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Il convegno: com’è la commedia horror Netflix

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Courtesy of Netflix © 2023

Poche attività dividono i lavoratori moderni come le riunioni di team building, eventi a metà fra il gioco e la socializzazione volti a cementare un gruppo di lavoro. Da una parte, chi ritiene il team building una risorsa preziosa e innovativa per fare squadra lontani dall’ufficio o dalla fabbrica; dall’altra, chi invece lo ritiene una delle esperienze più grottesche e sfibranti in cui un lavoratore medio possa essere coinvolto, utile solo all’ego dei manager e alle tasche di sedicenti consulenti delle risorse umane. È indubbiamente a questa seconda categoria che guarda Il convegno, nuova commedia horror splatter svedese disponibile su Netflix dal 13 ottobre.

Sulla base del romanzo di Mats Strandberg The Conference, Patrik Eklund mette in scena una riunione di team building tutt’altro che noiosa, con protagonisti alcuni dipendenti comunali. Fra un’attività e l’altra, i presenti si imbattono in un caso di corruzione all’interno del loro ambiente di lavoro ma soprattutto subiscono le azioni di un misterioso e spietato killer, che inizia ad ucciderli uno dopo l’altro nei modi più fantasiosi e sanguinari. Inevitabilmente sale la tensione, che porta a galla segreti e rancori e mostra il vero volto di questi lavoratori.

Il convegno: un team building nel sangue

Courtesy of Netflix © 2023

Tanta carne al fuoco dunque per Il convegno, a cui si unisce la palpabile passione del regista per un filone in buono stato di salute come quello della commedia horror. Con un classico meccanismo a eliminazione alla Dieci piccoli indiani, seguiamo la lunga scia di sangue dell’assassino, che si muove con sicurezza all’interno della riunione di team building, compiendo le più disparate atrocità e celando la sua identità attraverso un’inquietante maschera.

Le note liete finiscono però purtroppo qui, dal momento che Patrik Eklund non riesce mai a trovare il giusto equilibrio fra ironia e orrore, anche a causa di personaggi decisamente anonimi e bidimensionali. Tutto ciò condiziona in negativo non solo il ritmo e le atmosfere de Il convegno, ma anche la dinamica alla base di ogni operazione di questo tipo, cioè la ricerca dell’identità del serial killer. Invece di attrarre lo spettatore in un gioco di indizi e false piste, il regista si concentra prevalentemente sulla messa in scena delle sequenze più splatter, disinteressandosi delle personalità e delle particolarità dei suoi protagonisti.

Il risultato è un racconto che fa il suo dovere dal punto di vista del mero intrattenimento, ma si rivela ben presto un giocattolino ripetitivo e poco appassionante, nonché un mix poco riuscito di personaggi che sembrano avere davvero ben poco in comune. Chi si aspettava una sorta di The Office in salsa horror si troverà invece davanti a un prodotto senza infamia e senza lode, rivitalizzato solamente da qualche riuscita scarica di violenza e da un buon climax conclusivo, che ha almeno il merito di consegnare allo spettatore un finale soddisfacente e non scontato.

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Un prodotto di genere senza infamia e senza lode

Pur senza avventurarsi in confronti con Stieg Larsson, e più in generale con la narrativa scandinava più cupa e torbida, Il convegno si rivela un prodotto poco ispirato e ben presto dimenticabile, anche in un mese da sempre indissolubilmente legato all’horror come quello di ottobre. Avremmo voluto concludere dicendovi “Non guarderete più ai team building con gli stessi occhi”, ma purtroppo non è questo il caso.

Il convegno è disponibile dal 13 ottobre su Netflix.

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