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Fair Play: com’è il film Netflix

Fair Play è disponibile dal 6 ottobre su Netflix.

Dopo l’ottimo Sanctuary, passato in sordina pochi mesi fa nelle sale italiane, il cinema continua a raccontare la crisi del maschio moderno, alle prese con una progressiva perdita di potere e ascendente nell’eterna battaglia dei sessi. Ad affrontare questo tema attuale e urgente è stavolta Fair Play, opera prima di Chloe Domont che dopo le presentazioni nel corso del Sundance Film Festival e del Toronto International Film Festival approda su Netflix.

Un lavoro intenso e ricco di spunti, che si poggia sulle notevoli interpretazioni di Alden Ehrenreich e Phoebe Dynevor per attraversare liberamente il mondo dell’alta finanza, il thriller, l’erotismo e anche le istanze del movimento #MeToo. Il tutto mettendo da parte le atmosfere ovattate e inoffensive a cui negli ultimi tempi ci hanno abituato i cataloghi delle piattaforme, in favore di un piglio decisamente più feroce, crudo e realistico.

Al centro della trama ci sono Emily (Phoebe Dynevor) e Luke (Alden Ehrenreich), entrambi occupati presso un prestigioso hedge fund newyorkese. Entrambi avviati verso una folgorante carriera, i due vivono il paradosso di essere sul punto di convolare a nozze ma di dovere al tempo stesso tenere nascosta la loro relazione, severamente vietata dalle regole dell’azienda. Il loro rapporto fatto di complicità e passione entra però in profonda crisi nel momento in cui Emily ottiene la promozione tanto agognata da Luke, salendo di fatto sopra di lui nella scala gerarchica dell’azienda. Fra segreti e silenzi, imbarazzo e frustrazione, l’amore di Emily e Luke deflagra in una spirale di ossessione e rancore.

Fair Play: la crisi del maschio moderno al centro del nuovo thriller Netflix

Fair Play 2
Cr. Courtesy of Netflix

Fair Play aveva tutte le possibilità di fallire, ma si rivela invece una delle più belle sorprese di questo autunno cinematografico, portando all’attenzione generale una talentuosa regista (fino ad ora relegata ad alcuni episodi di serie come Billions e Clarice) e abbracciando i generi per tracciare un lucido e pungente affresco della società contemporanea. Con la sua lenta discesa nell’abisso e con il suo crescente disagio psichico ed emotivo, Luke rappresenta infatti perfettamente il turbamento del maschio di oggi, che vede crollare davanti ai suoi occhi tutte le sue certezze e i suoi privilegi, annullati dalla ritrovata consapevolezza delle donne.

Il personaggio interpretato da Alden Ehrenreich si trasforma così in una sorta di manuale vivente delle possibili reazioni dell’uomo moderno a una posizione subordinata rispetto alla sua partner sentimentale: malcelata invidia, chiusura in se stesso, perdita della libido; ma anche puerili recriminazioni su inesistenti favori sessuali, malcelati tentativi di sabotaggio, plateali escandescenze e infine la violenza, ultima barbara arma nella tasca di chi vuole dominare e prevaricare.

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Per mettere in scena questa dinamica, Chloe Domont compie una decisa e vincente scelta di campo, affidandosi non alla retorica e alle spiegazioni ma alle immagini e alla psicologia dei personaggi, non nascondendo mai la polvere sotto il tappeto ma mettendo al contrario costantemente in luce la stretta correlazione fra sfera sentimentale, soddisfazione lavorativa, gerarchie all’interno della coppia e sessualità.

Una lenta discesa nell’abisso

Fair Play 3
Cr. Courtesy of Netflix

A fare da sfondo alla desolante parabola umana di Luke è non a caso il mondo dell’alta finanza, che fin dai tempi di Wall Street di Oliver Stone, passando per The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, si è rivelato non solo un’efficace allegoria del capitalismo, ma anche una fedele rappresentazione di un potere effimero e machista, basato essenzialmente sull’annientamento dei pesci piccoli ad opera dei pesci più grandi.

Certo, all’interno del quadro allestito da Chloe Domont non tutto funziona alla perfezione, a partire da famiglie macchiettistiche fino ad arrivare agli ingenui colleghi di Emily e Luke. Ma al tempo stesso il saliscendi emotivo fra i due protagonisti è travolgente, e il climax conclusivo porta a un finale difficile da dimenticare, capace di dare all’intero racconto una prospettiva più ampia e sociale. Merce rara per il panorama dello streaming contemporaneo, che ci teniamo ben stretta insieme a una regista abile e autorevole, di cui sentiremo sicuramente ancora parlare.

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Cr. Sergej Radovic / Courtesy of Netflix

Fair Play è disponibile dal 6 ottobre su Netflix.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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