L’indagatore dell’incubo, Dylan Dog, deve larga parte del suo successo al fatto di essere (lui come gli altri personaggi principali del mitico albo) tratteggiato in modo egregio.
Bello, colto, autoironico, fifone ma lealissimo e incorruttibile, Dylan rifugge con fierezza ogni concessione all’esteriorità (si veste sempre in un unico modo). E ignora, o quasi, la tecnologia: solo da pochi mesi a questa parte è entrato in possesso di uno smartphone che adopera non senza goffaggine.
Pensate dunque a quale attrito possa derivare dall’esposizione del nostro Dylan Dog all’intelligenza artificiale generativa, quanto di più moderno ci sia. E perciò quanto di più lontano dal nostro eroe démodé.
Potete pensarlo ma anche leggerlo, perché è appena uscito il primo di tre albi autoconclusivi che Sergio Bonelli Editore dedica proprio all’intelligenza artificiale, piombata a sconvolgere la vita di Dylan Dog.
Dylan Dog e l’intelligenza artificiale: i tre albi
Primo dei tre albi di Dylan Dog sull’intelligenza artificiale generativa è L’altro lato dello specchio, il numero 446 della serie, in edicola da martedì 31 ottobre. Sappiamo già che giovedì 30 novembre sarà la volta di Hazel la morta. E conosciamo anche il titolo dell’ultima parte della trilogia sull’IA, in uscita a fine dicembre: Anatomia dell’anima.
Già che ci siamo, ricordiamo che due anni fa è uscito un altro trittico… spericolato di Dylan Dog, dedicato a tre celebri canzoni di Vasco Rossi.
L’altro lato dello specchio
Vi raccontiamo quel poco di trama che ci consente di introdurvi al primo dei tre numeri di Dylan Dog sull’intelligenza artificiale generativa, senza svelarvi troppo.
Dylan riceve uno strano invito anonimo nella villa del magnate Jeffery Scott. Insospettito, riesce a introdurre il fido Groucho sotto le vesti di un cameriere. Al suo arrivo, Dylan vivrà una vicenda orrorifica, al culmine della quale scoprirà che si è trattato solo di un “esercizio narrativo” prodotto da Alix, l’intelligenza artificiale generativa che in un certo senso governa la villa. E che attraverso una serie di sfere galleggianti per aria genera “immagini fotorealistiche del tutto indistinguibili dalla realtà”, come spiega a Dylan Dog il padrone di casa.
Assieme a Dylan, occupano la villa alcune figure eccentriche, in teoria radunate proprio per testare l’innovativo sistema idi IA. Ma, si scoprirà proseguendo nella lettura, intimamente (e torbidamente) legate quasi tutte le une alle altre.
Riaffiorerà il passato di alcuni personaggi, denso di inconfessabili segreti. Nessuno sarà più in grado di distinguere il reale dal virtuale, e alla fine Dylan saprà chi è stato a invitarlo nella villa. I cui “poteri” andranno ben oltre alla mera capacità di produrre immagini estremamente realistiche.
Dylan Dog in purezza
L’altro lato dello specchio è stato disegnato da Davide Furnò, Nicola Mari e Marco Nizzoli. La copertina è a opera di Gianluca e Raul Cestaro, mentre soggetto e sceneggiatura sono di Barbara Baraldi.
Nel primo dei tre albi di Dylan Dog dedicati all’intelligenza artificiale c’è tutto ciò che un appassionato lettore delle avventure dell’indagatore dell’incubo si aspetta di trovare.
Dylan, tanto per cambiare, ha una relazione amorosa, e Groucho non risparmia le sue battute paradossali. Non mancano le citazioni colte (il gruppo di borghesi intrappolati in un interno rimanda a L’angelo sterminatore di Luis Buñuel).
Ci sono scene splatter, momenti di suspense, personaggi che si rivelano di indole opposta a quella con cui si sono presentati. Oltre ad angosce e ossessioni mai sopite che traboccheranno sino a travolgere buoni e cattivi.
Dylan Dog e l’intelligenza artificiale
Ma al di là di tutte le caratteristiche piacevolmente prevedibili per i fedeli lettori dell’albo, c’è l’incursione – nuovissima per la serie di Dylan Dog – dell’intelligenza artificiale. Di cui viene offerto un quadro onesto e non apocalittico.
Nel senso che ne vengono certamente illustrati i pericoli, ma solo in quanto conseguenze di un suo uso distorto o poco consapevole da parte degli esseri umani.
C’è poi un’ambiguità decisamente funzionale alla vicenda. L’intelligenza artificiale in questo albo di Dylan Dog si intreccia col soprannaturale, mostrandosi cioè come qualcosa che può superare i confini di quanto rientra nelle competenze e nelle pertinenze umane.
E sembra quasi sottintendere un ammonimento, quanto mai concreto e attuale: sta a noi utilizzare l’IA in modo etico, per ricavarne i massimi benefici. L’alternativa è adoperarla come strumento per accrescere le nostre ambizioni superomistiche, rischiando di venirne travolti.
Insomma: nella realtà ci vorrebbe un eroe romantico come Dylan Dog, anche per insegnarci a convivere con saggezza con le nuove tecnologie.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API