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I segni del cuore: com’è il film candidato agli Oscar 2022

I segni del cuore è disponibile in home video e dal 21 marzo su Sky e Now.

Child Of Deaf Adult. È questo il termine (insieme al suo acronimo CODA) con cui si identificano le persone udenti figlie di uno o due genitori non udenti. Una condizione particolare e delicata, che fin dall’infanzia porta una persona provvista di udito a confrontarsi quotidianamente con chi è privo di questo senso, diventando di fatto un suo punto di riferimento e un appiglio a cui sorreggersi per affrontare diverse problematiche. CODA (adattato in italiano con il discutibile I segni del cuore) è anche il titolo di uno dei 10 candidati all’Oscar 2022 per il miglior film, che mette in scena la vita dell’adolescente Ruby Rossi (una convincente Emilia Jones), l’unica udente in una famiglia composta da 4 persone.

La regista statunitense Sian Heder mette in scena un remake del cult francese La famiglia Bélier, spostando l’azione dall’ovest della Francia al Massachusetts e dall’agricoltura del nucleo familiare transalpino alla pesca con cui si guadagna da vivere la famiglia Rossi, compiendo inoltre un’importante e inclusiva scelta di casting. A differenza dell’originale, gli interpreti di personaggi sordi all’interno de I segni del cuore sono infatti tutti membri della comunità sorda, e fra questi troviamo anche Marlee Matlin, Oscar alla migliore attrice nel 1987 per Figli di un dio minore, e Troy Kotsur, candidato come migliore attore non protagonista agli Oscar 2022 proprio per la sua performance in questo progetto.

Con queste premesse, ci si potrebbe aspettare di trovarsi di fronte a un racconto cupo e drammatico. I segni del cuore è invece un racconto di formazione inserito nel contesto di una famiglia disfunzionale, ricco di ironia e del tutto privo di pietismo, perfetto per ritrovare un po’ di fiducia nei confronti del complesso mondo in cui viviamo.

I segni del cuore: alla ricerca della propria voce

I segni del cuore

Ruby vive un vero e proprio paradosso. La sua è una voce pulita e brillante, che potrebbe garantirle uno splendido futuro nel canto. Purtroppo però, all’interno della sua famiglia nessuno può sentirla, perché la madre Jackie, il padre Frank e il fratello Leo (Daniel Durant) sono tutti non udenti. Questa situazione non fa perdere il sorriso ai suoi familiari, che dimostrano invece una simpatia innata e un incrollabile spirito di iniziativa, che li porta a gestire con successo una piccola attività di pesca.

Essendo l’unica udente della sua famiglia, Ruby è costretta a dividersi fra la scuola, la sua passione e l’attività familiare, confrontandosi inoltre con orari impossibili e con lo stigma dei suoi coetanei, che non esitano a emarginarla e a prendersi gioco dei suoi genitori. Tutto cambia quando la ragazza entra nel coro del signor Bernardo Villalobos (Eugenio Derbez) insieme alla sua cotta adolescenziale Miles (Ferdia Walsh-Peelo). In bilico fra amore per la famiglia e affermazione personale, per Ruby arriva il momento di cercare la propria voce.

Prende così il via un racconto leggero e disincantato, sostenuto dall’espressività e dalla verve di Troy Kotsur e Marlee Matlin e sospeso fra la necessità di aderire al materiale originale e declinarlo allo stesso tempo in un’ottica di inclusione e riflessione sociale. Non mancano i momenti riusciti, come l’esibizione di Ruby con la lingua dei segni (ripresa da La famiglia Bélier) o la sequenza in cui (analogamente a quanto visto in Sound of Metal) il silenzio si trasforma in cambio di punto di vista e di suono, mettendoci nei panni di una persona non udente. Resta però la sensazione che I segni del cuore sia stretto fra troppe anime diverse, che faticano a emergere con chiarezza e incisività.

Un racconto ostinatamente ottimista

I segni del cuore

Scavando sotto la superficie di un lodevole ritratto della comunità sorda, resta un racconto di formazione sentimentale e artistico non particolarmente originale, che ondeggia senza troppa convinzione verso la rom-com adolescenziale. Si ride insieme ai Rossi per la loro schiettezza e per il loro fumantino carattere e ci si commuove con Ruby quando le vibrazioni del canto diventano l’unico modo per fare comprendere un’emozione e il proprio amore. La guizzante umanità dei protagonisti de I segni del cuore e il suo tono ostinatamente ottimista rischiano però di far passare in secondo piano l’isolamento e il disagio dei membri della comunità sorda, sempre sullo sfondo del percorso di crescita interiore e artistica di Ruby. L’anima da feel-good movie annulla così il dramma, scaldandoci il cuore ma lasciandoci anche con la sensazione di aver assistito a un’ottima occasione non pienamente sfruttata.

Dopo aver conquistato il Gran premio della giuria: U.S. Dramatic al Sundance Film Festival 2021, I segni del cuore è stato acquistato da Apple TV+ per 25 milioni di dollari. In Italia, il lavoro di Sian Heder è stato distribuito direttamente in home video e arriverà su Sky e Now il 21 marzo.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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