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G2A ha ammesso di vendere chiavi di attivazione rubate

Un’investigazione interna, riportata da DualShockers, ha rivelato che il sito G2A avrebbe venduto delle chiavi di attivazione rubate. Queste chiavi, che non sono altro che dei codici per riscattare dei videogiochi, sarebbero nello specifico 198 e riguarderebbe giochi prodotti da Wube Software.

G2A ha ammesso di vendere chiavi rubate

Nel caso non lo conosceste, G2A è una piattaforma di compravendita di videogiochi, dove, tra le altre cose, gli stessi utenti possono vendere le loro chiavi di attivazione non utilizzate. Già da tempo, però, alcune persone mettevano in discussione questo modello e la provenienza di questi codici, accusando la piattaforma di permettere la vendita di chiavi rubate.

Le accuse si sono concretizzate un anno fa quando Mike Rose, a capo della casa di produzione No More Robots, aveva criticato G2A per aver comprato uno spazio sponsorizzato su Google, in modo da apparire nelle ricerche riguardanti la software house prima del sito ufficiale o della loro pagina Steam. Rose ha concluso il suo sfogo dicendo avrebbe preferito vedere i suoi giochi piratati piuttosto che comprati attraverso G2A, perché “gli sviluppatori non vedono un centesimo in entrambi i casi, quindi a questo punto è meglio che neanche G2A prenda un soldo”.

G2A aveva risposto difendendo la sua piattaforma e anzi facendo una scommessa con gli sviluppatori. Se questi ultimi avessero potuto dimostrare la presenza di chiavi illecite sul sito, G2A li avrebbe compensati con 10 volte i soldi persi. Usando le parole della piattaforma: “È una cosa buona che le persone possano rivendere le loro chiavi e, con o senza G2A, continueranno a farlo”.

Le chiavi rubate che effettivamente c’erano

La scommessa, però, si è rivoltata contro G2A, e ci porta alla notizia di oggi. Wube Software ha infatti accettato la sfida e, in accordo con G2A, ha chiesto a quest’ultima di svolgere un’investigazione interna. Da questa è emersa la presenza di 198 chiavi rubaterivendute sulla piattaforma. G2A ha mantenuto comunque fede alla promessa e ha ricompensato Wube Software con dieci volte il valore di quelle chaivi.

G2A sostiene che la presenza di chiavi illegittime danneggia tutti, anche loro: “Come abbiamo detto nel nostro blog, le frodi danneggiano gli individui che comprano chiavi illegittime, danneggiano gli sviluppatori e alla fine danneggiano anche noi, perché siamo costretti, in quanto piattaforma, a coprire i costi di questa vendita”.

Quest’ultima parte sarebbe però se tutti gli sviluppatori si impegnassero come Wube Software ad ottenere più informazioni sulle chiavi collegate al loro software presenti sulla piattaforma. Ma a questo punto è difficile sapere se G2A sarà d’accordo a condurre altre investigazioni interne, visto che la prima è stata condotta solo dopo “aver valutato un certo numero di aziende indipendenti per la valutazione del caso e aver costatato che nessuna rispettava gli standard richiesti”.

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La vicenda probabilmente si svilupperà ancora, se altre case di produzioni decideranno di impegnarsi per farsi valere. In caso, vi faremo sapere.

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