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Il punto sul Green pass europeo. Tra boom di download e certificati falsi

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green pass europeo

Il Green pass europeo è entrato in vigore quattro giorni fa, giovedì 1 luglio, e già fa parlare di sé.

O meglio, se ne parla da molto tempo, vista l’importanza del documento (e considerato il fatto che non è stato facile definire con precisione le linee guida sul suo utilizzo).

Ma adesso che il certificato verde per poter viaggiare liberamente all’interno dell’Ue è diventato realtà, stiamo assistendo a un sorprendente boom di download. Sono infatti oltre 250 milioni i cittadini appartenenti all’Unione Europea che – soltanto nei primi due giorni – hanno scaricato il Green pass europeo. Parliamo di qualcosa come circa la metà dell’intera popolazione dell’Ue.

C’è poi una notizia assai meno lieta che riguarda il Green pass europeo. Ossia la scoperta di una rete di commercializzazione di certificati verdi illegali, intercettata sul dark web e prontamente sgominata. Si trattava di dieci canali anonimi presenti su Telegram.

Facciamo dunque il punto sulla situazione agrodolce del Green pass europeo a quattro giorni dalla sua entrata in vigore.

Green pass europeo: boom di download

Il dato è notevole: nelle sole giornate di giovedì 1 e venerdì 2 luglio, il Green pass europeo sarebbe stato scaricato da circa 250 milioni di persone, pari a circa la metà dei cittadini dell’Unione Europea. Questo è quanto dichiarato a Repubblica da Roberto Viola, direttore generale di Dg Connect.

Nella stessa intervista, Viola ha fatto un altro importante annuncio: “Stiamo lavorando a una Costituzione dell’Europa digitale, una Carta dei Diritti digitali che valga per ogni cittadino dell’Unione, e speriamo di presentare la proposta completa al Parlamento Ue entro la fine del 2021”.

Green pass e intoppi

In Italia, negli ultimi giorni di giugno in molti hanno ricevuto il certificato vaccinale nazionale. Che, ricordiamolo, dal 1 luglio è confluito nel green pass europeo.

Tuttavia, svariati sono stati i casi di vaccinati alla fine di giugno che hanno già ricevuto il certificato, mentre altri che si sono vaccinati da tempo sono ancora senza. Pare ci sia poi un problema con chi ha effettuato la vaccinazione eterologa, composta cioè da una prima dose di AstraZeneca e – dopo il suo stop per gli under 60 a partire dal 13 giugno – da una seconda di Pfizer o Moderna. Molte persone a cui è stato inoculato il mix vaccinale hanno ricevuto solo il cosiddetto certificato light, quello cioè valevole a partire da 15 giorni dopo la prima dose. Che però ha un’efficacia limitata al nostro Paese.

Cosa fare in caso di problemi

Chi riscontrasse qualche intoppo nella ricezione del Green pass, può chiamare il numero verde 800 91 24 91 (attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20) o scrivere all’indirizzo email cittadini@dgc.gov.it.

In alternativa, è possibile rivolgersi al proprio medico di base o a un farmacista: queste figure possono accedere direttamente alle anagrafi sanitarie e avviare la procedura per richiedere il certificato.

I green pass europei fasulli

È recente la notizia di un giro di green pass europei (e di vaccini) falsi nel dark web, sgominato dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza.

Sono stati sequestrati 10 canali Telegram in cui si erano già registrati migliaia di utenti. Qui, vaccini e certificati falsi venivano venduti a un prezzo tra i 100 e i 130 euro.

I canali sequestrati rimandavano ad alcuni account anonimi nel dark web. In questi spazi era possibile contattare i venditori e acquistare (in criptovalute) i prodotti.

Il commercio dei certificati contraffatti aveva superato i confini dell’Unione Europea, ed era arrivato a raggiungere cittadini residenti negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Svizzera.

I nuovi dubbi sul Green pass europeo

Essendo materia recentissima e in continua evoluzione, il Green pass europeo suscita nei cittadini domande e dubbi sempre nuovi.

Ce ne sono due particolarmente recenti e scottanti. Vediamoli.

Ho effettuato la prima dose di vaccino e sono all’estero: posso rientrare in Italia?

Per tutti gli ingressi in Italia dall’estero, compreso il ritorno dei residenti, è necessario avere completato l’intero ciclo vaccinale da almeno 14 giorni. Come prevede il Green Pass europeo. L’Italia rilascia la certificazione verde 15 giorni dopo la prima dose soltanto per gli usi interni: è il cosiddetto Green pass light.

Per rientrare in Italia è anche possibile fare un tampone rapido 48 ore prima della partenza.

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Come deve comportarsi un italiano che ha completato il ciclo vaccinale in Inghilterra?

Un cittadino italiano iscritto all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) che avesse completato il ciclo vaccinale in Inghilterra, per rientrare in Italia deve comunque effettuare un tampone entro 48 dalla partenza e poi fare cinque giorni di quarantena.

In Italia non sono state ancora definite le modalità con cui i nostri connazionali possono farsi riconoscere le vaccinazioni fatte in Paesi che non aderiscono al Green pass. Un regolamento in questo senso dovrebbe essere emanato entro la fine di luglio.

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