L’intervento del Garante della Privacy secondo cui Google Analytics non rispetterebbe il GDPR sta facendo discutere molto e Tag Manager Italia ha voluto chiarire la situazione. Ance perché in molti stanno parlando della questione in maniera un po’ approssimativa. Vediamo quindi di fare chiarezza e capire cosa sta succedendo.
Google Analytics rispetta il GDPR: il punto di Tag Manager Italia
Da quanto sta emergendo, l’invio di informazioni personali verso server ubicati negli Stati Uniti non sarebbe in linea con GDPR. Molti stanno quindi dichiarando Google Analytics “illegale” e propongono soluzioni alternative. Tag Manager Italia, specializzata nel tracciamento e nella misurazione di siti web vuole evitare facili allarmismi.
Il primo distinguo da fare è che il provvedimento riguarda un singolo editore: Caffeina Media. Inoltre il Garante non vieta in alcun modo l’uso di Google Analytics. Invece esorta le aziende ad adottare tutte le misure necessarie per garantire il rispetto del GDPR.
Matteo Zambon, Co-fondatore di Tag Manager Italia spiega: “Il provvedimento stabilisce che l’invio di dati personali degli utenti negli USA è un illecito. Ma questo non riguarda solo Google Analytics, bensì migliaia di software di uso quotidiano, sia a livello professionale che di svago.
“Il problema non è Google Analytics ma il trasferimento dei dati personali dell’utente all’estero effettuato dai vari software, ad esempio remarketing di Google Ads, Pixel di Facebook, Pixel di TikTok, Active Campaign, Mailchimp e altri ancora.”
Inoltre, trattandosi di un caso del 2020, il caso riguarda la configurazione di Google Analytics 3 e non la release 4.
Come reagire?
Tag Manager Italia sta vagliando sta valutando diverse strade. Come la possibilità di installare soluzioni on-premise e open-source come Matomo, che però richiede una gestione molto avanzata della sicurezza. “Con buona probabilità la soluzione è una specifica configurazione di Google Analytics 4 e Server-side tracking, che comunque va personalizzata in ogni caso” continua Zambon.
Secondo una recente dichiarazione del CNIL francese usare server proxy, intermediario europeo su cui far arrivare i dati degli utenti, rispetta le norme GDPR. Infatt evita che i dati personali arrivino negli Stati Uniti. Il consiglio quindi è quello di passare il prima possibile a Analytics 4. E utilizzare le dovuti precauzioni per rispettare il GDPR.
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