Google Nest Audio recensione
Google Nest Audio è l’erede di Google Home, lo smart speaker che aveva conquistato le case degli italiani nel 2016. Insieme a lui c’era Home Mini, una variante super compatta ed economica che 12 mesi fa ha subito un restyling e cambiato nome. Oggi si chiama Nest Mini ed è un altro membro della famiglia Nest.
Per chi di voi si fosse perso qualche puntata facciamo un rapido riassunto: Nest era un’azienda specializzata nella produzione di dispositivi intelligenti. Insomma, il suo core business – il fulcro dell’attività – era la smart home. Nel 2014 venne acquistata da Google per 3.2 miliardi di dollari ma rimase indipendente fino al 2018, quando fu assorbita dal dipartimento di Big G deputato alla creazione di prodotti smart home. Ecco perché oggi i device che escono da questo settore dell’azienda hanno “Nest” nel nome.
Fino a poco tempo fa Google Home sembrava immune a questo cambiamento. In realtà l’azienda ha investito notevoli risorse per riuscire a sviluppare il nuovo speaker. Non voleva infatti apportare piccole migliorie al precedente modello ma riprogettarlo e adattarlo alle esigenze e ai gusti dei consumatori. Il risultato? Ne parliamo in questa recensione.
Cambia tutto
Il design è completamente rinnovato, a partire dalla forma. Invece di un cilindro abbiamo un parallelepipedo con gli angoli arrotondati, completamente rivestito di un tessuto fonotrasparente ricavato riciclando la plastica delle bottiglie PET. Fa eccezione solo la base, gommata per permettere al dispositivo di rimanere ancorato a qualsiasi superficie.
Non fatevi però ingannare dalle apparenze: dentro è tutto in metallo. Una scelta che rende lo smart speaker decisamente più pesante (ben 1,2 kg) ma anche molto stabile.
Torniamo però a parlare del design di Google Nest Audio.
All’esterno, sulla parte posteriore, troviamo il connettore proprietario per la ricarica e un piccolo interruttore che vi consente di disattivare fisicamente i microfoni per evitare di essere ascoltati.
Sulla parte frontale invece abbiamo 4 LED che si attivano quando date il comando “Ok Google” e che vi mostrano il livello del volume. Quest’ultimo può essere regolato tramite i pulsanti soft touch che troviamo sulla parte superiore. In totale ne abbiamo tre: i due esterni vi consentono appunto di definire il volume mentre quello centrale corrisponde a Play/Pausa.
Nel complesso ci troviamo di fronte ad un altoparlante minimale, elegante e capace di adattarsi a qualsiasi ambiente, senza però perdere l’intuitività che aveva caratterizzato il primo modello e che ritroviamo anche su Mini e Hub.
Anche l’orecchio vuole la sua parte
La seconda importante novità la troviamo sotto la scocca e no, non stiamo parlando del metallo. Abbiamo infatti un nuovo tweeter da 19 mm e un woofer da 75 mm, accompagnati da un processore Quad Core A53 da 1,8 GHz e da un chip dedicato unicamente al machine learning che permette di eseguire i comandi più semplici anche quando il dispositivo è offline. Il chip dovrebbe anche velocizzare le risposte dell’assistente virtuale ma purtroppo è una funzione attiva solo negli Stati Uniti.
Quest’ultimi vengono recepiti da ben 3 microfoni, con prestazioni sicuramente superiori a quanto visto sul primo Google Home. Non aspettatevi però cambiamenti sul fronte delle funzionalità: Google Assistant è il caro vecchio assistente di sempre.
Ad essere diversa è la resa dell’audio. Il volume è più alto, il suono è più immersivo, i bassi meno esagerati rispetto a Google Home e soprattutto le varie sonorità possono essere finalmente distinte chiaramente senza mai subire distorsioni.
Tutto questo non lo trasforma in un prodotto per audiofili. Google ha lavorato molto per ottenere un risultato che non vuole e non deve accontentare le orecchie più raffinate ma soddisfare il grande pubblico.
A disposizione degli utenti anche l’applicazione Google Home, indispensabile per la configurazione iniziale ma anche per mettere mano alle impostazioni di equalizzazione. Tra queste anche Media EQ, che adatta Nest Audio al contenuto che viene riprodotto, e Ambient IQ, che invece aiuta l’assistente ad adattarsi al rumore presente in casa per fare in modo che la sua voce rimanga sempre ben udibile.
Google Nest Audio recensione: acquistarlo oppure no?
Google Nest Audio è un upgrade necessario. Visto il proliferare di dispositivi Echo e l’avanzata dei produttori di altoparlanti, che integrano le funzionalità dell’assistente vocale di Mountain View all’interno dei proprio dispositivi, Big G non aveva altra scelta.
Il risultato è un diffusore convincente, ben fatto e perfetto per chi ha scelto Google Assistant per governare la propria cosa. Il prezzo poi è sicuramente adeguato: 99,99 euro.
Google Nest Audio
Pro
- Design elegante
- Interruttore fisico per i microfoni
- Audio migliorato
- Microfoni più sensibili
Contro
- Il chip per il machine learning in Italia è castrato