Dimenticare, essere dimenticati. Finire in un limbo senza collocazione spazio-temporale e non uscirne più. In un mondo dove tutto gira sempre più velocemente, si rischia di perdere diversi oggetti, o semplicemente di abbandonarli in un angolo della nostra casa (e della nostra mente), lasciando che la polvere del tempo si accumuli su di loro. Oggetti, con un loro significato da noi dimenticato, con una loro utilità per noi persa. Se lo meritano forse? Si dice che una seconda possibilità debba sempre essere concessa, ed è proprio quella offerta in Forgotten Lands, il mondo in cui vengono magicamente catturati vestiti e suppellettili di ogni tipo e smistati secondo la loro categoria.
Sono tutti così meritevoli di considerazione da parte di un proprietario più attento? Potremo scoprirlo in Forgotton Anne, il nuovo titolo sviluppato e prodotto da Square Enix Collective e ThroughLine Games eda poco sbarcato su Steam con l’intento di portarci in un mondo magico e simili a un classico anime. Basterà infatti l’intro a trasportarci nell’universo dei cartoni animati giapponesi, cosa che ci ha affascinati fin da subito. Proprio grazie a questa narrazione, capiamo che non tutti i calzini persi vengono ritrovati da nostra mamma in un cassetto: a volte anche loro falliscono, proprio perché i poveri indumenti finiscono, anche spaiati, in tutt’altra dimensione, dove vive una giovane ragazza impavida, Anne.
Come spesso vuole la tradizione, Anne si rivela essere pupilla di un anziano maestro e mentore, Master Bonku, che la accompagna sotto forma di presenza attraverso una sorta di specchio mentre lei è in azione in un mondo dove loro due sono gli unici esseri umani, circondati da oggetti, magia ed energia pura. C’è però un tratto della narrazione che fa riflettere parecchio e porta via l’apparente innocenza e semplicità della trama: la ragazza può togliere la vita agli oggetti grazie al potere dell’Arca, l’aggeggio che porta al polso.
Ogni Anima possiede un’energia a lei utile per proseguire nell’avventura, riportando l’ordine scombussolato da alcuni Forgotlings (il nome esatto degli oggetti dimenticati), creando distruzione e problemi. Senza forzature di concetto, è palese come venga proposta la teoria secondo cui togliere vite possa servire per riportare la pace.
Questo titolo sembra aver tratto parte del suo contenuto narrativo da fiabe del calibro di Biancaneve o La Bella e la Bestia, tra personaggi che si rivelano attraverso uno specchio e oggetti inanimati che danno una mano (o del filo da torcere) ad un’avventuriera tanto agile quanto esteticamente ben diversa dalle eroine a cui siamo abituati. Anne potrebbe essere una delle sorelle di Piccole Donne, ma l’apparenza inganna: noteremo fin da subito come la giovane non abbia alcuna paura e come si destreggi in pericolose acrobazie, grazie anche alle sue ali di acciaio, attivabili in caso di bisogno. Immancabili poi enigmi e puzzle, in cui ci imbatteremo ad ogni piè sospinto.
Il gameplay dunque si concretizza in una sorta di puzzle platform in 2.5D a scorrimento, dove la resa della profondità spaziale è sufficiente a farci capire come sia strutturato l’ambiente in cui ci troviamo, lasciando però un senso di bidimensionalità dominante. Anche il controllo del personaggio avviene in maniera fluida e senza dover memorizzare una notevole quantità di comandi da tastiera, rendendo l’esperienza di gioco più godibile e non troppo macchinosa, seppur non troppo longeva. Questi principali tratti del gioco si mischiano a una componente di visual novel che da una parte equilibra la brevità di gioco con la rigiocabilità, sviluppando percorsi diversi, dall’altra ci farà sentire ancora di più la responsabilità delle nostre azioni sul destino degli oggetti, e più in generale della storia che andiamo a costruire man mano.
La grafica inoltre non può che rivelarsi pane per i denti degli amatori dell’animazione orientale, poiché ricalca fedelmente lo stile di cartoni piuttosto famosi (una su tutte, la serie di uno dei ladri più famosi al mondo: Lupin). Tutto questo viene accompagnato da una colonna sonora dai toni delicati e strumentali che sottolineano ancora una volta l’attenzione meticolosa dedicata alla creazione di questo titolo, arricchendo ogni momento di effetti sonori che accompagnano in maniera molto naturale ogni momento dell’azione.
Un prodotto dunque ben fatto e dalla profondità narrativa non indifferente, una proposta riflessiva non pesante, senza rendere difficile il gameplay in sé. Possiamo dunque accostarci a Forgotton Annne sia affrontandolo come un “normale” gioco di azione, macinando capitolo dopo capitolo, sia come un momento di immaginazione di un mondo parallelo, dove per una volta i ruoli si invertono e sono i nostri stessi prodotti a ribellarsi contro di noi, facendoci capire davvero le conseguenze delle nostre azioni e dell’era del consumismo senza fine in cui siamo avviluppati.
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