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La recensione di Diablo IV: gli inferi non sono mai stati così affascinanti

Nel mondo dei videogiochi sono pochi i franchise che possono vantarsi di aver rivoluzionato il mondo dei videogiochi, Diablo è uno tra questi. Dal 1996 il mondo di Sanctuarium e la sua “mitologia” hanno stregato milioni di giocatori e la magia (o meglio, la maledizione) si sta ripetendo ancora una volta con Diablo IV. A distanza di 11 anni dal terzo capitolo, che ha incontrato pareri discordanti, Blizzard ha voluto strafare e dare ai videogiocatori il Diablo che stavano aspettando. Ma è davvero così? Questo nuovo capitolo ha soddisfatto le altissime aspettative? Scopriamolo in questa recensione di Diablo IV, assolutamente senza spoiler.

La nostra recensione di Diablo IV

Diablo IV si piazza pochi anni dopo gli eventi narrati in Diablo III. Il mondo di Sanctuarium, nato come rifugio dall’incessante conflitto eterno tra Angeli e Demoni sta per conoscere una nuova terrificante minaccia. Un gruppo di esploratori ha infatti evocato, Lilith, la figlia dell’Odio e creatrice di Sanctuarium stessa. L’ascesa del demone sulla terra porterà con se atrocità tipiche del mondo dei demoni ma i suoi piani di conquista vanno al di là di Sanctuarium.

L’eroe protagonista di questo capitolo entrerà in contatto con il demone e una misteriosa entità in forma di lupo demoniaco e lo proietteranno al centro degli eventi di Diablo IV. Questi vedranno protagonisti una serie di personaggi, nuove conoscenze e vecchie istituzioni che gli appassionati del franchise riconosceranno. La chiesa di Sanctuarium, votata all’angelo Inarius, scacciato dal paradiso, cercherà di difendere la popolazione dall’Oscurità con l’aiuto del suo esercito ma i piani di Lilith sono tanto ambiziosi quanto misteriosi.

Inizia dunque la nostra avventura fatta di scoperte del passato, di rituali, sacrifici e di tutto il fascino che il mondo e la storia di Diablo sanno offrire.

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Demoni, magia, classi…Siamo pronti!

Diablo 4 Classi

Come i precedenti capitoli, Diablo IV è un videogioco d’azione con elementi tipici dei giochi di ruolo (GDR) e telecamera isometrica dall’alto. All’inizio di una nuova avventura dovremo creare il nostro personaggio e personalizzarlo scegliendo una delle cinque classi a disposizione: Barbaro, Negromante, Incantatore, Tagliagole e Druido. Ogni classe porta con se un diverso stile di gioco, un’albero delle abilità personale nonché meccaniche e incantesimi unici come nei più classici dei GDR. Qualunque classe sceglierete, il gameplay sarà sempre la classica e adrenalinica azione che abbiamo imparato ad amare in Diablo, con orde di nemici da sconfiggere, una vasta mappa da esplorare e ricchi lootbox da recuperare.

Uccidendo nemici, esplorando la mappa e completando missioni, guadagneremo dei punti esperienza che aumenteranno il livello del nostro personaggio. Ad ogni aumento di livello le nostre statistiche miglioreranno e guadagneremo punti abilità da spendere. Lo Skill Tree di ogni classe è ampio e ricco di abilità, sia attive che passive e sarà impossibile sviluppare ogni incantesimo. questo vuol dire che dovremo scegliere una build personale che risuoni con il nostro stile di gioco. Ma non temete, sarà possibile ridistribuire i punti per bilanciare, aggiustare o ricominciare a pianificare il nostro ramo abilità.

A differenza degli altri capitoli, Diablo IV utilizza una formula di gameplay tipica degli MMO per giocare insieme ad altri giocatori e partecipare ad eventi e boss mondiali. Il gioco infatti richiede una costante connessione internet ma può essere completato tranquillamente in single-player. Un’altra novità riguarda la mappa di gioco, non più generata proceduralmente ma pre impostata e divisa in cinque principali regioni. La trama principale vi porterà ad esplorare ciascuna di esse, caratterizzate da un proprio bioma e una storia precisa, dove si trovano disseminate quest secondarie, dungeon e molto altro.

Meno GDR più democrazia

diablo iv recensione2

Lo sviluppo del personaggio, come ogni GDR che si rispetti, è uno dei punti focali del gioco. Diventare sempre più potente e poter sconfiggere boss sempre più minacciosi sarà per noi motivo di gioia e orgoglio. Oltre ai livelli e abilità, che abbiamo appena analizzato, saremo in grado di scegliere l’equipaggiamento per il nostro eroe. In totale abbiamo 10 slot equipaggiamento tra armature, armi e gioielli incantati. Come di consueto, l’equipaggiamento apporta migliorie alle nostre caratteristiche e quelli più rari e preziosi possono avere anche dei buff importanti sulle statistiche e sulle abilità.

A differenza degli altri capitoli però, non potremo agire direttamente sulle statistiche del personaggio. Queste sono Forza, Intelligenza, Volontà e destrezza, alle quali si aggiungono Potenza offensiva, Armatura e Vita. Ad ogni livello non avremo punti da spendere e bilanciare ma potremo alterarle solo con determinate abilità passive o con le Eccellenze, alla fine del gioco.

Questo toglie un elemento importante dei giochi di ruolo a favore però di un gameplay più fresco e immediato, adatto anche a chi non mastica il genere.

Preparatevi a passare molto tempo qui

Diablo IV recensione

La quantità di elementi da scoprire, luoghi da esplorare e missioni da completare sono davvero tantissime. A prescindere dalla campagna principale, che vi terrà impegnati per circa 35 ore, si contano oltre 200 quest secondarie a cui si vanno ad aggiungere dungeon, eventi random e altri elementi da scoprire sulla mappa. La situazione migliora dopo l’endgame che vedrà aggiungersi una serie di nuovi eventi come la Marea Infernale e i Sussurri dei morti. Ancora questo (poi abbiamo finito giuro) si aggiungono anche le possibilità offerte dal “livello del mondo”.

In Diablo IV esistono infatti quattro livelli del mondo che rappresentano la difficoltà dei nemici e la rarità delle ricompense che possono dare. All’inizio avremo a disposizione i primi due livelli e una volta finita la campagna principale e superate determinati missioni sbloccheremo i nuovi livelli. Questi aumentano enormemente il livello di difficoltà regalandoci lotte lunghe e impegnative contro i boss ma anche loot sempre più ricchi e interessanti con cui migliorare il nostro eroe.

Il tutto si traduce in centinaia e centinaia di ore di gioco alle quali siamo certi si aggiungeranno (ok non avevamo finito) patch di aggiornamento ed espansioni, che si adatterebbero perfettamente all’endgame.

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Il fascino del male

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Passando sul punto di vista tecnico e grafico, Blizzard ha fatto un lavoro a dir poco eccezionale. Dopo la parentesi di Diablo III, sono ritornate le atmosfere cupe e tetre che solo la lore di Diablo sa regalarci. Ogni area del mondo, ogni dungeon e ogni città è permeata di quella miseria da cui forse Sanctuarium non si libererà mai, regalandoci un grado di immersività davvero notevole. Durante la nostra esperienza non abbiamo mai incontrato bug, glitch o altro e i problemi legati alla versione Beta sono ormai un lontano ricordo. Dai dettagli delle texture ai singoli elementi delle mappe, dalle animazioni dei personaggi al design di boss e nemici, tutto è come dovrebbe essere e anche di più.

Eccellente anche il comparto sonoro delle musiche che rispecchiano appieno l’atmosfera di cui abbiamo parlato. Dalle melodia melanconiche delle città in rovina a quelle più ritmiche ed evocative dei combattimenti con i boss. Ogni elemento era perfettamente dove doveva essere. Allo stesso modo, abbiamo apprezzato moltissimo il doppiaggio in italiano di ogni singola frase sia dei personaggi principali che degli NPC in giro per la mappa che contribuiscono, ancora una volta, a rendere vivo il mondo di Diablo.

E i difetti?

Arrivati a questo punto della recensione, Diablo IV sembrerebbe un gioco perfetto, ovviamente non è così. Tra i dubbi sugli elementi GDR, di cui abbiamo parlato, non possiamo non indicare una certa diffidenza nei confronti del sistema delle abilità. Alcune di queste (a seconda della classe scelta) scompaiono di fronte alla potenza e all’efficacia di molte altre che vanno completamente a eliminare il nobile intento di selezionare quelle più adatte al proprio stile di gioco, preferendo, ovviamente, quelle “che fanno più male”. Non a caso sono già apparse in rete decine di guide per le classi che indicano la stessa sfilza di skill da sviluppare. Questo rende completamente inutili il resto delle abilità e richiederà un grande lavoro di bilanciamento e continui aggiornamenti da Blizzard per riportarle in considerazione.

Altri dubbi riguardano la maggior parte delle missioni secondarie. Abbiamo visto che ce ne sono tantissime e che ci terranno incollati allo schermo per molto tempo, ma di queste la percentuale di quelle davvero interessanti, che ampliano la trama o raccontano storie coinvolgenti, è davvero ridotta. Allo stesso modo anche alcune delle quest principali le abbiamo trovate tediose e inutilmente lunghe mentre avremmo preferito maggiori dettagli sulla trama.

A ciò si aggiunge anche l’endgame che non mette propriamente una parola Fine alla storia. Sebbene questo, come anticipato, da spazio a nuovi contenuti futuri, qualcuno potrebbe non apprezzare le porte lasciate eccessivamente aperte.

La recensione di Diablo IV in breve

Arrivati a questo punto della recensione, è indubbio che Diablo IV ci sia piaciuto moltissimo. Le premesse della versione Beta ci avevano lasciati tanti dubbi, molti dei quali sono stati eliminati dall’ottimo lavoro tecnico e di aggiornamenti di Blizzard prima del rilascio ufficiale del gioco.

Se siete fan del franchise di Diablo, questo quarto capitolo è quello che stavate aspettando; la perfetta congiunzione tra la vecchia scuola dei precedenti capitoli e un ammodernamento che non snatura per niente la natura del franchise. Se invece siete delle nuove reclute attratte dal fascino di questo mondo (e da quello di Lilith), lasciatevi conquistare dal potere inebriante del male e non temete delle vostre mancanze videoludiche, il gioco è pensato per poter essere goduto appieno anche se non avete esplorato i precedenti capitoli.

Diablo IV era il Diablo che stavamo aspettando da molti anni e siamo certi che tra molti anni ne staremo ancora parlando.

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Daniele Cicarelli

Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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