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Google ammette l’accordo speciale con Spotify per non pagare le commissioni del Play Store

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Un alto dirigente di Google ha ammesso che l’azienda ha stipulato un accordo particolare con Spotify durante una testimonianza nel processo Epic vs Google, per poter accedere al Play Store senza commissioni.

Google e Spotify, accordo speciale per evitare le commissioni del Play Store

Secondo quanto riferito da The Verge, Don Harrison, responsabile della partnership di Google, ha rivelato che Spotify elude le tariffe del Play Store grazie a un accordo speciale con la società di tecnologia. Il dirigente ha specificato che Spotify non è soggetto a commissioni per i propri pagamenti e paga solamente una commissione minima del 4% quando Google elabora i pagamenti. Questa dichiarazione arriva dopo che Google ha provato a chiedere di tenere segreto quest’accordo, che il tribunale ha rifiutato.

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In condizioni normali, Google applica una tariffa del 15% sulle app in abbonamento presenti sul Play Store. Tuttavia, questa commissione può essere ridotta fino all’11% grazie a programmi come la fatturazione scelta dall’utente. Questo programma consente agli sviluppatori di utilizzare soluzioni di pagamento proprie o di terze parti, riducendo così le commissioni di transazione.

Ma Dan Jackson, portavoce di Google, ha chiarito che alcuni sviluppatori, in particolare coloro che investono direttamente in Android e Play, possono beneficiare di commissioni di servizio diverse come parte di partnership più ampie che coinvolgono significativi investimenti finanziari e integrazioni di prodotti su diversi dispositivi.

L’inchiesta ha rivelato che Google ha tentato accordi simili con altre aziende di rilievo. Inclusa Netflix nel 2017, offrendo una commissione ridotta del 10% per gli abbonamenti sul Play Store. Tuttavia, Netflix attualmente non consente agli utenti di acquistare abbonamenti tramite l’app Android. Per Spotify, invece, sembra che l’acordo sia arrivato.

Che impatto avrà sul processo

Il processo in corso, avviato da Epic che ha rifiutato le offerte di Google di adottare la fatturazione scelta dall’utente, ha portato alla luce vari dettagli sul funzionamento interno del Google Play Store. Ad esempio, nel 2021, Google ha proposto a Epic di portare Fortnite sul Play Store offrendo ben 197 milioni di dollari, un’offerta che è stata declinata. Inoltre, Google ha cercato accordi multimilionari con altri grandi nomi dei giochi come Activision Blizzard e Riot Games di Tencent.

Questa testimonianza nel processo Epic vs Google ha messo in evidenza la complessità delle relazioni tra i giganti della tecnologia e gli sviluppatori di app. E ha sollevato ulteriori interrogativi sulle politiche di commissioni del Play Store e sui negoziati commerciali in corso nel panorama digitale odierno. Ma al momento, è difficile capire che peso potrà avere sul giudizio finale.

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