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La carenza di chip non ha impedito a Intel di vivere il suo anno migliore di sempre

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Il 2021 non è stato un anno facile per il comparto tech, colpito duramente dalla crisi di approvvigionamento dei chipset. Intel però, nonostante le difficoltà dell’intero settore, è riuscita a raggiungere cifre record.

Rendite record per Intel ma i profitti calano

L’enorme richiesta di PC dovuta alla pandemia non ha di certo aiutato i produttori che, colpiti dalla crisi dai chipset, hanno avuto un inevitabile rallentamento della produzione. Eppure in questo difficile momento per il comparto – e per l’intero pianeta – Intel è riuscita ad avere il suo miglior anno finanziario di sempre. The Verge riporta che nel solo quarto trimestre il brand ha registrato entrate per 19,5 miliardi di dollari. Il totale annuale ammonta invece a 74,7 miliardi. In calo però l’utile netto che è sceso del 21% nel quarto trimestre e del 5% in tutto l’anno (rispetto all’anno precedente). Il totale annuale ammonta a 19,9 miliardi di dollari.

I due dati, che ad un primo sguardo potrebbero sembrare in contraddizione, riflettono al meglio la situazione: con il brand costretto, per fronteggiare la necessità di hardware, ad acquistare chipset da aziende terze. Ciò porta Intel a soddisfare le richieste del mercato – e quindi incrementare le vendite – ma ad avere un calo di profitto a causa del costo di questi chip. Pat Gelsinger, CEO di intel, aveva dichiarato ad ottobre che la carenza di chipset non sarebbe terminata prima del 2023. Egli ha inoltre fatto sapere che le vendite del 2021 sono cresciute del 10-15% rispetto al 2020, con oltre 340 milioni di PC spediti.

The Verge riporta che Intel ha in programma alcune iniziative interessanti per fronteggiare i problemi di approvvigionamento. Tra queste anche un investimento da decine di miliardi di dollari per realizzare strutture per la produzione di chip proprietari (come ad esempio il nuovo stabilimento da 20 miliardi di dollari aperto in Ohio, negli Stati Uniti). 

“La carenza di componenti e silicio hanno limitato le capacità dei nostri clienti di spedire e produrre i sistemi in tutto il settore.” ha dichiarato il CEO Gelsinger. “Ciò è stato particolarmente sentito nel mercato notebook, ma l’impatto è arrivato anche nel comparto automobilistico e IoT”.

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