La metafora diventa realtà. Quante volte ci è capitato di sentire o di dire, davanti a pellicole che mostravano scene inadatte a un pubblico giovane, “Ma questo è un film da bollino rosso!”
Ebbene, i nuovi film che usciranno nelle sale cinematografiche saranno tutti contraddistinti da un bollino. Che servirà a esplicitare per quale fascia di età sono consigliati (o vietati).
Il simbolo di riconoscimento campeggerà su tutto il materiale che accompagnerà la pellicola. I trailer, gli spot, ogni documento che la pubblicizzi. E lo stesso bollino farà bella mostra di sé su Internet e sui social media.
La settima arte mima in questo modo la classificazione dei videogiochi in cinque categorie in base alla presenza o meno di contenuti cosiddetti sensibili (sesso, violenza, uso di armi, turpiloquio, uso di sostanze stupefacenti o alcol, discriminazione e incitamento all’odio).
Vediamo dunque più da vicino la nuovissima normativa per i divieti sui film: quali saranno le categorie in cui si classificheranno le pellicole e come questa novità funzionerà in concreto. Anzi, come sta già funzionando.
Ogni film un bollino: come funziona
Tutti i nuovi film in uscita nelle sale cinematografiche saranno contraddistinti da un bollino.
L’indicazione sarà chiara, e reiterata in tutto il materiale che riguarda la pellicola. Dunque i trailer, gli spot televisivi (e per quelli radiofonici come funzionerà?, si chiederanno i più maliziosi). Ma anche locandine, poster, brochure. E naturalmente tutto ciò che riguarda l’online, soprattutto la pubblicità sui social.
I quattro bollini
I bollini per i film saranno quattro, e divideranno quindi le pellicole in altrettante categorie. Quali? Eccole. (E facciamo attenzione alla nomenclatura: vi spieghiamo tutto fra un attimo).
- Film per tutti
- Film non adatto ai minori di anni 6
- Film vietato ai minori di anni 14
- Film vietato ai minori di anni 18.
Con due specificazioni: per i film vietati agli under 14, gli spettatori che hanno compiuto i 12 anni sono ammessi alla proiezione se accompagnati da un genitore o da un tutore. Vale lo stesso ragionamento per gli over 16 rispetto alle pellicole vietate ai minori di 18 anni.
Vi avevamo detto di fare attenzione alla denominazione delle quattro categorie. Nei primi due casi non si tratta infatti di divieti ma solo di consigli. La prima categoria comprende film i cui contenuti sono fruibili da chiunque, anche i bambini più piccoli. Per la seconda, il consiglio è di inibire la visione a chi abbia meno di 6 anni. Non viene ulteriormente specificato se, in compagnia di un adulto, questa categoria di pellicola possa essere vista anche dagli under 6.
Cosa diversa per gli ultimi due gruppi, per i quali si parla esplicitamente di divieto. Questi sono anche i casi in cui, oltre ai bollini, appariranno specifiche icone. Quali? Non è ancora dato di saperlo: si attendono ulteriori notizie al riguardo. E si presume che, proprio come per i videogiochi, saranno indicati i contenuti sensibili che, se presenti, faranno attribuire a un determinato film uno dei due bollini per così dire più severi.
Due “vecchie” leggi ora in vigore
In realtà dal novembre del 2021 sono finalmente entrate in vigore le ultime due regolamentazioni della classificazione dei film distribuiti in sala. E cioè la Legge 220 del 14 novembre 2016 e il Decreto legislativo 203 del 7 dicembre 2017.
L’iter è il seguente: i distributori classificano i film, dopo di che i 49 membri della Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche conferma o meno la categoria. Ma non può imporre tagli o impedire l’uscita della pellicola nelle sale.
Al contrario dell’organo precedente, la Commissione per la Revisione Cinematografica, che in mancanza di regole univoche poteva non solo imporre il divieto ai minori di 18 o 14 anni, ma anche chiedere il taglio di inquadrature o scene intere. E addirittura negare il rilascio.
Franceschini e l’abolizione della censura cinematografica
Proprio il passaggio dalla precedente commissione all’attuale aveva fatto annunciare al Ministro della cultura Dario Franceschini, lo scorso aprile, la fine della censura sui film. Queste le parole del Ministro: “Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”.
Il caso de “La scuola cattolica”
Anche se nei giorni scorsi in molti hanno protestato nei confronti della scelta di vietare ai minori di 18 anni il film La scuola cattolica di Stefano Mordini, sul massacro del Circeo.
L’opera ricavata dal romanzo di Edoardo Albinati era stata presentata fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia con un divieto ai minori di 14 anni, innalzato sino ai 18 dalla recente Commissione. Che, come abbiamo visto, ha facoltà di modificare la categoria proposta dai distributori.
La motivazione recita: “Il film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti”.
Chi la contesta cita una legge del 1963, secondo cui tra gli elementi che possono rendere un film inadatto ai minori non c’è la tematica scelta.
Se questa è un’obiezione plausibile, sembra meno congruo quello di Francesco Rutelli, presidente di ANICA, secondo cui la censura cinematografica sarebbe ancora in vigore.
Così non è: La scuola cattolica infatti, come vogliono le ultime norme, andrà in onda senza alcun taglio.
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