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Elon Musk acquista Twitter. E licenzia quattro super dirigenti

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Non più tardi di ieri abbiamo scritto un articolo subito smentito dai fatti.

Articolo nel quale facevamo il punto sugli ultimi capitoli della saga Musk-Twitter. Mostravamo come l’imprenditore avrebbe (con ottime probabilità) acquistato un social non privo di problemi.

E chiudevamo la nostra riflessione dicendo che, per Musk, Twitter sarebbe stata una prova di maturità. Avrebbe continuato, il Ceo di Tesla e SpaceX, a farsi guidare dall’istinto e dalla sua ormai universalmente nota eccentricità? O avrebbe imparato a… contare sino a tre prima di prendere una decisione, e soprattutto prima di inviare ai suoi 110 milioni di follower i soliti cinguettii enigmatici?

Certo, l’ingresso negli uffici di Twitter di San Francisco con un lavandino sottobraccio non ha fatto ben sperare. E in effetti le prime mosse del tycoon subito dopo l’acquisizione della piattaforma social mostrano come i colpi a sensazione restino la cifra stilistica di Musk. Scopriamo cos’è accaduto.

Elon Musk compra Twitter. E licenzia i vertici

Dunque sì, è andata come previsto. Venerdì 28 ottobre, nel giorno che Kathaleen McCormick, giudice della corte di Chancery in Delaware, aveva stabilito come ultimo utile prima della riapertura del processo, Elon Musk ha acquistato Twitter. E lo ha fatto per la somma pattuita inizialmente: 44 miliardi di dollari.

Ma, contravvenendo almeno in parte alle rassicurazioni fornite ai dipendenti, ha fatto anche altro: appena insediatosi come capo di Twitter, Musk ha licenziato quattro super dirigenti. E si è nuovamente affidato ai suoi amati tweet per diffondere all’umanità i suoi messaggi tanto magniloquenti quanto criptici. Andiamo con ordine.

Musk, Twitter e i dirigenti licenziati

Il tempo di sedersi sulla più importante poltrona di Twitter, ed ecco che Musk licenzia quattro super manager.

Ossia nientemeno che l’ormai ex Ceo Parag Agrawal, il chief financial officer Ned Segal, il responsabile degli affari legali e della policy Vijaya Gadde,  e il general counsel Sean Edgett.

Vertici azzerati, dunque, e volontà di un rinnovamento totale. Non solo nell’organigramma ma anche – ci attendiamo – nella gestione della piattaforma.

“L’uccellino è liberato”

Come se la mossa del licenziamento delle massime figure aziendali non fosse stato uno scossone sufficiente, ecco che Musk si è ancora una volta affidato al suo (e mai come stavolta è congruo usare il termine “suo”) megafono preferito: Twitter.

Il cinguettio delle ore 5.49 del 28 ottobre recita infatti: “The bird is freed”, ovvero “L’uccellino è liberato”.

Ma mica è finita lì. Musk ha fatto sapere di avere perfezionato l’acquisizione di Twitter per amore verso l’umanità. La sua dichiarazione non la si può definire improntata alla modestia: “Acquisto Twitter perché è importante per il futuro della civilizzazione avere una piazza comune digitale dove un’ampia gamma di idee può essere discussa in modo salutare senza ricorrere alla violenza.”

Il timore di Musk è che il social si frazioni in “camere di risonanza della destra o della sinistra che generano più odio e dividono il Paese. Nel cercare senza sosta click, i media tradizionali hanno alimentato gli estremi. È per questo che compro Twitter. Non perché è facile, non perché fa soldi. Lo faccio per cercare di aiutare l’umanità che amo. E lo faccio con umiltà, riconoscendo che, nonostante i migliori forzi, c’è una reale possibilità di fallire”.

Musk e l’ossessione della libertà

Torna dunque quella sorta di ossessione per la libertà da parte di Elon Musk, che avevamo analizzato in un altro articolo.

E così si rinnova il dubbio: la libertà di cui tanto parla Musk porterà davvero Twitter a essere un social orizzontale, una piazza di democrazia? O la libertà che così spesso ricorre nei tweet dell’imprenditore corrisponderà alla propria libertà di esprimersi su qualunque argomento? Compreso, ricordiamo, la politica estera, con esternazioni imbarazzanti, che hanno fatto coniare al New York Times la definizione di agente geopolitico del caos.

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Inserzionisti rassicurati

Insomma: Elon Musk arriva, compra Twitter, licenzia i vertici e rilascia dichiarazioni messianiche.

Quanto meno, lo stesso Musk ha rassicurato gli inserzionisti, preoccupati che ai tagli possano corrispondere minori controlli su ciò che viene pubblicato. È un problema che già aveva rilevato Reuters, secondo cui il 13% dei contenuti di Twitter sono oggi per soli adulti. E ciò, assieme ai mutati interessi degli utenti, starebbe proprio scoraggiando gli inserzionisti.

Ai quali però Musk ha detto che il social “non diventerà un inferno aperto a tutti, dove si può dire qualsiasi cosa senza conseguenze”.

Inoltre, avrebbe ribadito di non avere alcuna volontà di tagliare del 75% i dipendenti dell’azienda.

Per concludere, trattandosi di Elon Musk, non possiamo fare previsioni sul futuro prossimo di Twitter, ma solo affidarci alla formula staremo a vedere.

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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