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La recensione di Fairy Tail 2: il minimo indispensabile

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Ci aspettavamo di più da Fairy Tail 2.
E ve lo diciamo subito, senza troppi fronzoli, perché è qualcosa che probabilmente penserete anche voi nei primi minuti di gioco, qualora ovviamente decidiate di acquistarlo.
Certo, c’è un sistema di combattimento migliore, la storia prosegue per la gioia dei fan e ritroviamo i volti famigliari dei componenti della gilda più amata di Fiore ma tutto questo va affiancato a missioni secondarie scarse e poco stimolanti, ad un gameplay ripetitivo, alla presenza di meccaniche che spesso possono essere ignorate, ad una difficoltà a nostro avviso troppo bassa e infine ad una grafica che continua ad essere estremamente superata.
Insomma, per noi Gust Studios ha fatto davvero il minimo indispensabile, e questo minimo indispensabile potrebbe non bastare nemmeno ai fan della serie.

La recensione di Fairy Tail 2

Che poi, ad essere davvero onesti, i fan della serie rappresentano probabilmente la totalità del pubblico disposto ad avvicinarsi a questo gioco. Il manga infatti non ha certo la popolarità di prodotti come Dragon Ball, che possono stuzzicare anche chi ha solo vaghi ricordi dell’anime, e il gioco non fa niente per provare ad ampliare il suo pubblico. Fairy Tail 2 quindi nasce con l’obiettivo dichiarato di soddisfare gli appassionati del manga di Hiro Mashima ma l’impressione è che si sia cercato di risolvere il problema più fastidioso – il sistema di combattimento – ignorando tutto il resto.

La storia prosegue

Zeref e gli Spriggan 12
Zeref e gli Spriggan 12

Siamo arrivati alla resa dei conti: la gilda di Fairy Tail deve affrontare l’invasione dell’impero Alvarez, guidato da Zeref in persona.
Ad affiancarlo troverete migliaia di soldati e soprattutto gli Spriggan 12, un’unità d’élite che funge da guardia personale di Zeref e che è composta da maghi con poteri ben superiori a quelli dei nostri eroi.
Aiutati occasionalmente dalle altre gilde di Fiore, da Lamia Scale a Sabertooth, dovrete quindi fronteggere questi terribili nemici prima di poter affrontare il più potente e malvagio mago oscuro di tutti i tempi.

Lungo il percorso non mancheranno un po’ di sorprese e rivelazioni per coloro che non sanno ancora nulla di questo arco narrativo, incluse importanti informazioni sulle origini di Natsu.

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Naturalmente il gioco, che regala circa 20 ore di intrattenimento, riassume a grandi linee gli avvenimenti, non sarà quindi come “giocare” il manga ma fornisci un utile riassunto degli elementi più importanti.
In compenso però offre ai giocatori una storia originale, intitolata “Key to the Unknown!“, che sbloccherete solo al termine della lunga quest principale.

Il sistema di combattimento ora ha più senso

Il primo capitolo proponeva un sistema di combattimento a turni con i nemici schierati su una griglia 3×3, un raggio d’azione delle mosse ben definito, un numero limitato di punti magia da usare e una serie di quick time event che servivano a richiamare l’intervento del Master della gilda, Makarov, o di Cana Alberona con il suo Fairy Glitter.
Beh, queste cose non ci sono più.

Fairy Tail 2 recensione sistema di combattimento

A disposizione avrete tre maghi di cui uno solo sotto il vostro controllo ma niente panico. Prima di tutto potrete scegliere quale controllare in un dato momento, passando rapidamente da uno all’altro per riuscire a spezzare gli incantesimi più potenti dell’avversario sfruttando le peculiarità di ognuno di loro. In secondo luogo potrete accedere al volo al roster, che spesso conta almeno altri 4 o 5 maghi, per sostituire al volo quelli a vostro avviso meno adatti ad uno specifico tipo di lotta. Ad esempio, se avete un mostro sensibile all’acqua e al ghiaccio potrete mettere in campo Grey e Juvia per sfruttare la debolezza del nemico, visibile nell’apposita schermata.

Fairy Tail 2 combat system

Ci sono poi altri elementi da considerare come il fatto che invece degli MP trovate gli SP, sottoforma di piccoli rombi che dovrete riempire con attacchi normali per poi poter utilizzare quelli magici, ognuno dei quali contraddistinto da uno specifico costo. Gli SP sono condivisi con tutto il team e aumentano durante lo scontro, per darvi la possibilità di concatenare sempre più attacchi, prestando molta attenzione a quando piazzare gli attacchi normali per non rimanere mai a corto di energia magica. Ecco, questa è una delle novità più interessanti rispetto al precedente capitolo perché vi permette di studiare meglio la strategia e di abbattere i nemici, che potranno subire anche i Link Attack, ossia un attacco speciale di uno dei vostri due compani – scelto da voi, e persino gli Unison Raid, super attacchi che vi permettono di infliggere una mole esagerati di danni.

Fairy Tail 2 Unison Raid

Fairy Tail 2 ripropone anche le Extreme Magic ma ora sono molto diverse. Si tratta infatti di carte che permettono di richiamare un compagno non presente nel roster e che può attaccare quando lo desiderate. Attenzione però perché il caricamento è lento quindi l’utilizzo dovrà essere ben studiato per evitare di sprecare preziose occasioni.

Fanno la loro comparsa anche i compagni a supporto, che interverranno autonomamente con una delle loro magie offensive quando avrete consumato un determinato numero di SP con il personaggio da voi controllato.

Tutto questo rende i combattimenti più divertenti ma il rischio di cadere nella noia è sempre dietro l’angolo.

Un gameplay poco stimolante | Recensione Fairy Tail 2

La dinamica messa in piedi da Gust Studios è molto semplice: ci si sposta dal punto A al punto B sapendo che la strada sarà costellata di nemici, animali o umani, che potrete spesso evitare qualora non abbiate bisogno di livellare, dopodiché arriverete al boss di turno, uno degli Spriggan 12, e dovrete combattere con lui per diversi minuti. Anche se state vincendo palesemente arriverete ad una cut scene in cui il nemico vi dice che siete spacciati e lui è più forte, voi ritroverete nuove energie e lo batterete.
Capite bene che ad un certo punto a muovervi è soprattutto la voglia di arrivare alla fine più che il gameplay piatto e prevedibile.

Fairy Tail 2 nemici

Le missioni secondarie non aggiungono varietà e così anche attività come la ricerca delle copie di Plue, create accidentalmente da Ichiya durante un esperimento fallito. Ci sono poi i forzieri del tesoro da trovare, i punti di osservazioni e degli ostinati e decisamente forti boss di area da abbattere per riuscire a vedere tutti i punti di interesse sulla mappa anche senza doverli scoprire uno a uno.
Presi però dalla storia e poco stimolati da quello che offre il gioco fuori dalla quest principale, viene difficile prendersi tempo per esplorare la mappa, per altro costellata di ostacoli che potrete superare solo dopo essere andati avanti con la storia. Un esempio? Ci sono altezze non superabili con un solo salto ma che di colpo potrete affrontare quando lo deciderà la storia o ostacoli più grossi che potrete abbattere solo da un certo punto in poi, anche se per abbatterli userete un attacco che è in vostro possesso dai primi minuti di gioco.

Fairy Tail 2 area boss

L’unica cosa per cui vale la pena rallentare sono le rocce che contengono le Lacrime necessarie a sbloccare una serie di abilità. Man mano che proseguirete con la storia guadagnerete degli Origin Point che serviranno a potenziare le vostre capacità offensive e difensive ma per sbloccare alcune di queste non solo serviranno gli Origin Point ma anche delle Lacrime particolari, legate al tipo di magia del singolo personaggio.

Fairy Tail 2 recensione gameplay

Peccato che queste abilità alle difficoltà più basse non paiono intaccare l’andamento del gioco: a difficoltà media potrete arrivare alla fine con una marea di OP ancora non assegnati e utilizzati. Senza rischiare di morire in battaglia nemmeno una volta, anche perché in caso di KO di uno dei tre maghi ce ne sarà un altro pronto a prendere il suo posto.
Diventano piuttosto inutili anche le pozioni curative che potete acquistare dai mercanti visto il basso livello di difficoltà del gioco, senza contare che potete far affidamento sulle capacità curative di Wendy e Juvia quando necessario mentre al termini degli scontri e facile incontrare i falò che non solo fungono da checkpoint e punti per il viaggio rapido ma si occupano anche di rimettere in forze tutti i membri del gruppo.

Il comparto tecnico è ancora vecchio

Quattro anni fa il comparto tecnico di Fairy Tail ci era sembrato datato, oggi lo è ancora di più visto che non è cambiato granché. Lo stile è sempre quello tipico dell’anime, cosa che apprezziamo, ma serviva un lavoro di svecchiamento dei modelli poligonali dei personaggi, una cura sicuramente maggiore per l’ambientazione – per altro sempre piuttosto uguale – e un aggiornamento dell’interfaccia, che spesso è poco intuitiva e poco moderna.

ambientazione fairy tail 2

All’inizio abbiamo avuto problemi persino con la lingua, che per qualche regione si auto-settava sul giapponese, e un paio di crash del gioco assolutamente inspiegabile.

Si salva solo il doppiaggio giapponese, davvero ben fatto, con i sottotitoli in inglese perché sì, dovete scordarvi assolutamente l’italiano. Meno soddisfacente la colonna sonora che usa qualche traccia tipica dell’anime ma spesso ne aggiunge di nuove senza contestualizzarle come dovrebbe.

La recensione di Fairy Tail 2 in breve

Fairy Tail 2 recensione in breve

Fairy Tail era mancante ma poteva essere un buon inizio, un test per vedere la risposta del pubblico e poi dedicare al sequel maggior cura e attenzione sotto tutti i punti di vista. E invece il secondo capitolo è più deludente del primo, con un comparto grafico datatissimo e poco adatto ad un prodotto che va persino sulla console di ultima generazione di PlayStation. Comparato a tutti gli altri titoli PS5, impallidisce e poi mostra il fianco anche sul fronte del gameplay.
Certo, sono migliorati i combattimenti e siamo certi che qualche fan potrebbe godersi queste ore di gioco senza troppi pensieri ma sia i giocatori che gli appassionati meritavano di più, Fairy Tail meritava di più.

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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Autore

  • Erika Gherardi

    Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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