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Commissione Ue: diritto alla riparazione anche dopo il periodo di garanzia

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L’Unione Europea ritorna a parlare di diritto alla riparazione dopo un lungo periodo.

Il 7 aprile dello scorso anno il Parlamento europeo si era espresso sul diritto alla riparazione, dall’Unione Europea con il Regolamento 2021/341. Ne avevamo parlato in un articolo.

Era stato approvato un testo non legislativo (su proposta della Commissione Ue) sul diritto alla riparazione dei prodotti per i consumatori. Tra le richieste, quella della progettazione di prodotti che durino più a lungo, e che possano essere riparati in modo semplice e sicuro.

Inoltre, i consumatori avrebbero dovuto avere accesso gratuito alle informazioni sulla riparazione e la manutenzione.

A distanza di quasi un anno, ecco una nuova proposta della Commissione Ue, che tra l’altro prevede un’estensione del diritto alla riparazione oltre il periodo di garanzia dei prodotti.

Il disegno di legge della Commissione Ue

Nella giornata di mercoledì 22 marzo, la Commissione Ue ha presentato un nuovo disegno di legge sul diritto alla riparazione.

Che ha due obiettivi, strettamente correlati fra loro: contrastare l’obsolescenza programmata e sostenere il Green Deal.

L’obsolescenza programmata altro non è che la pianificazione della durata di un determinato prodotto, che dopo un certo periodo diventa inservibile o viene percepito come obsoleto dai consumatori.

Allungare la vita dei prodotti significa quindi favorire il raggiungimento del Green Deal europeo, che punta al raggiungimento della neutralità climatica in Europa entro il 2050.

Cosa contiene il disegno di legge

I consumatori potranno pretendere il diritto alla riparazione oltre il periodo di garanzia. E rivolgersi anche a servizi diversi da quelli offerti dai produttori.

Nel disegno è anche prevista una piattaforma di riparazione online, che funga da punto di contatto fra i consumatori e i riparatori. Ma anche tra consumatori e venditori di beni ricondizionati.

Inoltre, ci sarà un modulo europeo di informazione sulla riparazione, che si potrà richiedere a qualsiasi riparatore, a beneficio di una maggiore trasparenza su condizioni e prezzi del servizio.

Contro il greenwashing

Altro punto importante contemplato dal disegno di legge è il piano contro il cosiddetto greenwashing (traducibile con ecologismo di facciata): le aziende europee dovranno dimostrare scientificamente la veridicità delle etichette che riportano scritte come eco, bio, compostabile eccetera.

Chi dichiarerà il falso sarà soggetto a sanzioni amministrative, comprese multe.

Da un recente esame dell’Ue è risultato che ben il 53,3% delle dichiarazioni sui prodotti fatte dalle aziende è risultato vago, fuorviante o infondato. E quasi il 40% del tutto privo di fondamento.

La Commissione Ue chiede adesso “prove scientifiche ampiamente riconosciute” che “dimostrino la veridicità” delle dichiarazioni, comprese quelle sul ciclo di vita del prodotto, dall’estrazione dei materiali allo smaltimento.

Dunque aumenteranno i controlli sui marchi naturali: attualmente ce ne sono almeno 230, numero che disorienta i consumatori. Non saranno perciò consentiti nuovi sistemi pubblici di etichettatura, a meno che non siano sviluppati a livello comunitario. I marchi ambientali, poi, devono essere trasparenti, e saranno periodicamente riesaminati.

I numeri

L’Unione europea ha stimato che prodotti come lavastoviglie, televisori e telefoni cellulari, cestinati anzitempo producano ogni anno 35 milioni di tonnellate di rifiuti. L’acquisto di ricambi costa ai consumatori qualcosa come 12 miliardi di euro all’anno.

Con il diritto alla riparazione la Commissione europea ha calcolato un risparmio di emissioni di gas serra di 18,5 milioni di tonnellate, un risparmio di risorse di 1,8 milioni di tonnellate e di 3 milioni di tonnellate di rifiuti in 15 anni.

Sul versante economico, nei prossimi 15 anni i risparmi di venditori e produttori saranno di circa 15,6 miliardi di euro.

Sempre nel prossimo quindicennio, i consumatori dell’Unione europea potranno risparmiare complessivamente 176,5 miliardi di euro.

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Le dichiarazioni

Il commissario europeo Didier Reynders ha detto: “È essenziale che i consumatori siano in grado di far riparare i loro beni, più facilmente e di acquistare meno. Ciò contribuirà a sostenere l’ambiente riducendo i rifiuti e le emissioni di gas serra e l’uso delle risorse”.

E il vicepresidente Frans Timmermans ha aggiunto: “La riparazione è la chiave per porre fine al modello ‘prendi, crea, rompi e getta’, che è così dannoso per il nostro pianeta, la nostra salute e la nostra economia. Non c’è motivo per cui un cavo difettoso o un ventilatore rotto debbano costringerti ad acquistare un prodotto completamente nuovo.

L’anno scorso abbiamo proposto regole per garantire che i prodotti siano progettati per essere riparabili. Oggi proponiamo di rendere effettivamente la riparazione delle cose l’opzione facile e attraente per i consumatori”.

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