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Lo studio Deloitte-Vodafone e il “gap” nell’adozione del cloud

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In Italia, la percentuale di imprese che utilizzano la tecnologia cloud deve aumentare di 37 punti percentuali per raggiungere gli obiettivi del Decennio Digitale 2030 stabiliti dalla Commissione Europea. Questo è ciò che è emerso dal rapporto pubblicato da Deloitte e Vodafone.

Il rapporto di Deloitte e Vodafone sul Decennio Digitale 2030

Il Decennio Digitale dell’UE stabilisce obiettivi chiave su diverse aree digitali fino al 2030 e rappresenta la visione dell’UE per la trasformazione digitale dell’Europa. Allo stesso tempo si tratta di un elemento cruciale per l’Europa per mantenere la sua competitività globale in un mondo in rapido cambiamento.

Secondo il rapporto pubblicato da Deloitte e Vodafone, in Italia solo il 38% delle imprese utilizza attualmente i servizi di cloud computing. È stato infatti riscontrato un gap di 37 punti percentuali rispetto all’obiettivo del 75% da raggiungere entro il 2030.

Lo scopo dei servizi cloud è quello di rendere i dati più sicuri; servono anche a guidare un processo di efficienza, ad aiutare le aziende a crescere, ad offrire nuovi insight e molto altro. Insomma, sono fondamentali per il successo delle aziende.

I problemi però non finiscono qui. La percentuale di households coperte da reti VHCN è del 34% nel 2021: questo significa che esiste ancora un gap di 66 punti percentuali e colmare questo divario è piuttosto impegnativo.

Le competenze digitali richiedono progressi significativi

Anche la mancanza di specialisti ICT sta contribuendo a rallentare il percorso verso gli obiettivi del Decennio Digitale. Questo, purtroppo, mette a rischio la capacità dell’Europa di scalare le tecnologie necessarie per essere leader a livello globale.

Al momento nell’UE il numero di specialisti ICT è di 8,43 milioni, un numero che dovrebbe come minim raddoppiare per raggiungere l’obiettivo dei 20 milioni di specialisti ICT previsti dal Decennio Digitale.

L’intensità digitale delle PMI è rimasta relativamente piatta negli ultimi cinque anni, con un tasso medio di crescita annuale in tutta l’UE tra il 2016 e il 2021 pari a solo il 2%. L’intensità digitale è definita secondo il Digital Intensity Index che misura la disponibilità di 12 diverse tecnologie digitali.

In alcuni casi, gli Stati membri sono attualmente più indietro rispetto ai loro obiettivi rispetto al 2019, come la Repubblica Ceca (-14 punti percentuali) o il Portogallo (-9 punti percentuali). L’Italia è invece tra i Paesi che ha avuto una crescita di 11 punti percentuali.

I finanziamenti per gli Stati membri saranno soggetti a ulteriori cambiamenti in seguito al crollo del PIL durante la pandemia

Gli Stati membri il cui PIL è crollato più del previsto, avranno un aumento dei fondi e delle sovvenzioni. Germania, Portogallo e Spagna potrebbero vedere i maggiori aumenti relativi delle sovvenzioni, mentre Irlanda, Romania e Paesi Bassi potrebbero vedere le maggiori diminuzioni relative delle sovvenzioni.

Il rapporto evidenzia quattro strumenti politici chiave. Secondo il rapporto potrebbero aiutare a realizzare gli obiettivi del Decennio Digitale. Di seguito ve li riportiamo.

Per saperne di più riguardo il report, potete consultare il documento ufficiale.

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