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Billie Eilish, Pearl Jam e altri firmano una lettera contro l’uso dell’Intelligenza Artificiale in musica

Billie Eilish, Pearl Jam e altri firmano una lettera contro l’uso dell’Intelligenza Artificiale in musica thumbnail

Billie Eilish e i Pearl Jam sono tra i firmatari della lettera aperta promossa dalla ARA

In un mondo sempre più dominato dall’innovazione tecnologica, un gruppo di oltre 200 artisti musicali e cantautori ha lanciato un appello per la responsabilità nell’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale (IA) nel campo della musica

La musica nell’era dell’Intelligenza Artificiale: la lettera firmata dagli artisti

L’iniziativa nasce dalla Artist Rights Alliance (ARA), un’organizzazione non profit dedicata alla tutela dei diritti dei musicisti. Questa ha emesso un comunicato che sollecita i produttori di tecnologie di IA a prendere una posizione etica riguardo allo sviluppo di contenuti musicali generati artificialmente.

La lettera aperta, firmata da artisti del calibro di Billie Eilish, Pearl Jam, Katy Perry, Nicki Minaj, R.E.M. e Imagine Dragons, sottolinea il potenziale dell’IA di arricchire la creatività umana quando utilizzata in modo responsabile. Tuttavia, esprime preoccupazione per il rischio che l’Intelligenza Artificiale possa essere impiegata in modi che minino l’arte e la professione dei musicisti, sostituendo il loro lavoro e influenzando negativamente la loro giusta remunerazione.

“Non fraintendete: crediamo che, quando usata in modo responsabile, l’IA abbia un enorme potenziale per avanzare la creatività umana e in un modo che abilita lo sviluppo e la crescita di nuove ed esaltanti esperienze per gli appassionati di musica ovunque. Sfortunatamente, alcune piattaforme e sviluppatori stanno impiegando l’IA per sabotare la creatività e minare artisti, cantautori, musicisti e detentori dei diritti”.

L’ARA mette in guardia contro gli strumenti che, attraverso l’addestramento su brani esistenti, sono capaci di generare nuove composizioni, potenzialmente danneggiando gli artist. La diffusione di suoni e immagini generati dall’IA, senza un adeguato controllo, potrebbe innescare una spirale discendente nel valore attribuito al lavoro artistico, compromettendo la capacità degli artisti di essere equamente compensati.

“Senza alcun controllo, l’AI metterà in moto una corsa al ribasso che degraderà il valore del nostro lavoro e ci impedirà di venire adeguatamente ricompensati”.

Questo appello arriva in un momento cruciale nella discussione sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla musica (e non solo). Lo scorso settembre il Council of Music Makers (CMM) del Regno Unito ha pubblicato cinque linee guida fondamentali per le aziende che intendono sviluppare tecnologie di intelligenza artificiale per la musica.

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