumo prede un canone fisso mensile di 2 euro al mese e un costo al kWh erogato di 0,40€. L’offerta Flat, invece, prevede 40 kWh mensili al costo di 20 euro. Superati i 40 kWh, le ricariche in eccesso verranno conteggiate a 0,40€ al kWh, come per la ricarica a consumo.
Ionity
Gli ultimi due provider di energia per auto elettriche sono differenti dagli altri. Se infatti le società fin qui citate sono dei provider di energia indipendenti dal mondo dell’auto, Ionity e Tesla sono in realtà fondati e gestiti da Case automobilistiche. Iniziamo con Ionity. Questo è il nome del consorzio formato da BMW, Ford, Mercedes-Benz e il Gruppo Volkswagen nel 2017. Oggi nella joint-venture è entrata anche Hyundai, con l’obiettivo di creare una rete europea di stazioni di ricarica ad altissima potenza per veicoli elettrici.
In questo modo, i costi per la realizzazione di colonnine per l’auto elettrica sono ben ripartiti tra le Case, e grazie all’enorme investimento iniziale le colonnine Ionity sono senza dubbio le più potenti in circolazione. Ionity infatti ha solamente colonnine Fast, con potenza massima di ben 350 kW. La potenza, però, si paga: non esistono tariffe Flat, e a consumo si devono “sborsare” 0,79€ al kWh.
Un prezzo decisamente alto, che per farvi capire in soldoni il costo richiederebbe 40 euro per caricare la “nostra” e-208. Ionity però ricompensa con tariffe agevolate chi sceglie automobili dei Gruppi che ne fanno parte. Ad esempio, utilizzando il servizio Mercedes MeCharge il prezzo scende a 0,29€ al kWh, con l’Audi e-tron Charging Service a 0,31 €/kWh e con il Porsche Charging Service a 0,33 €/kWh. In più, uno dei grandi limiti di Ionity è la sua diffusione, per lo meno in Italia- Al momento infatti ci sono solo 18 colonnine Ionity in italia, sparse a macchia di leopardo sul territorio,
Tesla
Infine non possiamo non parlare di Tesla. La Casa di Palo Alto ha sempre puntato tantissimo sulla sua rete di ricarica diffusa in tutto il mondo, i Supercharger. Finora aperti solo alle auto costruite a Fremont, per le Tesla costruite prima del 1 gennaio 2017 le ricariche presso i Supercharger sono gratis a vita. Per le altre auto della Casa costruite dopo questa data, invece, la ricarica costa 0,37 € al kWh.
In assenza di una rete pubblica soddisfacente, Tesla ha investito tantissimo negli ultimi 10 anni nella realizzazione di una rete di ricarica di proprietà, con risultati ottimi. Sono infatti 2.500 i Supercharger Tesla, e oltre 25.000 gli stalli di ricarica. La notizia degli ultimi giorni è però che Tesla ha aperto 10 Supercharger olandesi all’utilizzo da parte di automobili di altri brand. Nonostante si tratti ancora di una funzione sperimentale, Tesla offre i suoi stalli, con potenza massima di 270 kW, a 0,60 €/kWh. Un prezzo piuttosto alto, ma che con un abbonamento di 13 euro al mese scende agli stessi 0,37 €/kWh offerto per le automobili Tesla. Non sappiamo se questa apertura arriverà anche in Italia, ma di certo l’opportunità di ricaricare nella diffusissima rete Tesla è assai ghiotta…
I supermercati e centri commerciali che offrono ricariche gratis (o quasi): gli esempi di Iper, IKEA, Esselunga e LIDL
Chiudiamo la nostra carrellata citando un fenomeno in netta crescita, e che potrebbe rivelarsi davvero utile per chi l’auto elettrica la usa nella vita di tutti i giorni. A fianco delle colonnine pubbliche nei parcheggi e in giro per le città, infatti, diverse catene di supermercati e centri di grande distribuzione si stanno dotando di colonnine a disposizione dei loro clienti, spesso addirittura gratuite.
È il caso, ad esempio, di LIDL. La popolarissima catena di supermercati tedesca ha infatti deciso di dotare tutti i suoi punti vendita ristrutturati (che, se siete familiari con LIDL, sono la quasi totalità dei punti vendita presenti sul territorio) di colonnine di ricarica. Da due stalli nei centri più piccoli ad un massimo di 6 in quelli più grandi, LIDL è da sempre grande sostenitrice della mobilità sostenibile. Ed infatti, da quando ha lanciato questo servizio, la ricarica presso i propri punti vendita è gratuita e illimitata. In più, come da tradizione gran parte dei punti vendita LIDL hanno il parcheggio accessibile anche di notte, e anche le colonnine restano disponibili anche durante le ore notturne.
Dopo il virtuoso esempio di LIDL, una delle prime aziende a dare questa possibilità ai clienti, sono tanti i centri commerciali e supermercati a seguirne le orme. È il caso, ad esempio, di Esselunga, che sta implementando sempre di più colonnine gratuite disponibili per i suoi clienti nei parcheggi del supermercato. IKEA, dal canto suo, dopo aver offerto per anni la ricarica gratuita si sta appoggiando al provider Enel X nei suoi punti vendita. Una soluzione comoda, ma che presuppone il classico pagamento via Enel X. La stessa formula di concessione nei propri parcheggi di colonnine di provider a pagamento è seguita dai supermercati Iper, Tigros, U2 e persino Decathlon.
Ci sono però anche diversi centri commerciali che offrono un servizio di ricarica gratuito per i propri clienti. Diversi centri commerciali nelle grandi città, da Milano a Torino, da Firenze a Padova, offrono questo servizio. Cercate nella vostra città quali centri commerciali offrono questo servizio: potreste rimanere sorpresi e vedere un modo alternativo di ricaricare la vostra auto ad un prezzo pressoché nullo.
Quali sono i costi di un’auto elettrica confrontata con le equivalenti termiche? La spesa fissa e per fare 100 km
Abbiamo quindi visto che, a casa, i costi per la ricarica di un’auto elettrica ammontano a circa 20 centesimi per kWh. Fuori casa, invece, la situazione è più complessa. La media tra tutte le tariffe a consumo del panorama italiano parlano di un costo di 0,52 € al kWh, considerando tutte le offerte viste oggi. Con questi dati, quindi, possiamo fare un vero e proprio confronto tra i costi di un’auto elettrica e quelli di una termica per un normale viaggio di 100 km.
Ho scelto di fare due esempi con vetture molto simili tra di loro. Da una parte, abbiamo la nostra piccola Peugeot 208: disponibile sia come elettrica che con motorizzazioni benzina e diesel, è perfetta per capire quanto costa davvero viaggiare con un’auto elettrica. Il secondo confronto è tra la Volkswagen ID.3, la compatta elettrica della Casa di Wolfsburg, contro l’auto che vuole sostituire a lungo termine, la mitica Golf. Andremo a comparare un viaggio di 100 km, partendo dal centro di Milano e arrivando sul Lago d’Iseo. Si tratta di un percorso che comprende città, autostrada e strada statale: il perfetto percorso misto. Andremo poi a considerare solo i consumi medi dichiarati nel ciclo WLTP, fidandoci dei dati ufficiali delle Case.
L’importante è dove si carica: sfruttando offerte e caricando da casa, i costi sono bassissimi. Ma quando diventa più costosa della benzina?
Iniziamo dalla francesina. La Peugeot 208 dotata del motore 1.2 PureTech turbobenzina da 131 CV consuma 18,5 km/l; la versione dotata del 1.5 BlueHDi turbodiesel da 100 CV invece si accontenta di 26,3 km al litro; la e-208 dotata di un motore elettrico da 136 CV e una batteria da 50 kWh invece percorre 5,9 km con un kWh di energia. L’autonomia teorica delle tre auto misura 814 km per la 208 benzina, ben 1078 per la versione diesel e 340 per la e-208. Ma quanto costa il tragitto Milano-Lago d’Iseo?
La 208 a benzina necessita di 5,4 litri di carburante, la versione a gasolio di 3,8 litri mentre la e-208 utilizzerà circa 17 kWh per percorrere 100 km. Calcolando al volo i dati ottenuti, per percorrere i 100 km tra Milano e Iseo si spenderanno 9,45 euro con la 208 a benzina, 6,1 euro con la 208 a gasolio e 8,84 euro con la 208 elettrica. Sebbene quindi il diesel sia ancora il carburante più efficiente su vetture di piccole dimensioni, l’auto elettrica batte quella a benzina. In più, facendo più attenzione con le ricariche si spenderebbe anche qualcosa in meno. Caricando alle colonnine da 0,40 € al kWh, ad esempio, si spenderebbero 6,8 euro, arrivando a pochi centesimi dal diesel. Ricaricando a casa invece l’auto elettrica stravince: il costo totale scende a soli 3,23 euro.
La situazione cambia ulteriormente guardando alle Volkswagen ID.3 e Golf. Con una Volkswagen ID.3 da 204 CV e batteria da 58 kWh, che consuma 7,3 km/kWh, per fare 100 km si spenderebbe 6,9 euro ricaricando al prezzo medio delle colonnine. L’esborso scende a 5,48 caricando dalle colonnine a consumo da 0,40 €/kWh, e a soli 1,39 euro caricando a casa. Con una Golf 1.5 TSI da 150 CV, che consuma 17,2 km/l, servono 10,2 euro, mentre per la parca 2.0 TDI da 150 CV capace di 22,1 km/l servono 7,2 euro. In questo caso, con l’elettrica si risparmia anche caricando al prezzo medio delle colonnine. Facendo attenzione, invece, grazie all’ottima efficienza della ID.3, le cifre in gioco sono davvero risibili.
Da questi semplici esempi capiamo come non ci sia una risposta univoca alla domanda: quali sono i costi di un’auto elettrica confrontata ad una termica? Innanzitutto, dipende molto dall’efficienza delle automobili considerate. Nel caso della 208, ad esempio, il 1.5 turbodiesel ha dei consumi quasi da record, e batterlo diventa davvero difficile anche per la più parca delle elettriche. Al contrario, l’efficienza di Volkswagen ID.3 permette di ridurre tanto l’energia utilizzata, abbattendo così i costi. Andando però a vedere nel dettaglio, vediamo come in alcuni casi l’auto elettrica si riveli più costosa di quella termica.
Ricaricando alle colonnine più veloci, ad esempio, dove la tariffa arriva a 0,79 € al kWh, la 208 elettrica avrebbe speso 13,43 euro, più di benzina e gasolio. La ID.3, invece, avrebbe richiesto 10,6 euro, superando anche la potente 1.5 da 150 CV. Vediamo quindi come esiste una “soglia limite” del prezzo dei kWh, oltre la quale si rischia di spendere di più rispetto ad un’auto termica. Per la 208, ad esempio, questo limite è fissato a 0,55 € al kWh: oltre questa tariffa, la 208 a benzina è più costosa. Per stare sotto la 208 a gasolio, invece, non bisogna superare i 0,35 € al kWh. Nel caso della ID.3, invece, come abbiamo visto già con la tariffa media di 0,51 €/kWh si sta sotto entrambe le versioni termiche. Sopra i 54 centesimi al kWh, invece, la Golf a gasolio costa meno.
L’elettrico quindi conviene? Si, ma non a tutti: dipende dalle proprie esigenze
Dopo questo approfondimento quindi abbiamo capito che, oltre alla componente di risparmio sulle emissioni e sull’impatto ambientale, con l’auto elettrica ci può essere un vero risparmio economico. Questo, però, non è assolutamente garantito, anzi. Bisogna fare bene i conti prima di tuffarsi nella mobilità elettrica. Come abbiamo visto, infatti, se non si fanno bene i conti si può finire per spendere più di un’auto termica a benzina e soprattutto a gasolio, anche senza utilizzare le costose ricariche superveloci.
Non dimentichiamoci però dei risparmi ingenti che vediamo sugli altre voci nel possesso di un’auto. Bollo, assicurazione, manutenzione: tutte queste voci con un’auto elettrica sono più economiche, anche di parecchio. Il prezzo di listino maggiorato, però, riporta ancora l’ago della bilancia verso l’auto termica. Per questo, la ricarica può davvero fare la differenza. Come abbiamo visto, per riuscire a competere a livello di costi con l’auto termica, la ricarica abituale dell’auto elettrica non deve superare i 0,60 € al kWh. Sopra questa cifra, l’auto elettrica ha dei costi superiori a quella termica, in linea di massima. Certo, può capitare e servire fare rifornimento alle colonnine veloci, così come con le auto termiche può fare comodo il rifornimento in autostrada, dove i costi sono superiori.
Le ricariche Fast infatti devono essere considerate come un rifornimento in autostrada. Si fanno quando se ne ha il bisogno, durante i lunghi viaggi o in casi di necessità. Normalmente, è meglio ricaricare alle colonnine “classiche”, oppure sfruttare una presa domestica. Così facendo, l’auto elettrica diventa rispettosa non solo dell’ambiente, ma anche del vostro portafoglio.
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Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API