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iPhone compie 15 anni

Lo smartphone che avrebbe cambiato il mondo delle telecomunicazioni annunciato il 9 gennaio 2007

Il 9 gennaio 2007 al Macworld Conference & Expo Steve Jobs presentava uno smartphone che avrebbe fatto la storia delle telecomunicazioni: iPhone compie 15 anni. Apple promise che avrebbe reinventato il telefono. E ci è riuscita, accelerando un cambiamento tecnologico che ha portato tutto il mondo online.

Tanti auguri iPhone, il primo modello annunciato 15 anni fa

This is only the beginning. Apple reinvents the phone“. “Questo è solo l’inizio, Apple reinventa il telefono”. Uno slogan in pieno stile Apple, carico di ispirazione (forse anche un poarrogante). Ma pienamente centrato: con il lancio di iPhone, che oggi compie 15 anni, la Mela ha rivoluzionato il mondo delle telecomunicazioni e accelerato la rivoluzione tecnologica che tutti stiamo vivendo.

Non era il primo telefono ad andare su internet (di recente abbiamo detto addio al supporto per i Blackberry). Quando viaggiava sulla rete cellulare, caricare una pagina online (all’epoca il motore di ricerca più usato era Yahoo) impiegava a volte troppo. Insomma, non era il primo e non era perfetto. Ma Steve Jobs non mentiva quando diceva che era “un prodotto rivoluzionario e magico che è letteralmente cinque anni avanti ogni altro telefonino”. Perché prima di tutti capì esattamente cosa volevano gli utenti e li accontentò, con stile.

iphone 15 anni auguri-min

Tre dispositivi in uno solo

Gli amanti della tecnologia forse ricordano qualcuna delle frasi pronunciate da Steve Jobs sul palco del Macworld, in quella che sarebbe diventata la più importante delle conferenza tecnologiche di questi ultimi 15 anni. Da mattatore perfetto, ha iniziato a sedurre il pubblico con la promessa di tre dispositivi. Un telefono portatile rivoluzionare, un iPod con il grande schermo e i controlli touch e un dispositivo per navigare internet e mandare email, cercare sul browser e anche trovare delle mappe (all’epoca l’avremmo chiamato un palmare).

Per poi sentire lo stupore del pubblico quando rivela che tutti queste tre funzioni le assolve un dispositivo solo: iPhone. Un telefono che non solo chiamava e navigava su internet. Ma permetteva di accedere a tutti i brani che ascoltavamo sull’allora amatissimo iPod, oltre che scattare fotografie (anche se la fotocamera da 2MP e lo schermo da 3,5 pollici oggi sarebbero considerati davvero pessimi). E lo faceva fare con un dispositivo di puntamento originale: “Siamo tutti nati con il miglior dispositivo di puntamento: le nostre dita. E iPhone le usa per creare la più rivoluzionaria delle interfacce utente dai tempi del mouse”.

Nel post originale sul proprio sito, Apple poi spiegava come questi tre concetti venissero rivoluzionati da questo smartphone (sebbene all’epoca in pochi utilizzavano questo termine). Raccontava come fosse possibile sincronizzare tutti i contatti del Mac o di Yahoo!, usare una “rivoluzionaria segreteria telefonica”, mandare SMS con una tastiera QWERTY. E poi navigare con la velocità dell’EDGE (che oggi troveremmo frustrante) e scaricare tramite WiFi migliaia di canzoni e video musicali, centinaia di serie e Film dall’iTunes Store.

Internet sotto le nostre dita

Ma la più grande delle rivoluzioni fu la possibilità di accedere al vastissimo mondo internet con il semplice tocco delle nostre dita. Blackberry aveva un sistema proprietario per mandare le email, mentre iPhone sfruttava tutti i servizi IMAP e POP, da Microsoft Exchange a Google Gmail, oltre a Apple .Mac Mail. Inoltre permetteva di cercare su Safari (per la prima volta in versione mobile) usando Yahoo! oppure Google Search, all’epoca non ancora il motore di ricerca incontrastato che è ora.

Tutte cose che ora diamo per scontato. Ma che sono diventate lo standard minimo che ci aspettiamo da uno smartphone proprio perché Apple ha avuto la forza commerciale di porsi come punto di riferimento.

steve jobs iphone 15 anni compleanno

15 anni di iPhone: un continuo progresso tecnologico

Quando iPhone arrivo sul mercato americano il 29 giugno 2007, più di sei mesi dopo l’annuncio ufficiale, era un dispositivo decisamente meno potente di quelli a cui siamo abituati oggi. Il processore era Samsung, mentre oggi Apple progetta i suoi A15 Bionic in autonomia. C’erano solo 128MB di RAM, con la memoria che partiva da un minimo di 4GB fino a un massimo di 16GB. La batteria agli ioni di litio aveva una capacità da 1400mAh. E lo schermo misurava solo 3,5 pollici.

Anche il prezzo è aumentato parecchio: il modello da 4GB costava solamente 499 dollari.

Ma la sostanza resta la stessa quindici anni dopo, sebbene la tecnologia abbia fatto passi da gigante nel frattempo. Quello smartphone non aveva la fotocamera per i selfie, mancavano NFC, non c’erano i processori per l’intelligenza artificiale. Ma resta sorprendente come Apple abbia centrato il concetto “principale” di cosa è uno smartphone al primo colpo.

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L’anno successivo arrivo iPhone 3G, che poteva viaggiare su una linea internet più veloce. Negli anni sono arrivati sempre nuovi miglioramenti, che hanno reso la nostra ‘immersione’ nel web sempre più profonda. Lo streaming di film in definizione cinematografica, la possibilità di lavorare in movimento e controllare il termostato di casa da remoto non era nemmeno pensabili all’epoca. Ma iPhone ha avuto un ruolo fondamentale nel progresso tecnologico degli ultimi 15 anni. E ancora di più a livello sociale: è uno dei principali responsabili (nel bene e nel male) del fatto che abbiamo sempre il telefono fra le mani.

Quindici anni fa, Apple rivoluzionava il mondo delle telecomunicazioni con iPhone. E ora, nel 2022, sembra che voglia lanciare un visore per la realtà aumenta e virtuale che, secondo i calcoli di Cupertino, avrà un impatto sociale e tecnologico ancora più grande. L’ambizione (e quel pizzico di arroganza) non è solo nel passato di Apple, ma anche nel suo futuro.

In attesa della prossima rivoluzione tech, non ci resta che dire: Buon Compleanno iPhone!

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Source
Apple

Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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