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Google Play apre i pagamenti di terze parti per gli sviluppatori

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Lo scorso Marzo Google ha annunciato che avrebbe consentito alle App Android di utilizzare il proprio sistema di pagamento. Ma a una condizione: purché queste offrissero anche la fatturazione sul Play Store. Pertanto, ora Google Play consente agli sviluppatori – non di giochi – di tutto il mondo di iscriversi al programma pilota “User Choice Billing”. Da quanto sappiamo, i mercati pilota per la fatturazione a scelta dell’utente includono i Paesi dello Spazio Economico Europeo, l’Australia, l’India, l’Indonesia e il Giappone.

Google Play: al via il test per i pagamenti di terze parti sulle App Android

Ora la notizie è ufficiale. Gli sviluppatori di App mobili o tablet non di gioco che hanno un’attività registrata possono testare la possibilità di offrire metodi di fatturazione alternativi attraverso le applicazioni. Tra i requisiti necessari per accedere al programma, Google elenca:

Al di là di questo, gli sviluppatori “devono pagare a Google le tariffe di servizio applicabili“. Queste vengono ridotte del 4% quando viene utilizzato un sistema alternativo, simile a quanto accade in Corea del Sud. Secondo la compagnia, queste commissioni sono necessarie per supportare “investimenti continui su Android e Google Play“. Nel frattempo, promuove i vantaggi di fatturazione per gli utenti finali come “controllo genitori, metodi di pagamento della famiglia, gestione degli abbonamenti, carte regalo Google Play e punti Play“.

Android è sempre stato un sistema operativo unico e aperto, e continuiamo a far evolvere la nostra piattaforma e ad aumentare le scelte a disposizione di sviluppatori e utenti, pur mantenendo la nostra capacità di investire nell’ecosistema. Con questa fase successiva del pilota di fatturazione della scelta dell’utente di Google Play, tutti gli sviluppatori non di gioco possono offrire una scelta di fatturazione aggiuntiva insieme al sistema di fatturazione di Play per i propri utenti in Australia, Giappone, India, Indonesia e Spazio economico europeo. Condivideremo di più nei prossimi mesi mentre continuiamo a creare e ripetere con i nostri partner pilota“. Così ha commentato un portavoce di Google.

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