Si è conclusa da poco Dark, serie Netflix tedesca di fantascienza. Si tratta di uno show che, senza fretta né troppo rumore, è riuscito a costruirsi un pubblico solido di appassionati. Questo grazie a un lavoro profondo e preciso dal punto di vista della scrittura, che è il vero punto di forza di questo progetto. Andiamo più nel dettaglio per scoprire tutti i motivi per cui dovreste vedere Dark.
I segreti di Winden
Inoltrandosi al suo interno, non è possibile non pensare a un’altra cittadina isolata, abitata da tanti personaggi legati fra loro e soprattutto avvolta dal mistero. Si tratta di Twin Peaks, ambientazione di una delle serie TV più importanti di sempre, creata dagli eccezionali Mark Frost e David Lynch. Le similitudini sono moltissime, ma c’è una cosa che differenzia i due progetti ed è molto importante: Dark è riuscita a mantenere la sua promessa.
Il grande pregio dello show Netflix infatti è essere riuscito a rimanere sempre fedele alla direzione intrapresa sin dall’inizio. Nonostante la propria rilevanza, evidente ancora oggi, Twin Peaks ha avuto tantissime difficoltà nel proprio sviluppo, subendo pressioni per cambiare la visione originale, correggersi, adattarsi alle pretese del pubblico. Un aspetto che ha pesato parecchio, nonostante il livello qualitativo sia rimasto immenso.
Viceversa, Dark è riuscita a restare sulla propria linea, senza cedere di un passo. Forse più che un suo pregio è stata semplicemente una questione di fortuna. Il suo successo è sempre stato, almeno fino al debutto dell’ultima stagione, piuttosto equilibrato. Ha avuto abbastanza seguito per non rischiare cancellazioni, ma non è mai stato tanto grande da richiedere di piegarsi ai desideri del pubblico. Neanche (e soprattutto) per quanto riguarda l’approccio alla narrazione.
Dark non ti prende per mano
Dark non si piega in alcun modo allo spettatore, non cerca di prenderlo per mano, di rendersi il più accessibile possibile. In un momento in cui gran parte del mondo dell’intrattenimento (non solo quello seriale) fa di tutto per semplificarsi, questa serie torna a richiedere l’impegno di chi lo guarda. La fama sopracitata non è quindi totalmente meritata, derivando in gran parte dal contrasto con il resto del panorama in cui è immerso.
Guardando questa serie siamo portati a stare sempre attenti, perché non ci sono ‘spiegoni’ didascalici in cui i personaggi ci raccontano tutto. Siamo noi a dover lavorare al loro fianco, cercando di ricostruire i pezzi. Una sfida che Baran bo Odar, creatore di Dark, ci lancia e che è divertente e coinvolgente raccogliere.
L’impegno poi va oltre il semplice livello superficiale della trama. Perché se davvero vogliamo vedere “quant’è profonda la tana del Bianconiglio” abbiamo altri intrecci da dipanare. Baran bo Odar (di cui non vediamo l’ora di scoprire il prossimo lavoro) crea un incredibile gioco di simbologia, che passa sottotraccia ma c’è. Dagli innumerevoli richiami biblici al tema dello specchio, la struttura su cui si regge Dark è complessissima e appassionante da ricostruire. Soprattutto perché va oltre quello che racconta, sfruttando anche i titoli degli episodi e la sigla stessa per portare avanti questo discorso.
Dark quindi è una di quelle poche serie che è riuscita a iniziare e finire senza mai perdersi, prendendosi esattamente i tempi necessari. Tutto questo le ha permesso di arrivare sana e solida fino al suo finale che, pur non potendo conquistare tutti, chiude tutto in maniera molto più soddisfacente di tanti altri show negli ultimi anni.
E ora, correte a guardarla.
Dark è disponibile su Netflix.