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Kawasaki rinnova la Ninja H2R ma non rinuncia ai 310 CV da scatenare in pista

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Kawasaki ha appena rinnovato il modello più spettacolare e aggressivo della sua gamma, ovvero la Ninja H2R (aggiungendo la dicitura MY 2022), una moto adatta solo ai circuiti in grado di sviluppare più di 300 HP di potenza. Questa nuova edizione cambia poco rispetto alla versione lanciata nel 2020, tuttavia presenta delle nuove appendici leggermente più allungate che proteggono meglio il pilota aerodinamicamente e che servono ad attaccare a terra la ruota anteriore alle alte velocità.

Kawasaki ha deciso di creare la moto più potente e radicale della sua gamma nel 2015 con la Kawasaki Ninja H2 . Una moto che è diventata un’icona di velocità grazie ai suoi 200 CV di potenza e 133 Nm di coppia.

Ma come se non bastasse, la sua sorella omologata per la pista, la Kawasaki Ninja H2R, ha fatto un ulteriore passo avanti, e, dopo diverse evoluzioni nel corso degli anni, il brand ha confermato che questo ultimo modello continuerà a essere con noi almeno fino al 2023.

Kawasaki Ninja H2R MY 2022, poche ma importanti novità

Visivamente, ha sempre attirato l’attenzione, ma per il modello 2022 i miglioramenti si sono concentrati sull’inclusione di appendici aerodinamiche più allungate che gli conferiscono maggiore sicurezza alle alte velocità. Queste ultime sono realizzate in fibra di carbonio e creano un’immagine unica piuttosto intimidatoria. Tuttavia, hanno una ragione d’essere e cioè quella di creare un enorme carico aerodinamico in grado di mantenere la gomma anteriore incollata alla pista.

Nel frattempo, il pilota gode di una posizione di guida ergonomica sviluppata nella galleria del vento e aiutata da un sedile con imbottiture laterali di supporto regolabili in avanti e indietro. Esteticamente, Kawasaki non ha previsto nuove grafiche o evidenziazioni cromatiche sulla nuova Ninja H2R.

Anche meccanicamente non ci sono cambiamenti: si basa sempre sul quattro cilindri sovralimentato con compressore da 999cc che sviluppa una potenza di 310 CV a 14.000 giri/min e una coppia massima di 165 Nm a 12.500 giri/min. Cifre con cui è riuscita in passato a infrangere la barriera dei 400 km/h. Anche lo scarico rimane lo stesso, continuando l’immagine stilizzata del set.

A livello ciclistico, ha un telaio multitubolare progettato per resistere alle enormi forze che genera e, a sua volta, offrire un flex adeguato per la guida. Nella costruzione di questo telaio vengono utilizzati tubi di diverse larghezze e spessori, tutti calcolati tramite un’esclusiva simulazione al computer, che affina al massimo le caratteristiche di tensione e resistenza.

La parte ciclistica è completata da un forcellone monobraccio supportato da una sospensione posteriore Öhlins TTX36, mentre Brembo fornisce la necessaria potenza frenante attraverso le sue pinze monoblocco all’anteriore. E non manca, e sarebbe stato un delitto il contrario, di una frizione idraulica assistita e antirimbalzo e di una serie di ausili elettronici gestiti dall’IMU Bosch, come la funzione di gestione delle curve e il controllo di trazione, che garantisce sensazioni estreme in circuito ma sempre in sicurezza.

Ovviamente tutta questa tecnologia e innovazione ha un prezzo, e non di certo basso, che ammonta esattamente a 55.000 euro.

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